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San Luigi Gonzaga, il patrono dei giovani spiegato da don Bosco

antonio tarallo la nuova bussola quotidiana san giovanni bosco san luigi gonzaga Jun 22, 2024

di Antonio Tarallo

In uno dei suoi scritti più noti, Il giovane provveduto, don Bosco indica ai ragazzi un programma di vita per farsi santi, proponendo come modello san Luigi Gonzaga. Il quale, in Paradiso, gode di una gloria così grande che stupì una mistica come santa Maddalena de’ Pazzi.

Santi e giovani si può. A confermarlo è la testimonianza di vita di san Luigi Gonzaga (1568-1591) di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Il santo, religioso della Compagnia di Gesù, conosciuto da tutti come patrono della gioventù cattolica, ci offre lo spunto per riflettere sulla santità giovanile. La sequela di santi giovani è lunga e tutta colma di biografie davvero straordinarie: a cominciare dagli albori del cristianesimo, passando per il religioso gesuita, fino ad arrivare al futuro san Carlo Acutis (1991-2006), la cui data di canonizzazione verrà resa nota nel concistoro del prossimo 1 luglio.

E se guardiamo alla santità tra i giovani non possiamo non ricordare uno dei santi “anziani” che fu estremo promotore della santità proprio fra i ragazzi: san Giovanni Bosco (1815-1888). Del santo salesiano, fra i tanti scritti pubblicati, ci rimane un prezioso volume, ossia Il giovane provveduto (1847), che potremmo definire il punto di arrivo delle sue esperienze pastorali tra i giovani del primo Oratorio e che costituisce la base per gli sviluppi del suo programma di santità giovanile. Nel volume troviamo quelli che egli stesso definisce gli «orizzonti di spiritualità giovanile», una sintesi delle pratiche religiose che un giovane dovrebbe seguire.

Fin dalle prime righe si comprende bene l’oggetto dell’opera: «Un metodo di vita cristiano che sia nel tempo stesso allegro e contento»; un modello di vita che possa condurre i giovani a diventare «la consolazione dei parenti, l’onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo». Un bel programma, un santo programma, che san Giovanni Bosco cercò sempre di trasmettere ai suoi ragazzi. Diviso in tre parti (più un’appendice che contiene le laudi sacre), il volume rappresenta un vero e proprio vademecum per la santità giovanile. Ed è proprio scrivendo in merito a questa, che il santo piemontese fa riferimento a san Luigi Gonzaga, guardando a lui come modello da seguire per tutti i giovani. Nella prima parte del libro troviamo: alcune importanti istruzioni e riflessioni sul Signore; i doveri del cristiano e un elenco delle verità eterne. La seconda parte, invece, offre una sequenza di Esercizi particolari di cristiana pietà in uso nell’Ottocento. La terza e ultima parte contiene l’ufficio della Madonna e i formulari per la celebrazione dei Vespri in tutto l’anno liturgico.

Lo stile è diretto e, se prestiamo attenzione, sembra quasi che dalle righe vergate da don Bosco fuoriesca la sua voce: «Due sono gli inganni principali, con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo è far loro venir in mente che il servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, giovani cari. Io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiano che sia nel tempo stesso allegro e contento, additandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri, talché voi possiate dire col santo profeta Davide: serviamo al Signore in santa allegria: servite Domino in laetitia».

E dei giovani cosa scrive san Giovanni Bosco? O meglio, cosa scrive, nel particolare, ai giovani per mostrargli la via della santità? Ecco la risposta: «Persuasi, cari figliuoli, che noi siamo tutti creati per il paradiso, dobbiamo indirizzare ogni nostra azione a questo fine. A questo vi deve muovere specialmente il grande amore che Dio vi porta. Imperciocché quantunque egli ami tutti gli uomini come opera delle sue mani, tuttavia porta una particolare affezione per i giovanetti, formando in essi le sue delizie: Deliciae meae esse cum filiis hominum. Dunque voi siete la delizia e l’amore di quel Dio che vi creò. Egli vi ama perché siete ancora in tempo a fare molte opere buone; vi ama perché siete in un’età semplice, umile, innocente ed in generale non ancora divenuti preda infelice del nemico infernale». Efficaci righe per indicare ai giovani la loro missione: «Fare molte opere buone».

È interessante notare come, ne Il giovane provveduto, il santo piemontese faccia diverse volte riferimento a san Luigi Gonzaga. Nota evidente di tutto ciò è il nome del gesuita che nelle prime pagine del volume – soprattutto quelle che compongono la prima parte – compare per circa ben quaranta volte. Quaranta citazioni per delineare il perfetto profilo del santo giovane. La prima è assieme a un’altra santa giovane, santa Rosa da Lima (1586-1617): «Ah! figliuolo, dice Dio, ricordati del tuo Creatore nel tempo di tua gioventù; altrove dichiara beato quell’uomo che dalla sua adolescenza avrà cominciato ad osservare i suoi comandamenti. Questa verità fu conosciuta dai santi, e specialmente da santa Rosa di Lima e da san Luigi Gonzaga, i quali avendo cominciato fin da cinque anni a servire fervorosamente il Signore, fatti adulti non trovavano più gusto se non per le cose che riguardavano a Dio; e così divennero gran santi». 

Il santo gesuita è additato come faro per i suoi cari ragazzi di Valdocco: «Dove si trovava san Luigi Gonzaga niuno più ardiva proferire parola meno onesta e sopraggiungendo egli in atto che altri ne pronunziava alcuna, tosto si diceva: zitto, c’è Luigi». Inoltre, Bosco fa riferimento anche a una pia pratica andata ormai purtroppo in disuso: «I romani pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran santo a vantaggio spirituale dei cristiani concederono indulgenza plenaria a tutti quelli che pentiti e comunicati avranno santificato sei domeniche continue precedenti alla festa del santo, od altre nel corso dell’anno con pie opere ed orazioni ad onore del santo medesimo e a gloria di Dio. Tale indulgenza si può lucrare per ciascheduna delle domeniche suddette».

Colpisce, infine, quanto riporta ancora san Giovanni Bosco sul giovane santo in Paradiso: «La sua carità verso Dio e verso del prossimo era così intensa, che tutto il viver suo dal primo uso di ragione fino alla morte fu un continuo esercizio di carità verso il prossimo e d’amor verso Dio. Onde non è meraviglia che santa Maddalena dei Pazzi, la quale rapita a contemplare la felicità dei beati vide la gloria di san Luigi, abbia esclamato che se veduto non avesse, non avrebbe mai creduto essere tanta gloria in paradiso, quanto quella di cui era adorno san Luigi». Una descrizione che lascia senza parole, che colpisce il cuore e che ci fa riflettere sul cammino di santità a cui tutti siamo chiamati.

FONTE : La Nuova Bussola Quotidiana

 

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