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Riflessioni sulla sanità...

giglio reduzzi sanità Jun 27, 2023

di Giglio Reduzzi

 

1) Il problema dei “Pronto Soccorso”   

Il problema dei Pronto Soccorso si aggrava di giorno in giorno e, purtroppo, non mi sembra che la soluzione prospettata dal governo (aumentare il presidio militare) vada nella giusta direzione. 

La sicurezza degli operatori (medici ed infermieri) non si ottiene scoraggiando le aggressioni degli stessi da parte dei pazienti, ma evitando che questi ultimi raggiungano l’esasperazione conseguente alle troppe ore d’attesa. 

Mandarci dei poliziotti al posto dei medici può frenare l’istinto aggressivo, ma non la rabbia che sta sotto. 

Perché andare all’ospedale non è come andare al bar e chi ci va, poveretto, si aspetta di essere curato con la prontezza  implicita nella stessa denominazione del servizio, che è, appunto, di Pronto Soccorso. 

Probabilmente l’irritazione dei pazienti sarebbe minore se, mediante appositi cartelli luminosi, essi venissero informati, sin dal loro primo ingresso in ospedale, che, a seconda del codice in loro possesso, dovranno attendere un certo numero di ore, in modo che essi possano decidere autonomamente ….di che morte morire. 

Sarebbe anche auspicabile che, ogniqualvolta il paziente fosse costretto ad attendere più delle ore promesse, gli fosse garantita la possibilità di ottenere un risarcimento, come del resto avviene per altri servizi pubblici, tipo collegamenti ferroviari. 

Idem per quando si sente dire che, se vuol fare una TAC, deve attendere otto mesi, invece delle otto ore che gli vengono proposte dalla clinica privata. 

 

2) Sistemi sanitari a confronto 

 Tre sono i sistemi sanitari che conosco: 

·  Quello statunitense, 

·  Quello canadese, 

·  Quello italiano. 

E mi sembrano tutti inadeguati. 

In USA non esiste un sistema sanitario nazionale (SSN) degno di questa parola. 

Esistono degli ospedali, tutti gestiti con criteri privatistici come ogni altra impresa, ai quali accedi con un’assicurazione, pagata di tasca tua e/o dall’azienda per cui lavori, il cui premio, sempre salato, dipende dalla tua età, le tue condizioni di salute e non so cos’altro. 

Per i meno abbienti esistono delle assicurazioni specifiche (Medicare, Medicaid), che però di regola non coprono gli interventi più costosi. 

Quello americano è il sistema ideale per chi non ha problemi economici. 

Servizio costoso, ma pronto e solitamente efficace. 

Canada. Altra musica. 

Qui vige un’assistenza sanitaria di tipo cubano. 

Non esistono cliniche private perché sono vietate dalla legge. 

Esiste un unico SSN, ovviamente retto con criteri pubblici. 

Anche qui, se ti serve una TAC, devi aspettare i tuoi bravi sei mesi come da noi. 

Se non vuoi attendere tutto quel tempo, l’alternativa è prendere l’aereo ed andare a fare l’esame in USA, dove la scelta è tra il mattino ed il pomeriggio della stessa giornata. 

In compenso iscriversi al SSN è obbligatorio e le cure sono gratuite. 

Ma lo sono solo per chi è iscritto, cioè per chi, canadese, ha partecipato con le sue tasse alla creazione del servizio. 

Per il turista di passaggio l’accesso alle cure ospedaliere può costare molto caro. 

Quando entri in un Pronto Soccorso, prima ancora di chiamare il medico di turno, l’infermiere del Triage ti fa pagare un ticket di alcune centinaia di dollari (l’importo esatto è stabilito dalla Provincia in cui ti trovi). 

Poi c’è il costo dell’esame medico e quello dell’eventuale medicamento. 

Nel mio caso (avevo un forte mal di schiena), la visita all’Emergency Room dell’ospedale sito vicino all’aeroporto di Halifax, mi è costata diverse centinaia di dollari, nonostante le due pastiglie di Voltaren costassero solo due dollari. 

Poi c’è il sistema italiano, che non è inquadrabile in nessuno dei due sistemi, ma non è certo il migliore. 

Da noi c’è infatti un sistema misto. 

Cioè un servizio pubblico, creato con le nostre tasse, cui è obbligatorio iscriversi e c’è un sistema privato dove vai a farti curare quando ne hai bisogno, perché il sistema pubblico non funziona o ti costringe ad insopportabili attese, come avviene in ogni Pronto Soccorso. 

Il ricorso alla clinica privata è la riposta italiana all’inefficienza del servizio pubblico. 

In questo siamo messi meglio dei canadesi, perché loro, per accedere alle cure private, devono prendere l’aereo ed andare in USA. 

Da noi devi solo spostarti di pochi metri, purché tu abbia i mezzi economici per farlo. 

Un’altra grossa differenza con i sistemi in uso sia in Canada sia in USA è che in Italia il servizio pubblico, se così si può chiamare, è gratis per tutti: anche per il ricco turista americano che viene a visitare il Colosseo. 

Se cade da una gradinata e viene trasportato al Pronto Soccorso del San Camillo (e se ha la pazienza di aspettare le 7/8 ore di rito), nessuno gli presenterà un conto per l’ingessatura della gamba. 

Certo, non possiamo illuderci che, così concepito, il nostro SSN sarà mai in attivo.

 

3) Come ridurre la spesa per farmaci  

 

Ogni governo si lamenta di questa spesa, ma nessuno ha ancora pensato a come ridurla. 

Eppure ci sono fior di esempi sotto gli occhi. 

Per esempio quello fornito dagli Stati Uniti, cui peraltro siamo soliti ispirarci in numerosi altri settori. 

Cosa fanno in America? 

L’avevo scoperto già nel corso del mio primo viaggio di lavoro e mi aveva subito colpito. 

Tornato a casa, ne ho parlato in un paio di lettere ai giornali. Devono essere apparse interessanti perchè sono state entrambe pubblicate. 

Ne ho parlato anche ad un Ministro della Sanità che ritenevo amico di famiglia, ma non ne fece niente. 

Eppure il sistema che avevo descritto, oltre ad essere di estrema facilità, fa risparmiare soldi e non a caso nessuno ha mai pensato di cambiarlo. 

Ecco come funziona: 

il medico, quando ti prescrive un farmaco, non si limita a prescrivere il tipo di pastiglia che devi assumere, ma anche quante ne devi prendere in totale. 

Allora tu vai dal farmacista e lui, dopo aver letto la ricetta, prende un grosso vaso pieno di quelle pastiglie, dal quale estrae il quantitativo di compresse prescritto dal tuo medico, non una in più e non una in meno. 

Poi le prende, le infila in un piccolo contenitore di plastica, dotato di etichetta, sulla quale scrive il tuo nome, la dose giornaliera consigliata, il suo numero di telefono, quello del medico prescrivente e tutta la consueta serie di raccomandazioni. 

I vantaggi di questa operazione sono due: 

1) La medicina viene acquistata all’ingrosso, dunque ad un prezzo inferiore, 

2) Tu assumi esattamente il numero di compresse che ti è stato prescritto, evitando di mandare al macero quelle in soprannumero che immancabilmente rimarrebbero nella scatola, se le comprassi preconfezionate. 

Come si vede, la soluzione per ridurre la spesa c’è e non si capisce perché non venga adottata.

 

 

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