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VACCINAZIONE ANTIMORBILLO

silvana de mari vaccini Jul 23, 2024

di Silvana De Mari

Nel 1800 l’infezione da morbillo era temibile. In Inghilterra e negli Stati Uniti, ogni due anni circa si verificavano epidemie di morbillo, con un alto tasso di mortalità. Negli anni ’30, in questi stessi paesi, le probabilità di morire per la malattia erano scese all’1-2%. Il fenomeno non fu influenzato, come molti pensano, dalla scoperta della penicillina, la cui produzione di massa iniziò solo dal 1944 e che poteva curare le complicanze batteriche, ma dal miglioramento delle condizioni sociali, igieniche e alimentari. Nel 1960 il tasso di mortalità era dello 0,24 per 100000. Nel 1963, quando il vaccino fu approvato, i tassi di mortalità nel Massachusetts erano pari a 0. Fare un vaccino non aveva senso, eppure lo hanno fatto. Alti tassi di mortalità per il morbillo si registrano attualmente nei paesi dove la malnutrizione compromette il sistema immunitario dei bambini. Poiché le statistiche non fanno distinzione tra i tassi di mortalità dei paesi con un buon apporto nutritivo e quelli in cui manca, siamo indotti a credere che il morbillo sia tuttora una malattia temibile.

Il primo vaccino conteneva virus coltivato su cellule renali di scimmia, inattivato con formaldeide. La formaldeide è tossica e cancerogena, e un pochino di formaldeide finisce nei vaccini. È molto poca, certo, ma se i vaccini invece che uno alla volta come dovrebbe essere per regola ovvia, sono somministrati tutti insieme, c’è l’effetto somma. Uno studio del 1967 evidenziò il rischio di polmonite ed encefalopatia. Il vaccino inattivato, oltre ad essere pericoloso, era inefficace; ciò rese necessario effettuare un richiamo con vaccino con virus vivo. Questo causò ulteriori problemi poiché, a causa del “peccato originale antigenico” (conosciuto anche come effetto Hoskins,  si riferisce alla propensione del sistema immunitario umano a utilizzare la memoria immunologica invece di ricreare nuovi anticorpi in seguito a una seconda esposizione al patogeno, anche se con caratteristiche diverse da quello originario), chi si ammalava a causa del virus selvaggio o del virus del morbillo del vaccino vivo dopo la vaccinazione con virus inattivato, tendeva a sviluppare il morbillo atipico, che era più grave del morbillo che colpiva i non vaccinati. I casi di morbillo atipico potevano verificarsi fino a 16 anni dopo la vaccinazione con virus inattivato. I vaccini con virus inattivato furono abbandonati.

Un vaccino vivo e stabile antimorbillo non fu disponibile fino al 1980. Il vaccino antimorbillo non conferisce un’immunità permanente, quindi richiede che le persone vengano vaccinate più volte nel corso della vita. L’immunità può ridursi in 10 anni. Gli elementi della risposta immunitaria sono molteplici, la maggior parte delle persone guarisce dopo un’infezione acuta grazie all’immunità naturale che è presente indipendentemente dalla vaccinazione ed è condizionata dalla presenza di nutrienti essenziali. I promotori della vaccinazione affermano che in questo modo si proteggono i soggetti ad alto rischio, tuttavia, negli Stati Uniti, dal 2005 si manifestano epidemie di morbillo con un alto numero di contagiati anche tra chi aveva fatto una o anche due dosi di vaccino. Poi c’è il problema ADE (Potenziamento anticorpo-dipendente). La risposta anticorpale è la misura dell’efficacia di un vaccino, ma qualsiasi anticorpo può rendere più suscettibili sia alla malattia per la quale si è stati vaccinati, sia ad altre perché alcuni anticorpi possono aumentare la capacità del virus di infettare le cellule bersaglio. Questo meccanismo prende il nome di “potenziamento anticorpo-dipendente dell’infezione”. Negli Stati Uniti il vaccino viene fatto a 12 mesi di età perché prima vi è l’interferenza dell’immunità materna, oltre alla risposta limitata del sistema immunitario immaturo del neonato. La ricerca del dottor Rønne rivela che la vaccinazione effettuata mentre sono presenti gli anticorpi materni antimorbillo potrebbe indurre un effetto soppressivo a lungo termine

