Si vis pacem para bellum
Nov 21, 2024di Silvana De Mari
Detto latino, se vuoi la pace prepara la guerra. I popoli disarmati si candidano a diventare popoli di schiavi o popoli di morti. Il concetto era molto chiaro a George Orwell che ebbe il coraggio di un’affermazione inoppugnabile che sottoscrivo: la democrazia è possibile solo dove tutti i cittadini siano armati. Le armi in mano a privati non devono essere permesse: devono essere obbligatorie. Dove tutti sono armati, il terrorismo diventa difficile, al Bataclan i terroristi sarebbero stati abbattuti dopo il secondo morto, la strage di Orlando avrebbe avuto tre vittime al massimo. Le stragi nelle scuole diventerebbero molto difficili dove bidelli e insegnanti siano armati. Dove tutti siano armati l’ estorsione del pizzo e le birichinate della banda di arancia meccanica diventano attività da aspiranti suicidi.
Nel novembre 2005 per la prima volta, ma non per l’ultima, le periferie sono andate in fiamme, a cominciare da quelle francesi, le banlieau. Sono state bruciate auto, danneggiati ospedali, distrutte scuole, presi a sassate poliziotti e pompieri e i sassi possono fare molto male, possono anche uccidere, non sono una marachella. In Svizzera e in Corsica non è bruciato nemmeno un copertone. In Corsica e in Svizzera c’è un enorme numero di armi in mano ai civili. Se qualcuno brucia un’auto, ci sono forti probabilità che il proprietario prima gli spari dalla finestra e solo dopo telefoni alla gendarmeria. La Svizzera inoltre concede con molta parsimonia la cittadinanza e i non cittadini possono essere facilmente espulsi. Ha inoltre l’arma della democrazia popolare, il referendum, con cui in qualsiasi momento si può scavalcare il politicamente corretto e chiudere le frontiere a una determinata minoranza.
La Corsica ha un gran numero di cacciatori, che sono uomini dotati di un fucile, e dispone anche di una mezza dozzina di movimenti indipendentisti con attività ufficialmente terroristiche quindi dotati di esplosivo al plastico. La pax corsa è stata bruscamente interrotta la notte di Natale del 2015 ad Aiaccio, quando un gruppo di uomini nel quartiere arabo, les Jardains de L’Empereur, ha dato fuoco ai cassonetti della spazzatura per aggredire poi con una violenta sassaiola pompieri e poliziotti, alcuni dei quali sono stati feriti. Quattro ore dopo la moschea è stata attaccata e danneggiata da un incendio. Il giorno successivo c’è stata una manifestazione di corsi nel quartiere arabo, talmente vivace che nei giorni successivi sono state vietate tutte le manifestazioni. Due giorni dopo Le Corse Matin il quotidiano locale della Corsica ha pubblicato in prima pagina, su sei colonne, per puro dovere di cronaca, dissociandosi ovviamente dall’intollerabile violenza, un comunicato di tutti i gruppi terroristi corsi coalizzati che informava quelli che erano chiamati “i nostri amici arabi”, che un qualsiasi atto di violenza o terrorismo sull’isola, sui suoi aerei o i suoi traghetti, avrebbe scatenato una rappresaglia di tale violenza che li avrebbe costretti ad andarsene tutti, senza la difficile distinzione tra innocenti e colpevoli.
