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PIANTE UTILI IN CASO DI COVID-19 E ALTRE INFEZIONI VIRALI

cure covid medicina valentina bennati Sep 29, 2022

di Valentina Bennati*

È stata recentemente pubblicata dal Journal of Medicinal Food una linea guida completa per l’utilizzo di piante e preparati derivati ​​dalle piante in caso di Covid-19 e infezioni virali respiratorie simili. Si tratta di un lavoro scientifico che ha esaminato la letteratura disponibile utilizzando diversi database relativi alle piante terapeutiche selezionandole in base alle loro proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti.

Ecco le specie vegetali che, in base alla ricerca, sono risultate più utilizzate nella medicina tradizionale per migliorare la capacità immunoregolatoria:

ALOE VERA. Grazie alla presenza di alte concentrazioni di fitocostituenti come i polisaccaridi e le glicoproteine, ha varie proprietà: antinfiammatorie, immunostimolanti, antibatteriche, antivirali e moderatamente antimicotiche.

ECHINACEA. È in grado di rafforzare le difese dell’organismo nei confronti delle malattie da raffreddamento, delle sindromi influenzali e delle affezioni delle vie aeree superiori. Stimola la fagocitosi, la formazione delle cellule-T e inibisce la formazione dell’enzima ialuronidasi che, emesso di batteri, provoca la rottura delle pareti cellulari e la conseguente formazione di pus. Negli stati acuti andrebbe somministrata di frequente, mentre come prevenzione viene in genere usata a partire da fine estate a cicli.

PIANTAGGINE. Contiene sali minerali, vitamine, flavonoidi e un principio, l’aucubina, con attività antimicrobica e antivirale che la fa agire positivamente sui malanni stagionali dell’apparato respiratorio. Ha anche virtù anticatarrali e corroboranti del sistema circolatorio e linfatico.

AGLIO. Ha proprietà antibatteriche, antisettiche polmonari, antiossidanti, antitrombotiche e immunostimolanti. Il suo nome in sanscrito (‘scaccia diavoli’, ‘uccisore di mostri’) sta a indicare che è un valido presidio anche contro i parassiti intestinali che sono, appunto, i ‘mostri dei nostri inferi’. È preferibile utilizzarlo fresco, senza cuocerlo, consumato insieme al cibo (con cautela se si soffre di acidità di stomaco e si utilizzano farmaci che influiscono sulla coagulazione del sangue come aspirina o warfarin). Derivati ​​dell’allicina, composti solforati, si trovano anche nella cipolla, nel porro, nell’erba cipollina che andrebbero utilizzati quotidianamente in cucina, specie nella stagione fredda.

ROSMARINO. Conosciuto soprattutto per le sue virtù digestive e stimolanti che lo rendono utile anche in caso di astenia, superlavoro fisico e intellettuale, in realtà è molto utile nelle affezioni dell’apparato respiratorio (come anche in caso di sinusiti e otiti) e gli è riconosciuta un’attività antiflogistica.

PAPAYA. Carica papaya è una pianta di origine centroamericana appartenente alla famiglia delle Caricacee, utilizzata come cibo e medicina tradizionale per curare una vasta gamma di malattie. Dalla fermentazione e macinazione del frutto si ottiene un prodotto naturale ricco di sostanze antiossidanti, cioè sostanze utili per difendere l’organismo dall’azione dannosa dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento cellulare. Studi in vitro e in vivo (su animali) supportano proprietà antiinfiammatorie e immunomodulanti degli estratti di papaya e dei fitochimici associati ad essa.

TARASSACO. Conosciuto nella medicina popolare come pianta amica del fegato che sostiene l’eliminazione delle tossine, ha anche un’azione depurativa sul sangue e sul connettivo, inoltre c’è uno studio che gli attribuisce specificatamente anche capacità anti-coronavirus (per ora dimostrato in laboratorio).

VERBASCO. Preparati ottenuti da questa pianta hanno evidenziato di ridurre le citochine IFN – γ e IL-6 e sottoregolare NF- κ B in diversi modelli in vitro, mostrando un effetto antinfiammatorio complessivo.

