Sulle multe ai “no-vax”, le frodi scientifiche, i dibattiti pubblici e l’onestà intellettuale dei ricercatori
Dec 18, 2024di Sabino Paciolla
Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB)
Parere (n. 27) sulle multe ai “no-vax”, le frodi scientifiche, i dibattiti pubblici e l’onestà intellettuale dei ricercatori
In questi giorni politica e media fanno a gara per alimentare discordie e polemiche in merito al prospettato annullamento delle sanzioni pecuniarie a suo tempo comminate ai soggetti che avevano liberamente scelto di non assumere il cosiddetto vaccino anti-Covid, sanzioni palesemente in contrasto con le garanzie offerte dalla risoluzione n. 2361(2021) del 27 gennaio 2021 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa («Nessuno subisca pressioni politiche, sociali o di altro tipo affinché si vaccini, se non desidera farlo personalmente»), nonché dal regolamento n. 2021/953 del 14 giugno 2021 del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea («E’ necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate»).
Distratta in questo modo l’opinione pubblica, politica e media hanno buon gioco nel passare sotto silenzio altre notizie. Solo per fare alcuni esempi, può citarsi la situazione dei Paesi con il più alto tasso di persone “vaccinate”, che sono anche quelli con il più alto tasso di mortalità in eccesso (+20% in Giappone, con una media di 3,1 dosi a persona; addirittura +40% in Cile, con una media di 3,4 dosi a persona); o il rapporto del Congresso degli Stati Uniti d’America che denuncia l’origine artificiale del virus Sars-Cov-2 e l’inefficacia di misure restrittive tanto diffuse quanto prive di fondamento scientifico (distanziamento, lockdown, mascherine) ; o ancora, in un contesto diverso ma ugualmente rilevante dal punto di vista bioetico, la notizia secondo cui il BOVAER – un additivo alimentare somministrato ai bovini per ridurne le flatulenze – produce sugli animali effetti avversi gravi e irreversibili, quali tumori e sterilità, potenzialmente trasmissibili all’uomo tramite gli alimenti derivati dagli animali in questione.
Chiunque operi in ambito accademico e scientifico sa bene che i dati citati sono tanto controversi quanto manipolabili e che gli stessi potrebbero essere stravolti, o semplicemente obliterati, in futuro e in altri contesti, in base alle esigenze degli stakeholders che controllano, allo stesso tempo, circuiti accademici, scientifici, culturali, tecnologici, industriali, commerciali, mediatici e politici, come nel caso delle aziende che producono, sponsorizzano, commercializzano e utilizzano – mediante filiere di aziende da esse controllate – il BOVAER.
Un certo livello di tendenziosità dei sistemi di comunicazione, tanto scientifica quanto politica, è fisiologico, perché insito nella natura e negli scopi stessi dei media, ma la crescita esponenziale di questo livello registratasi a partire dall’affaire Covid evidenzia chiaramente l’intento di teleguidare la società civile verso un appiattimento acritico e acefalo in nome dello “scientismo”, la nuova religione fondata sul credere a ogni costo a ciò che gli scienziati dicono al di là e al di fuori di ogni evidenza, in base alle circostanze e, se del caso, contraddicendosi.
La soluzione ai problemi richiamati presuppone e richiede un rinnovato approccio etico che – per coinvolgere utilmente politica e media – deve necessariamente partire dal rafforzamento dell’onestà intellettuale dei ricercatori. Occorre ricordare, in proposito, che la Convenzione di Oviedo sulla biomedicina del 1997, nonché le Dichiarazioni universali dell’UNESCO sul genoma umano del 1997 e sulla bioetica del 2005, pongono a carico dei medici/sperimentatori specifici doveri, quali il dovere di rispettare gli obblighi professionali e le regole di condotta ispirati al rigore, alla prudenza e all’integrità morale non solo nell’utilizzo delle migliori conoscenze disponibili e nella trasparenza delle decisioni adottate, ma anche nella presentazione dei risultati scientifici conseguiti.
La Convenzione di Oviedo, inoltre, sollecita i governi nazionali a vigilare affinché le domande fondamentali poste dallo sviluppo della biologia e della medicina formino oggetto di un dibattito pubblico alla luce, in particolare, delle implicazioni mediche, sociali, economiche, etiche e giuridiche pertinenti: ed è ovvio che tale dibattito dovrebbe scaturire proprio dalla comunità scientifica che, invece, appare sempre più restia a svolgere quella funzione di analisi critica che costituisce la sua ragion d’essere.
Non è questa la sede per investigare le cause di questa apatia, ma non si può fare a meno di segnalare due fattori determinanti: i mastodontici e non più mascherabili conflitti di interesse che condizionano il mondo scientifico e accademico, non solo in campo medico, e gli ostacoli alle carriere professionali di coloro che sollevano dubbi sulle narrazioni dominanti.
In questa prospettiva, va ricordato che milioni di italiani hanno accettato di “vaccinarsi” affidandosi all’autorevolezza, alla credibilità e, quindi, all’onestà intellettuale di organismi tecnico-scientifici, scienziati e docenti universitari – come anche media, politici, istituzioni – che indicavano nella “vaccinazione” il solo e unico strumento in grado di evitare il diffondersi del contagio, quando già nell’ottobre 2022 la Pfizer aveva ammesso pubblicamente, in un’audizione innanzi il Parlamento europeo, che il cosiddetto vaccino non era mai stato testato contro la trasmissione della malattia, ammissione condivisa, nell’agosto 2024, dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Nella stessa prospettiva, la frase “Se non ti vaccini, ti ammali e muori oppure fai morire gli altri” resterà iconica di un certo modo di fare biopolitica.
Sulla base di queste considerazioni, il CIEB sollecita ancora una volta i cittadini a prendere coscienza della varietà dei meccanismi e degli strumenti che i professionisti dell’informazione – in qualsiasi campo, sia essa mainstream o antisistema – utilizzano per occultare strategie e dinamiche che hanno il solo scopo di azzerare il pensiero critico e, con esso, diritti e libertà fondamentali.
CIEB, 15 dicembre 2024
Il testo originale del Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb
Note:
1 Cfr. https://ourworldindata.org/ alla sezione Human Mortality Database (2024) e World Mortality Dataset (2024).
3 Cfr., da prospettive diametralmente opposte, https://www.sciencemediacentre.org/expert-reaction-to-social-media-posts-about-cattle-feed-additive-bovaer/ e https://www.qualeformaggio.it/estero/28141-il-green-washing-di-arla-diventa-un-boomerang-il-popolo-dei-social-insorge/. Si vedano anche le singolari conclusioni del report scientifico che ha autorizzato l’uso del BOVAER in Scozia: https://www.food.gov.uk/sites/default/files/media/document/RP1059_3NOP_SafetyAssessment_Final SM.pdf.
4 Cfr. l’art. 4 della Convenzione di Oviedo, l’art. 13 della Dichiarazione universale dell’UNESCO del 1997 e l’art. 18 della Dichiarazione universale dell’UNESCO del 2005.
5 Cfr. l’art. 28 della Convenzione.
7 Cfr. https://www.iltempo.it/esteri/2022/10/11/news/covid-pfizer-janine-small-parlamento-ue-ammette-non-abbiamo-testato-vaccino-fermare-trasmissione-virus-33420706/.
FONTE : Il Blog di Sabino Paciolla
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