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TRUTH

Quella proposta pazza e irragionevole per il mondo

costanza miriano Dec 01, 2022

di Costanza Miriano

Mi chiedo da un po’ che senso abbiano le spallate che la Pontificia Accademia per la Vita sta dando sul tema della contraccezione a Humanæ Vitæ con il volume Etica teologica della vita, pubblicato dall’Accademia ma contestato da diversi suoi membri. Recentemente con delle affermazioni pubbliche Monsignor Paglia ha adombrato la possibilità di un nuovo documento che potrebbe attenuare il divieto della Chiesa sulla contraccezione artificiale. Mi chiedo che senso abbia tutto ciò, dicevo, dal momento che la questione è purtroppo ampiamente superata nella prassi della stragrande maggioranza dei cattolici, con l’avallo di un gran numero di pastori.

Ci sarebbe tanto da dire nel merito, e sono certa che si dirà, perché c’è una Chiesa silenziosa che continua a fidarsi di Humanæ Vitæ, della teologia del corpo di Giovanni Paolo II. Un popolo che ha capito benissimo che il no alla contraccezione è un sì a una vita nella quale si lascia a Dio l’ultima parola, la possibilità di agire. Ne conosco tanti. È gente che ha scommesso tutto su Dio e vive nella libertà dei figli di Dio, in questa pienezza che sola può venire dalla certezza che ti dà la fede, non gente fissata con le regole come ci vogliono raccontare, pure certi pastori. È gente che non è, come viene dipinta, preoccupata dalle regole, costretta e soffocata dai limiti, ma gente con una marcia in più, perché sa in chi ha messo la sua speranza. Spesso sono famiglie numerose – ma non è detto, perché i figli sono un regalo, e Dio li distribuisce come è meglio – ma di sicuro sono famiglie tutt’altro che tristi e represse (catholics do it better!).

Entro nel merito solo in un punto sollevato dal documento a cui accennavo prima, il quale sostiene che anche i metodi naturali possono essere usati con una mentalità contraccettiva, e quindi tanto vale usare anche quelli artificiali (sintesi grossolana ma veritiera di una parte del documento). Ora, mi pare abbastanza evidente che anche il bene possa essere fatto con animo cattivo: posso per esempio fare l’elemosina solo per farmi vedere. È capitato anche a me. Oppure posso farla borbottando e dicendo che in fondo non è giusto, perché quella persona la povertà se la merita. Lo sappiamo che senza lo Spirito Santo “nulla è nell’uomo, nulla senza colpa”; ma ciò non toglie che fare l’elemosina è una cosa buona, e non farla è cattiva: c’è un bene e un male assoluti. È vero, si possono seguire i metodi naturali cercando di evitare i figli, ma: 1) non c’è niente di male nel cercare una genitorialità responsabile (“adesso non abbiamo le forze per un altro figlio”); 2) se rispetto i periodi fertili lascio sempre la possibilità a Dio di intervenire (“ma se arriva lo accogliamo a braccia aperte, sapendo che se Dio lo ha mandato, provvederà”).

Dicono i più attenti osservatori che l’obiettivo ultimo della inspiegabile critica alla contraccezione – critica inutile perché già superata nella prassi e nel sentire comune del sedicente cattolico medio – sia sdoganare l’omosessualità. Una volta rotto il legame inscindibile tra sessualità e possibilità di generare la vita, allora sarà tutto ammesso. La biologia non sarà più vincolante. E una parte della Chiesa lo vorrebbe – dicono – perché non sopporta di essere irrimediabilmente fuori moda. Allora insegue il mondo, a saldi finiti. E poi sappiamo che la mafia lavanda ha i suoi picciotti dappertutto.

Il fatto che secondo i sondaggi – ma da quando la Chiesa guarda ai sondaggi? A quello su Gesù e Barabba mi pare che abbiamo perso, eppure… – i cattolici siano favorevoli alla contraccezione dovrebbe far cambiare la dottrina? La stragrande maggioranza della gente è favorevole ai soldi, cambiamo il comandamento della carità? Che significa?