Riferendosi in particolare agli estratti di piantaggine, aglio, tarassaco, aloe vera, verbasco, echinacea, scrivono gli autori: “Tutti questi estratti vegetali che migliorano la risposta immunitaria possono essere utilizzati come agenti preventivi oppure nella fase iniziale dell’infezione, anche da SARS-CoV-2”. Invece i ricercatori precisano che le formulazioni a base di rosmarino e papaya “potrebbero essere fornite ai pazienti covid con infezione cronica che tendono ad amplificare la risposta proinfiammatoria delle citochine.”  

Al di là delle specie vegetali evidenziate dalla recente pubblicazione sul Journal of Medicinal Food, molte altre sostanze naturali sono utili per prevenire e contrastare infezioni e infiammazioni delle vie respiratorie (covid compreso), ad esempio la vitamina D, l’astragalo, il pelargonium sidoides, la liquirizia, l’iperico, la propoli, la curcuma, il miele, lo zenzero, la vitamina C, l’esperidina e la quercetina (non è ovviamente un elenco esaustivo). È utile anche purificare l’apparato respiratorio con buone pratiche, ad esempio gargarismi quotidiani con acqua tiepida con l’aggiunta di un pizzico di curcuma e sale oppure lavaggi nasali con soluzione fisiologica (acqua e sale) che sono efficaci per tenere pulite le vie nasali e allontanare virus e batteri che vengono eventualmente a contatto con le mucose, ma andrebbero effettuati almeno una volta al giorno, meglio se di sera.

Ammalarsi in seguito all’intercettazione di un virus o un batterio non è comunque qualcosa di scontato, ma dipende fortemente dallo stato di salute generale delle persone e in particolare dalla capacità immuno-regolatoria che, a sua volta, è influenzata dallo stile di vita.
Un sistema immunitario efficiente è in grado di prevenire gravi risposte infiammatorie e ridurre la diffusione delle eventuali infezioni. Al contrario, abitudini alimentari e comportamentali non salutari e anche diverse condizioni mediche (ad esempio infezione da virus dell’immunodeficienza umana HIV, malattie autoimmuni, diabete, malattie cardiovascolari, obesità), possono influenzare la risposta immunitaria negativamente, dal momento che creano uno stato infiammatorio cronico in cui poi si può innescare una risposta infiammatoria anormale in caso di infezione. Anche uno stato di stress mentale continuo può compromettere il sistema immunitario, infatti, spesso nelle persone psicologicamente stressate anche banali infezioni respiratorie tendono a aggravarsi e questo è stato riscontrato anche nelle influenze stagionali.

Le medicine tradizionali, cosiddette complementari, da tempi immemorabili fanno riferimento alle specie vegetali (non solo quelle sopra citate) per migliorare l’efficienza del sistema immunitario e, al di là delle infezioni delle vie respiratorie, le utilizzano in diversi ambiti. Le piante, infatti, fin dalla comparsa sulla terra dell’umanità, la accompagnano nella sua evoluzione e sono una risorsa fondamentale per la salute.
Quelle esaminate dallo studio pubblicato dal Journal of Medicinal Food citato all’inizio dell’articolo non hanno mai mostrato effetti tossicologici negativi; tuttavia, è sempre bene evitare il fai da te e affidarsi alla supervisione di un professionista qualificato che possa determinare la dose appropriata e la durata dell’assunzione. Infatti, vanno considerate le condizioni di salute delle singole persone, il peso, la storia e anche l’analisi della concentrazione dei composti bioattivi utilizzati nei vari preparati tenendo conto che la concentrazione di bioattivi all’interno della pianta può variare in modo significativo in base alle condizioni di crescita, raccolto e conservazione. Infine, anche il processo attraverso il quale si ottiene il preparato (infusione, macerazione, essiccamento, ecc.) può influenzare la concentrazione dei bioattivi vegetali.

 

*Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente.
Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti).
“Percepisco il mio lavoro come una sottile indagine fatta di domande, di chiedersi il perché. Comprendere la causa è sempre il primo passo da fare.”

 

 

 

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