VENDETTA di Silvana De Mari
Jul 23, 2022Chi la fa l’aspetti è un altro assioma con una solida base biologica.
La vendetta è un comportamento istintivo che ristabilisce una qualche brutale forma di giustizia e che un po’ di giustizia la garantisce. Se chi aggredisce sa che si espone al rischio di vendetta, prima di aggredire ci pensa due volte. Quando le banlieue, le periferie andarono in fiamme, auto furono bruciate e vetrine furono spaccate, il fenomeno si estese alla Francia continentale, alla Germania, all’Austria, alla Germania, alla Svezia e alla Gran Bretagna.
In Corsica e in Svizzera non è bruciato nemmeno un copertone. Svizzeri e Corsi sono popoli armati, sono i due popoli con il maggior numero di armi in mano a civili. La maggior parte degli uomini corsi tiene in casa un fucile da caccia. Fino a pochi anni fa un discreto numero di uomini svizzeri teneva in casa un mitragliatore da guerra con un caricatore, nell’ottica del servizio militare permanente con richiami periodici. Se qualcuno avesse bruciato la loro auto gli avrebbero sparato dalle finestre. Questo ha garantito la pace sociale e ha impedito che molti cadessero nella tentazione della violenza.
Sosteneva George Orwell che l’unica democrazia vera e possibile è quella dove tutti gli uomini sono armati. Aggiungo che i crimini diminuiscono dove gli uomini sono armati e il rischio di vendetta è reale. Dove alcuni uomini sono armati, lì c’è il disastro, perché si armano i peggiori. Dove gli uomini sono armati, tutti, obbligatoriamente, sia la banda di arancia meccanica che le bande che raccolgono il pizzo devono essere obbligatoriamente composte di aspiranti suicidi, e senza questi due tipi di aggregazioni lo stato sociale migliora.
I paternalistici stati che sono diventati i nostri proprietari inorridiscono davanti a questa idea, partendo dal granitico presupposto che il cittadino sia un inabile pazzerello mentre il Ministro degli Interni e quello della Difesa, gli unici che possono dare ordini agli unici armati autorizzati sul suolo nazionale, siano sempre sani di mente. Entrambe le affermazioni sono estremamente discutibili. “Se tutti fossero armati, tutti ucciderebbero allora” squittisce in televisione l’anatroccolo/a di turno mentre sgrana i suoi occhioni di anima scandalizzata dalla violenza, nella certezza di cittadini dementi che vanno protetti da sé stessi. Noi siamo già armati. Le automobili sono armi, i coltelli da cucina anche. Non investiamo la professoressa che ci ha bocciato il figlio e non accoltelliamo la persona che ci sta portando via il coniuge.
Essere armati ci salverebbe dalla morte innumerevoli volte. Se almeno una delle persone sul lungo mare di Nizza fosse stato armata quella terribile notte in cui un terrorista con un camion ha fatto una strage, avrebbe salvato innumerevoli vite. Il bar dove 50 uomini sono stati assassinati da un unico terrorista si trovava a Orlando, luogo disarmato. Fosse stato in Texas le vittime sarebbero state due, al massimo tre perché qualcuno degli avventori avrebbe freddato l’aggressore. Stesso discorso per il Bataclan, stesso discorso per la terribile strage commessa in Svezia sull’isola di Utoia: un solo armato avrebbe salvato la situazione.
L’uomo è naturalmente feroce, aprite a casa un libro di storia e avrete una conferma ci questa informazione, e sono quattro i possibili deterrenti, la paura della giustizia, la paura della vendetta, in timor di Dio ( paura della giustizia divina), l’amore per il prossimo e la vocazione al perdono. Il punto quattro non è istintivo, deve essere istillato con autodisciplina e educazione continua, ed è più facile sono dove ci sia a sostenerlo un anelito divino.
La vendetta è biologica. Può essere temprata dalla fede , dall’autodisciplina e dall’educazione, ma è biologica e deve essere tenuta presente come struttura costituente dell’essere umano.
Le pene devono essere certe e proporzionate, perché è uno dei loro compiti evitare il desiderio di vendetta dei cittadini. Se rincontriamo la persona che ha ucciso qualcuno che noi abbiamo amato, che ha distrutto la nostra vita, libero e fiero pochi anni dopo l’arresto, abbiamo due strade, una frustrazione che acuisce il dolore o la vendetta. Il perdono è una scelta di tipo religioso che non può essere imposta al cittadino in quanto virtù religiosa non civile e dove una virtù religiosa sia imposta abbiamo una teocrazia (discorso analogo per l’accoglienza di estranei). In uno stato laico il cittadino deve avere il diritto costituzionale di andare all’inferno. Se uno stato tanto buono mi impone le virtù religiose dell’accoglienza e del perdono salva la mia anima contro la mia volontà, un crimine altrettanto grave di salvare la mia salute contro la mia volontà iniettandomi dubbi cosiddetti vaccini di efficacia discutibile e pericolosità meno discutibile.
Un esempio di giustizia che si potrebbe considerare anche vendetta, o, se preferite, di vendetta che è anche giustizia, è la pena di morte. La pena di morte è prevista negli Atti degli Apostoli, e nel cristianesimo è una forma estrema di tentativo di salvare l’anima del reo che, davanti all’orrore della morte, finalmente chiede perdono a Dio. Nel cristianesimo l’anima è considerata più importante del corpo. I pretini che scrivono sulla porta delle loro chiese che vietano l’ingresso ai non vaccinati hanno idee confuse sia sui vaccini che sul cristianesimo, e per aver osato cacciare via dalla sua Casa, per aver osato allontanare dell’altare, incontreranno la collera di Dio, anzi la sua vendetta.
“Oh Dio delle vendette, o eterno, Oddio delle Vendette apparisci nel tuo fulgore” (Salmo 94:1)
Quando fu giustiziato Gilles de Rais, il nobile francese che, rapendo e uccidendo bambini ha ispirato la fiaba di Barbablù, si dice che il patibolo fosse circondato dalle madri delle sue piccole vittime che pregavano per la sua anima, perché prima di morire si era pentito.
Davanti a un crimine così atroce, innumerevoli bimbi rapiti, violati e assassinati, ha senso una pena detentiva?
La pena di morte può essere comminata solo in ambiente religioso, in ambiente laico è insopportabile. E poi nessuno deve fare il boia, nessuno deve essere il boia, nessuno deve essere il figlio del boia.
Quindi?
Quindi la soluzione è quella adottata fino a pochi anni fa dal Belgio: pena di morte tramutata in ergastolo per mancanza del boia. Ti segnalo che il tuo crimine ti ha messo fuori dalla società civile per quanto è stato grave. Sei già stato graziato, quindi la tua pena è fino alla fine dei tuoi giorni, anche se sarai irreprensibile, perché nessuno deve rischiare di trovarsi davanti per strada chi gli ha assassinato il figlio bambino dopo averlo torturato.
E questo è anche un gesto di misericordia, l’unico reale, verso l’assassino, l’unica strada che ha per la redenzione.
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