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Pensierini...

giglio reduzzi Nov 12, 2024

di Giglio Reduzzi

Strapotere giudiziario 

I decreti dei magistrati siciliani che, contrariamente a quelli governativi, impediscono il forzato rimpatrio dei migranti clandestini nei loro Paesi d’origine sono un’altra incredibile espressione di questo strapotere.

I fatti sono noti: il governo in carica dice che un immigrato egiziano non ha le carte in regola per rimanere in Italia, oppure che non ne ha proprio, e dunque va rispedito al suo Paese, mentre un giudice siciliano decreta che può rimanere, perché così vuole la Corte di Giustizia Europea, cui lui è tenuto, dice, ad ubbidire.

Il contro-provvedimento del giudice mi sembra assurdo, anche nell’ipotesi, cui peraltro non credo, che la legislazione europea prevalga su quella italiana, perché tale contro-provvedimento viene messo “in nome del popolo italiano” e non “in nome della Corte di Giustizia Europea” cui il magistrato dice di dover sottostare.

Ed il popolo italiano ha un unico modo per esprimere in modo diretto il proprio pensiero: quello di andare a votare e scegliere, con il suo voto, il governo italiano, non quello europeo.

Dunque l’ordine di espulsione contenuto nel decreto governativo prevale sull’ordine di trattenimento contenuto nel decreto della Magistratura.

Diverso sarebbe il caso se anche i giudici fossero eletti dal popolo italiano e da tale elezione emergesse un pensiero contrario a quello per la formazione del Parlamento.

Anzi un po' più che contrario: diciamo prevalente.

Ma con il sentiment che gira nell’aria nei riguardi della Magistratura, io penso che i giudici dovrebbero essere contenti di non essere soggetti al voto polare.

E difatti non mi risulta che abbiano mai rivendicato questo diritto.

Si sono sempre accontentati di aver vinto un concorso.

Una trasmissione sconvolgente.

Aver assistito il 4 novembre scorso al talkshow televisivo condotto da Nicola Porro mi ha sconvolto la vita.

Infatti era presente in studio un alto magistrato, che nel giro di pochi minuti, con poche ma chiare parole, ha distrutto tutto ciò in cui ho creduto durante l’intera vita, tra l’altro bella lunga.

Naturalmente creduto secondo gli insegnamenti ricevuti all’Università, non le chiacchere ascoltate al bar.

E solo in materia di politica.

(In materia di religione ci ha pensato il rivoluzionario Papa in carica.)

Le parole tanto sconvolgenti del magistrato sono:

  1. che il diritto comunitario (UE) prevale sul diritto italiano, mentre io ho sempre ritenuto e continuo a ritenere che sia vero il contrario;
  2. che l’articolo 1 della nostra Costituzione (La Sovranità appartiene al Popolo), non vale niente, perché la puntualizzazione che viene dopo (che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione) ne svuota il significato, mentre all’Università mi avevano insegnato (compianto prof. Giuseppe Biscottini), che, secondo la nomotetica occidentale, la puntualizzazione non può mai essere tale da annullare il principio. (Come invece faceva l’URSS.)

La conclusione che il magistrato trae dall’assunto sub a) è che, in caso di conflitto tra la legislazione europea e quella italiana, i magistrati sono tenuti ad applicare la prima.

Questa interpretazione (che sarà pure condivisa da molti giuristi italiani, ma so non essere condivisa, ad esempio, dai giuristi francesi) cozza contro un sacco di cose, a partire dal fatto che i nostri ministri, al momento dell’insediamento, vengono fatti giurare sulla Costituzione Italiana e non su quel coacervo di direttive comunitarie che solo per comodità d’espressione possiamo chiamare Costituzione Europea.

Se fosse vero quanto asserisce il magistrato in parola,

  1. i ministri verrebbero richiesti di giurare sulla Costituzione europea;
  2. I partiti italiani riserverebbero i loro migliori rappresentanti al Parlamento Europeo, mentre sinora li hanno sempre riservati per le elezioni del Parlamento Italiano e candidato per le elezioni europee quelli che, per una ragione o per l’altra, volevano togliersi dai piedi.

 Spero che prima o poi qualcuno a Roma o Bruxelles dica una parola definitiva su questa materia, perché le dichiarazioni di quel magistrato possono solo sortire l’effetto di:

  1. Togliere agli italiani ogni residua voglia di andare a votare per le elezioni nazionali;
  2. Rafforzare il desiderio di uscire dall’UE da parte di coloro che non ne condividono le direttive. Come del resto ha già fatto il Regno Unito. E come sta proponendo la sempre più ampia fascia di italiani che non approva la svolta green della Commissione UE e tutte le sue implicazioni , come quella sulla casa (che deve avere il cappotto), quella sull’auto (che deve essere elettrica), ecc, ecc.  

     

     

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