I presidenti degli ordini dei medici sono denunciabili?
Apr 02, 2024di Silvana De Mari
I presidenti degli Ordini dei Medici sono denunciabili, possono essere denunciati? In effetti sono stati loro la catena di trasmissione di ordini ingiusti e pericolosi, grazie ai quali una malattia virale con una mortalità non superiore a quella di tutte le altre influenze è stata trasformata in un disastro sanitario, sociale ed economico. Le terapie corrette sono state vietate. La popolazione è stata messa agli arresti domiciliari causando il crollo del sistema immunitario oltre che dell’economia. Sono stati imposti isolamento sociale, mascherine e coprifuoco di cui nessuno ha mai dimostrato l’utilità. Sono stati imposti farmaci sperimentali di efficacia minima e pericolosità massima.
I Presidenti degli Ordini dei Medici hanno apposto la loro firma a raccomandate o pec inviate ai colleghi dove si dichiarava la scemenza della piena utilità di questi farmaci nel prevenire la trasmissione della malattia e si imponeva la loro inoculazione se si voleva continuare a lavorare. Si tratta di farmaci che hanno scritto sul foglietto illustrativo che ne sono ignoti gli effetti a distanza. Quelli noti sono spaventosi. Il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino dottor Giustetto non ha mai risposto alla mia richiesta di chiarimenti scientifici su questi farmaci. Mi chiedo se sia giuridicamente possibile per i colleghi che hanno avuto reazioni avverse denunciare il Presidente del loro Ordine perché risponda civilmente e penalmente dei danni causati.
Nel frattempo il 18 marzo è stata presentata dall’Associazione Avvocatura degli Operatori Sanitari e Socio-sanitari, una richiesta urgente d’intervento del Governo italiano avente come oggetto la denuncia degli Ordini dei medici. Ai sensi dell’art. 1, co. 3, lett. c) del D.Lgs. del Capo provvisorio dello Stato, 13 settembre 1946 n. 233, agli Ordini spettava, non di punire chi si prodigava a curare i malati di Covid, ma di “promuovere e assicurare l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità delle professioni e dell’esercizio professionale…
L’Ados chiede che la Federazione degli Ordini dei medici risponda alle seguenti domande in modo da sgombrare il campo dal dubbio di aver collaborato con le forze politiche all’epoca predominanti per imporre ai medici il protocollo “tachipirina e vigile attesa”.
1) Perché si è imposta la vaccinazione e nello stesso tempo si chiedeva di sottoscrivere il consenso informato? È evidente che il consenso è stato estorto (reato di violenza privata) perché la minaccia era la sospensione della retribuzione, senza quel minimo per la sopravvivenza che viene riconosciuto anche a chi commette reati quali lo stupro e l’omicidio.
2) Perché la politica e l’Ordine tacciono sull’ondata di patologie cardiovascolari e neurologiche post-vaccinali che stanno saturando gli ospedali dove peraltro è vietato indicare nella cartella clinica che il paziente è vaccinato?
3) Quali sono i motivi per cui l’Ordine dei medici ha violato il giuramento d’Ippocrate e l’art. 4 del codice deontologico relativo all’indipendenza della professione? In questi 3 anni l’Ordine ha limitato la libertà del medico imponendo trattamenti terapeutici anti-Covid inopportuni e antiscientifici.
4) Perché l’Ordine ha violato l’art. 13 del codice deontologico? Il medico non deve prescrivere farmaci per cui non è disponibile idonea documentazione scientifica, eppure i medici sono stati costretti, pena la sospensione, a somministrare una sostanza fraudolentemente chiamata “vaccino” le cui componenti, efficacia, effetti avversi sono stati in parte occultati. L’Ordine ha imposto il dogma “sicuro ed efficace”, trascurando il principio di precauzione, sulla base delle indicazioni politiche ministeriali.
5) Perché l’Ordine ha violato l’art. 15 del codice deontologico? Il medico non deve sottrarre il paziente a trattamenti scientificamente fondati e di provata efficacia. Erano disponibili farmaci efficaci contro il SARS-COV-1 che si sono dimostrati efficaci, se somministrati precocemente, anche contro il SARS- COV-2 e che avrebbero ridotto la pressione ospedaliera del 90%, come dimostrato dallo studio dell’istituto Mario Negri. Eppure l’Ordine ha imposto, senza che il medico potesse visitare il paziente a domicilio (istigazione alla violazione degli art. 22 e 23), l’applicazione di un protocollo antiscientifico: “tachipirina e vigile attesa”, responsabile di un incremento della mortalità. “La vigile attesa” non ha precedenti in medicina dove vige il principio “time is life”. La vigile attesa, si potrebbe configurare anche come reato di omissione di soccorso (art. 593 C.P.).
6) Perché l’Ordine ha violato gli artt. 6 e 19 del codice deontologico? È stato impedito che, sulla base delle evidenze scientifiche, si potesse ridefinire quanto imposto dalla politica, per l’isolamento, l’impiego delle mascherine e specialmente per la campagna vaccinale di massa dato che vi era un progressivo incremento degli eventi avversi a fronte dell’ inefficacia (dichiarata anche in scheda tecnica) di prevenire l’infezione e il contagio, i presupposti su cui si sono basati per sopprimere diritti costituzionali.
7) Perché l’Ordine ha violato gli artt. 48 e 49 del codice deontologico, riguardanti la somministrazione del pro farmaco genico la cui natura sperimentale non può essere ulteriormente negata? L’art. 48 prevede un’accurata anamnesi individuale e la valutazione, sulla base della singola storia clinica e anche di analisi specifiche, del rapporto rischio/beneficio come pure la comunicazione, da parte del medico, dei potenziali rischi di eventi avversi. Ai sensi dell’art. 49 il medico non deve proporre protocolli sperimentali se non scientificamente fondati in relazione alla loro sicurezza e alla loro efficacia.
8) Perché l’Ordine non ha vigilato sull’ aggiornamento del modulo di consenso sulla base delle informazioni derivanti dall’EMA e dai CDC in termini di reazioni avverse, in aperta violazione dell’art. 35 del codice deontologico? La continua revisione della scheda tecnica da parte dell’industria farmaceutica è un’ulteriore prova della natura sperimentale del farmaco. Nell’ultima revisione è chiaramente riportato che in alcune categorie di pazienti, ”fragili”, mancano informazioni cliniche, così come nelle donne in gravidanza e in allattamento. Eppure, queste categorie hanno avuto la priorità nel trattamento, in violazione del principio di precauzione.
9) Perché l’Ordine ha violato l’art. 45 del codice deontologico? Il medico dovrebbe acquisire idonea documentazione riguardante farmaci genici e informare il paziente sui rischi connessi alla loro somministrazione e alla loro possibilità di successo.
10) Perché l’Ordine ha sistematicamente rifiutato il confronto tra pari basato sull’analisi dei dati, perseguitando e discriminando i medici che, nella corretta applicazione del codice deontologico, potevano contribuire sia alla gestione della pandemia che della campagna vaccinale?
11) Perché l’Ordine non è intervenuto quando questo Sindacato denunciava i medici e gli infermieri che sui social inneggiavano all’odio ideologico, istigando a uccidere, ferire e far soffrire i pazienti non vaccinati, sicuri di muoversi in totale sicurezza e protezione, come è infatti avvenuto?
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