Con il latte materno, il neonato acquisisce temporaneamente la memoria immunitaria della madre, nel caso del morbillo è importante che il bambino riceva con il latte anche la Vit. A. Le madri guarite dal morbillo, trasferiscono linfociti T attivati immagazzinati nel seno. Questi linfociti passano nei linfonodi intestinali del bambino e vengono utilizzati per resistere alle infezioni. Il rischio minore di contrarre il morbillo dopo essere stati allattati potrebbe durare fino a 10 anni.

I bambini allattati da madri vaccinate hanno un rischio aumentato di quasi tre volte di contrarre il morbillo rispetto a quelle che si sono immunizzate per aver superato la malattia naturale.

La vit. A rallenta la replicazione del virus nelle cellule, oggi sappiamo che un basso livello di questa vitamina è correlato a un basso livello di anticorpi specifici contro il morbillo e a un aumento di morbilità e mortalità. La risposta immunitaria cellulare dipende dall’apporto di vitamina A, vitamina B, vitamina C, zinco e selenio. Le infezioni secondarie che possono complicare il morbillo fino a causare la morte, sono dovute principalmente a una scarsa risposta immunitaria dovuta a carenza vitaminica. Già nel 1932 si era scoperto che la mortalità crollava del 58% nei bambini ospedalizzati per morbillo quando veniva dato olio di fegato di merluzzo, ricco di Vit. A, Vit. D e acidi grassi omega 3. Il morbillo contratto naturalmente e anche la vaccinazione, esauriscono le riserve di Vitamina A dell’organismo. La deplezione di vitamina A indotta dal vaccino può aumentare la suscettibilità ad altre infezioni. Le superinfezioni batteriche che complicano le malattie virali, in genere sono dovute a carenze di vitamine C e D, ma l’aspetto legato alla nutrizione non viene preso in considerazione dai media quando lanciano l’allarme circa le malattie epidemiche. Non è necessario un pericoloso vaccino. Basta la somministrazione sistematica di una perla di olio di fegato di merluzzo al giorno. Inciso: aver raccomandato l’olio di fegato di merluzzo nella prevenzione del Covid (la sua efficacia è stata dimostrata dall’Università di Oslo) è uno dei motivi della mia radiazione.  La Panencefalite sclerosante subacuta (PESS) è una rara forma di encefalite progressiva con esito infausto nella maggior parte dei soggetti. Analizzando i dati la PESS è aumentata una generazione dopo l’introduzione della vaccinazione antimorbillo, quando sono nati per la prima volta bambini figli di madri che non avevano contratto la malattia, ma erano sono state vaccinate. Nel 1989 Dyken indicò un aumento nella proporzione dei fenomeni di PESS dopo la vaccinazione antimorbillo, anche il tempo di incubazione risulta più breve rispetto ai casi che si sviluppano dopo l’infezione naturale. Il morbillo subclinico potrebbe essere responsabile dello sviluppo precoce della PESS. Gli antipiretici e le immunoglobuline somministrati per moderare la risposta immunitaria al vaccino antimorbillo e al morbillo selvaggio potrebbero aver impedito l’incompleta espulsione del virus dall’organismo, che è correlata allo sviluppo della pan encefalite sclerosante subacuta. La vaccinazione antimorbillo aumenta il rischio di encefalite sclerosante. dovrebbe essere vietata. In Italia è obbligatoria. Non vaccinate i vostri figli contro il morbillo: somministrate un po’ di olio di fegato di merluzzo. Esiste anche in perle. Un bambino con vitamina A e D alte supera il morbillo senza problemi. Non somministrate per nessun motivo paracetamolo ai bambini con il morbillo, anzi non somministratelo mai a nessun bambino. La febbre non è un nemico, uccide i virus, e il paracetamolo abbassa il tasso di glutatione, di cui il bambino col morbillo, o con qualsiasi malattia infettiva, ha grandissimo bisogno.

 

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