Telegram
WhatsApp
TRUTH

Pensierini...

giglio reduzzi Apr 10, 2025

di Giglio Reduzzi

I dazi alterano la realtà

Nella seconda metà degli anni ’60 l’Italia era in pieno miracolo economico. La Necchi di Pavia era arrivata ad avere 6000 dipendenti e dava lavoro a mezza città.

Lo so perché ci lavoravo.

E mi pare che la stessa cosa avvenisse con l’Olivetti ad Ivrea.

Però dobbiamo essere onesti: molto di quel successo era dovuto al fatto che l’industria italiana era protetta dagli ingenti dazi che il governo centrale erigeva a protezione della manifattura locale.

Nel caso della Necchi, le tariffe doganali hanno permesso a questa azienda, prima, di emarginare la Singer americana e, poi, di impedire l’importazione in Italia delle macchine per cucire che i giapponesi producevano a metà prezzo.

I dazi stavano distorcendo il mercato.

Cadute le barriere doganali iniziò il declino delle aziende italiane.

L’America ci mise del suo, abolendo per legge la figura del dealer monomandatario, cioè obbligato per contratto ad importare prodotti di una sola marca.

In nome della libertà, egli doveva essere libero di importare tutte le marche che voleva.

Adesso è l’America che mette i dazi e siamo noi a subirne le conseguenze.

E’ logico che ci dispiaccia, ma poiché questi dazi alterano il libero andamento del mercato è altrettanto ovvio che essi rappresentino una misura del tutto eccezionale.

Specie se ad imporli è un governo che ha sempre fatto della libertà la propria bandiera.

 

ENTRA ANCHE TU NELLA BRIGATA PER LA DIFESA DELL'OVVIO!

Partecipa attivamente nella Battaglia per la difesa della libertà e dell'ovvio!

DIVENTA MEMBRO

Iscriviti alla Newsletter!

Rimani aggiornato su tutte le nostre iniziative e novità!

Nessuna spam garantita. Disiscriviti quando vuoi!