In Corsica non ci sono mai stati atti di terrorismo. In Corsica nessuna chiesa è bruciata. In Corsica non esistono no go zone, sacche islamiche dove è pericoloso entrare. In Corsica è impensabile che un professore possa essere decapitato da un giovane ceceno che vuol difendere Maometto dopo essere stato isolato dagli altri professori terrorizzati. In Corsica non potrebbe succedere che dei vignettisti siano uccisi. In Corsica nessuna partita che coinvolga una squadra israeliana potrebbe essere disturbata. La Corsica è stata l’isola dei Giusti. Durante l’occupazione nazista, non un solo ebreo è stato consegnato ai nazisti o alla repubblica di Vichy, e solo un popolo armato dove da sempre gli uomini si assumono la responsabilità dei loro fucili e del loro coraggio poteva fare questo, perché i popoli disarmati sono vili e si inventano che gli orchi abbiano delle ragioni così da giustificare la propria vigliaccheria e ammantarla di inclusione e buoni sentimenti. Il 7 ottobre 2023 in Israele ci sono stati stupri di massa di centinaia di donne ebree sventrate e mutilate, più di mille assassinati, fra cui vecchi e bambini massacrati col machete, seimila feriti. Centinaia di ostaggi sono stati trascinati a Gaza e da Gaza sparano su Israele missili qassam. Tutto questo è stato fatto al solo scopo di costringere Israele e una guerra che inevitabilmente avrebbe portato alla morte di civili, dato che le guerre sono brutte e fanno male. Dal 7 ottobre 2023 l’antisemitismo è esploso con una violenza che non si vedeva da anni. Nemmeno i grandi capi di Hamas possono essere così sprovveduti da pensare di poter distruggere militarmente Israele. Il loro scopo quindi è scatenare un tale odio da isolare questo piccolo paese, grande come la Lombardia. In tutti conflitti del mondo, con l’unica eccezione di quello palestinese, quando qualcuno bombarda i bambini sono messi nei rifugi antiaerei. A Gaza a nessun bambino mai è stato permesso di accedere a un rifugio antiaereo. Sui siti pro Palestina ci sono video di questo genere: una casa assolutamente normale, perché Gaza era un posto assolutamente normale, con due alberghi e un campo da golf, bambini giocano tranquillamente. La ripresa non è fatta da un cellulare: è evidente che si tratta di una vera videocamera con un treppiede. Cominciano a bombardare, esplosioni e mura che tremano: i bambini uno terrorizzati e disperati e si abbracciano tra i loro mentre nessuno si sogna neanche lontanamente di allontanarli dalla stanza per portarli al sicuro in un rifugio antiaereo, uno degli infiniti e sicuri tunnel dove i miliziani impedirebbero loro di entrare. Quei bambini servono morti o con le gambe spappolate. Gli israeliani avvertono sempre quando stanno per bombardare, sempre. I palestinesi non spostano i loro bambini dalle zone che saranno bombardate, si limitano a montare telecamere e riprendere la scena. Gaza è l’unico posto di guerra dove non esistano fotografie di civili e bambini nei rifugi antiaerei. Putin ha causato la morte di circa 200000 persone in Cecenia, le guerre si fanno così, in Siria i morti sono stati 500000, in Sudan 2 milioni, cifre spaventose a fronte di aggressioni nemmeno paragonabili a quelle palestinesi. Eppure grazie all’eroico popolo palestinese che, secondo quanto affermano i suoi capi, adora la morte inclusa quella dei suoi figli bambini, il mondo ha potuto tirare di nuovo fuori un antisemitismo di qualità come quello del 1940. Ad Amsterdam c’è stato un vero e proprio pogrom in occasione di un evento sportivo, il Maccabi Tel Aviv contro l’Aiax. Il pogrom è avvenuto praticamente in mondovisione, nell’assoluta gioia dei siti e dei social pro Palestina. La polizia costituita in gran parte da islamici di seconda generazione non ha voluto o potuto intervenire. Lo stesso problema era verosimile per partita Francia Israele, conclusasi fortunatamente senza morti e feriti, ed è per questo che Marine Le Pen aveva fatto la proposta di spostare la partita da Parigi in Corsica, perché i Corsi non permetterebbero violenze. La Corsica fa accidentalmente parte della Francia, si tratta di un popolo con una lingua particolare che può essere considerata una forma dialettale di italiano, una storia particolare, che in seguito a una serie di accidenti appartiene alla Francia. Nonostante l’avventura napoleonica, i corsi sono sempre stati considerati di serie B. Nella prima guerra mondiale sono stati carne da macello, sempre in prima linea e senza diritto a nessun giorno di licenza, per cui il coefficiente dei loro morti fu in doppio di quello del resto della Francia: un uomo su cinque. I Corsi si considerano colonizzati dalla Francia: questo ha permesso loro di non condividere ogni senso di colpa woke e odio di sé in nome dell’anticolonialismo isterico. I Corsi ricordano con estrema precisione la loro storia, una storia fatta di guerra ininterrotta ai pirati saraceni, che hanno flagellato per secoli le loro coste, portando morte, schiavismo e distruzione.
La Corsica se ne infischia della legge sulla laicità francese che vieta processioni, stature religiose e la dizione Buon Natale, che deve essere rigorosamente sostituita da Buone Feste. In Corsica si fanno processioni per qualsiasi occasione, fioriscono statue della Madonna, a Natale enormi cartelloni con stalla, bue, asino e Bambinello augurano in corso Buon Natale, pace e salute. La Corsica, come la Sardegna, avrebbe dovuto essere deturpata dalle inutili e controproducenti pale eoliche. Ne hanno messe solo due e non ne metteranno altre perché le due sono state immediatamente “plasticate”, cioè fatte saltare con l’esplosivo al plastico. La scrivente riporta per puro dovere di cronaca, e si dissocia da questa brutale violenza.
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