Non è difficile, ci dovrebbero arrivare tutti quei professori messi insieme: la Chiesa è maestra dalla cattedra, madre in confessionale; indica obiettivi alti, ma poi si china con misericordia sull’uomo che non riesce a raggiungerli, che per tutta la vita cercherà di farlo.

Ma io penso che, contraccezione a parte, il problema sia a monte. Il problema nasce quando la Chiesa vuole fare delle proposte ragionevoli, che possano andare bene a tutti. Perché secondo me in tanti non crediamo veramente, e quindi cerchiamo di mettere una spennellata di cristianesimo su delle vite che senza Cristo sarebbero comunque quelle. Vite in cui ci difendiamo, cerchiamo di non essere disturbati, minimamente toccati nelle cose più care, cioè l’affettività e i soldi.

È ovvio che il mondo non capisca il no alla contraccezione. Loro non credono che Dio si è fatto uomo, e si lascia mangiare nel suo vero corpo e vero sangue ogni giorno da noi. Non credono che quel corpo lì ha vinto la morte. E perché allora dovrebbero lasciare a lui la decisione sul loro piacere, sul numero dei figli, sui soldi, sulla loro vita? Non credono e quindi giustamente decidono da soli. In modo, in molti casi, onesto, ragionevole, e rispettabile. Ma quello che Cristo propone ai suoi è una cosa completamente diversa. Pazza e irragionevole per il mondo. Ci propone la croce, stoltezza per il mondo. Perché ci ostiniamo a conformare la proposta cristiana al buon senso, al parere comune? Non c’entra niente. E’ proprio un’altra cosa.

Noi andiamo a messa e siamo contemporanei di Cristo, e poi di Francesco, Caterina, Tommaso, Teresa d’Avila e Teresina, siamo in comunione con i santi, desideriamo vivere un’altra vita, è ovvio che la pensiamo diversamente su come gestire il corpo.

Il sacrificio di Cristo è davvero il compimento di tutta la storia della salvezza: in preparazione al prossimo Capitolo generale del Monastero wifi che sarà sull’Eucaristia propongo un viaggio n I segreti dell’ultima cena, di Brant Pitre, che spiega le radici ebraiche del sacrificio di Cristo. Un libro che aiuta a conoscere i simboli ebraici – lo può leggere anche chi sul tema è tabula rasa come me – e a cogliere con sempre maggiore consapevolezza che l’Eucaristia è ordinata alla croce, e la croce è ordinata alla risurrezione. Noi riceviamo l’Ostia, cioè la vittima, che è Gesù, come pegno della gloria eterna.

Altro che quello che ho sentito a una messa, a Verona: “prendete fratelli e sorelle (sorelle? Nel cenacolo?) questo è il SIMBOLO del mio corpo”! Mi dicono che quella messa non era valida, e mi dicono anche che in alcuni seminari c’è persino chi insegna così (ma io non posso pensare una cosa simile).

Io mi chiedo invece ogni giorno se ci credo veramente. Cioè ci credo con la testa, questo sì, ma vivo di conseguenza? No, la risposta è no, o sicuramente non abbastanza. E prego con don Dolindo: Gesù, pensaci tu. Sfondami il cuore, fammi il regalo della fede, ma di una fede retta. Però una cosa mi è chiara. Questa cosa in cui la Chiesa, come corpo mistico, crede, e in cui anche io come pecora scalcagnata voglio credere, non è ragionevole. È una pazzia. E dobbiamo smetterla di cercare di addomesticare quello che Cristo – attraverso la dottrina infallibile della Chiesa – propone ai suoi figli. Perché è per i suoi figli, la proposta, non per il mondo. I figli poi si faranno carico del mondo, ma non possono pensare di convincerlo.

 

 

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