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Pensierini... di Giglio Reduzzi

giglio reduzzi Sep 23, 2023

di Giglio Reduzzi

1. E se distruggessimo quei barchini?

Mi pare che la Premier, checché ne dica l’Opposizione, in materia di immigrazione abbia fatto un buon lavoro, sia lanciando il piano denominato Mattei, sia facendo tutti quei viaggi a Tunisi.

Ma si tratta di un lavoro che darà i suoi frutti tra alcuni o molti anni.

Quindi occorre fare qualcosa per l’immediato.

Sotto questo profilo mi pare ottima l’idea di distruggere gli scafi prima che vengano usati.

Oltre tutto si tratta di barchini improvvisati, che si sa (o si potrebbe sapere) benissimo dove vengono costruiti e con i quali la Capitaneria del porto di Genova non ti lascerebbe uscire neppure per andare a Camogli.

Ricordo che anni fa la Sinistra dissentiva, non perché non fosse d’accordo sull’idea di distruggerli, ma perché la Lega, promotrice dell’idea, non aveva precisato, benchè sembrasse ovvio, che si riferiva a barchini vuoti.

E se già se ne parlava allora, non vedo perché non se ne potrebbe parlare ora che i flussi stanno minacciando la sopravvivenza della cultura europea ed hanno già suscitato la reazione prima del Regno Unito ed ora anche di Francia e Germania.

L’Italia, che per la sua posizione geografica doveva essere la prima a muoversi, si è sì mossa, ma solo pensando al domani e dar così l’impressione di essersi chiusa in una specie di Sagunto.

2. La mancata solidarietà europea

Vista l’indifferenza della Commissione Europea di fronte a quanto sta succedendo a Lampedusa e sui nostri confini nord-orientali, che sono poi i confini d’Europa, anche la Sinistra comincia a dubitare dell’opportunità di far parte di questa organizzazione, chiamata Unione Europea.

Ovviamente non lo dice apertamente perché si porrebbe in contraddizione con quanto da essa predicato sin dai tempi di Prodi e finirebbe con il dar ragione alla Lega che non ha mai creduto in questa istituzione.

Lo dice a denti stretti e solo quando non può farne a meno, ma lo dice.

E’ vero, negli ultimi giorni, sembra che qualcosa si muova anche a Bruxelles, ma non illudiamoci: l’anno prossimo ci sono le elezioni europee e tutti i commissari vorrebbero essere rieletti.

Quindi fanno delle promesse, ma si vede lontano un miglio che lo fanno di malavoglia.

Ciò apre comunque il cuore ad una speranza.

Ma la speranza più consistente sta proprio nella prossimità delle elezioni europee, il cui esito, se Dio vuole, cambierà radicalmente il volto del governo europeo.

Un governo che ora, non dimentichiamolo, non è solo a trazione nordica (donde il cappotto alle case dei siciliani, le etichette sulle bottiglie di vino, ecc.), ma soprattutto frutto di un compromesso tra destra e sinistra e quindi naturaliter anti-italiano, visto che nel nostro Paese ora abbiamo un governo di destra.

Certo un’alleanza tra i soli paesi affacciati sul Mediterraneo forse avrebbe servito meglio i nostri interessi, ma orami il dado è stato tratto ed è inutile piangere sul latte (o vino) versato. 

3. L'assalto a Lampedusa

Tanto per cambiare propongo:  

Non mi pare che l’assalto a Lampedusa messo in atto dai barchini (ultima versione dei vecchi barconi) costituisca un problema grosso come una parte politica lo dipinge. 

Se non si può distruggerli alla partenza, perché -dicono-sarebbe un atto di guerra contro i Paesi che li lasciano partire, nulla vieta di fermarli non appena gli stessi barchini varcano il confine delle acque territoriali per entrare in quelle internazionali. 

Al momento si attende che i barchini arrivino sulle coste di Lampedusa. 

Anzi spesso si va loro incontro per assicurarsi che seguano la rotta giusta e nessuno cada in mare. 

Poi da lì si portano, senza sapere chi siano, sulla terra ferma. 

A nostro rischio e spese. 

Le spese sono quelle legate al mezzo di trasporto, dal momento che sovente si tratta di navi da crociera. 

Il rischio è che le persone trasportate, come spesso avviene, scappino. Magari in Francia, che però ha già detto che non le vuole. 

Le altre saranno messe in centri di accoglienza per dar modo ai poco solerti esaminatori di farsi dire, nel corso di 18 mesi (sissignore mesi, non giorni o settimane) come si chiamano, da quale Paese vengono e perché ne scappano. 

Come vedete, tutto questo verrebbe evitato se solo i barchini venissero fermati quando questi entrano nelle acque internazionali, invece che quando ne escono per entrare in quelle italiane. 

Mezzi aerei per identificarli ne abbiamo in abbondanza visto che li usiamo anche per cercare gli orsetti. 

Se poi, al posto di trasferire i migranti da Lampedusa sulla terra ferma, si trasportassero (come fa l’Australia) su un’isola italiana deserta (credo che il nostro Paese ne abbia più di una), rimarrebbe sì la spesa ma almeno sparirebbe il pericolo di fuga. 

Attualmente non facciamo né l’una né l’altra cosa. 

Mi pare evidente che il problema appare grosso solo perché si preferisce non affrontarlo.

 

 

 

 

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