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Pensierini...

giglio reduzzi Aug 20, 2024

di Giglio Reduzzi

Election day

Perché la sovranità appartenga veramente al popolo, come dice la Costituzione, occorre consultarlo a scadenze ravvicinate (almeno ogni 4 o 5 anni) e non far caso al risultato delle elezioni comunali che possano nel frattempo intervenire perché, come si sa, queste sono sempre legate a fattori locali.

Fattori locali che invece non sussistono quando si tratta di elezioni nazionali od europee.

Ragion per cui sarebbe opportuno che queste si tenessero lo stesso giorno.

Infatti l’esperienza ci ha insegnato che, agli effetti di sondare il sentire nazionale, un tipo di elezione vale l’altro.

Il Centro Destra ha avuto il 46% alle Europee del 2019 ed il 48% alle Politiche del 2022.

Ma sarebbe ancora meglio se l’election day di cui si parla (vale a dire l’unificazione delle date) comprendesse pure l’elezione diretta da parte del popolo del Capo dello Stato (anche se, in questo caso, la riforma sarebbe più complessa, perché implicherebbe pure la durata del mandato).

Se però, per quanto concerne il Capo dello Stato, si vuole lasciare le cose come stanno e cioè che il Presidente continui ad essere eletto dai parlamentari, anziché direttamente dal popolo (che era la prima opzione del governo Meloni), allora bisognerebbe quantomeno che egli venisse eletto dai parlamentari usciti dall’ultima tornata elettorale e non, come purtroppo avviene ora, da quella precedente.

Infatti il parlamento che nel gennaio del 2022 ha eletto l’attuale Capo dello Stato è completamente diverso da quello uscito dalle consultazioni elettorali del settembre 2022.

Diverso sia per il numero dei suoi componenti sia per il loro orientamento politico.

Molti dei “grandi elettori” di Sergio Mattarella (1009) oggi non ci sono più. 

Il M5S allora aveva 232 deputati. Oggi ne ha 78.

Le Regioni (che, com’è noto, partecipano all’elezione del Presidente) erano quasi tutte amministrate dal Centro Sinistra. Ora sono solo 5.

Anche senza parlare di orientamento politico, i numeri parlano da soli.

Siamo in presenza di un Capo dello Stato che, per bravo che sia, difetta di rappresentatività, persino quella di secondo grado!

E’ naturale che, stando così le cose, possa esserci qualche discrepanza (che difatti c’è e si vede) tra il modo di operare del governo Meloni e quello del Presidente della Repubblica.

 

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