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Pensierini...

giglio reduzzi Feb 05, 2025

di Giglio Reduzzi

1. Perché gli americani hanno eletto Trump

Non certo per la sua simpatia.

Era molto più simpatica la sua concorrente Kamala Harris.

Per rispondere a questa domanda può essere utile leggere il seguente episodio.

Un pomeriggio d’agosto di qualche anno fa capitai nella piazza principale di Lunenburg (Nova Scotia, Canada), dove notai un insolito movimento.

Quel che attrasse la mia attenzione era l’inconsueta presenza di persone in giacca e cravatta in un luogo dove, d’estate, anche i notai girano in calzoni corti e sandali.

C’era persino un operatore televisivo.

Doveva esserci in corso qualche evento di portata eccezionale.

Allora chiesi ad un gruppetto di residenti di cosa si trattasse.

Niente di speciale, mi risposero, è la riunione annuale dei Premier canadesi”.

E difatti, di lì a poco, vidi uscire dal palazzo del Comune altri uomini in giacca e cravatta ed alcune signore con cappello tipo regina Elisabetta.

Erano i Premier delle varie Province canadesi che uscivano dalla sala riunione e si avviavano alle loro macchine, stringendo le mani delle persone (poche in verità) che trovavano lungo il percorso.

Anch’io strinsi la mano ad uno di loro, senza sapere chi fosse, solo perché me l’aveva tesa, scambiandomi per un residente.

Magari era il Primo Ministro dell’Ontario.

Nessuno di quei signori aveva la scorta.

Non ho visto barriere per contenere la folla. (Anche perché non c’era nessuna folla da contenere.)

Non ho notato posti macchina riservati.

Non ho visto più poliziotti del solito (O, se c’erano, erano ben nascosti.)

Eppure il Canada contende alla Russia il primato dell’estensione geografica.

Pertanto ciascuno di quei Premier controllava un territorio mediamente grande quanto due volte l’Italia.

Dunque si trattava di una riunione molto importante, presumibilmente volta a dettare l’agenda del governo centrale per l’anno successivo.

Da noi un meeting di questo tipo avrebbe visto una folla immensa di curiosi ed avrebbe comportato:

  • settimane di preparativi, 
  • il dispiegamento di centinaia di poliziotti,
  • divieti di ogni tipo,
  • parcheggi riservati,
  • deviazioni stradali.

La lezione che ne ho tratto è che, in Canada (ma anche in USA), i politici non ricevono tutta la considerazione che noi riserviamo ai nostri.

Da notare che qui si trattava di Premier, non di semplici deputati, e che i territori da loro governati si chiamano Province, ma in realtà sono degli Stati e così vengono chiamati in USA.

Ma la prova principale del poco conto in cui sono tenuti i politici oltre Atlantico me l’ha data il mio amico Tony.

Infatti, quando Tony decise di cambiare lavoro ed, a tal fine, fece l’elenco dei suoi “sponsor”, egli si dimenticò di inserirci il nome del Premier della Nova Scotia (di cui era stato compagno di scuola e per il quale andava in giro ad attaccare i manifesti elettorali) ed invece ci mise, indovinate quale,….il mio.

Evidentemente solo perché, a differenza del Premier, che veniva dalla politica, Tony vedeva in me un uomo d’affari.

Forse è per questo motivo che gli americani hanno preferito Donald Trump a Kamala Harris.

Od anche per questo.

Che differenza rispetto a quanto avviene da noi!

 

2. Le Regioni d’Italia ed il loro diverso modo di percepire lo Stato

In un mio vecchio aforismo ho detto che in alcune Regioni d’Italia lo Stato è percepito come presente, mentre in altre è considerato assente.

Ho anche sostenuto che alla prima categoria apparterrebbero le Regioni del Nord, mentre della seconda farebbero parte quelle del Sud.

In realtà si tratta di una grossolana semplificazione, perché al Sud troviamo anche Regioni (pensiamo a Puglia ed Abruzzo) dove il sentiment riguardante lo Stato è indistinguibile da quello avvertito dai cittadini del Nord.

Il vero discrimine sta tra coloro che vedono lo Stato come un ente burocratico che interviene solo per complicarti la vita (e questi li troviamo prevalentemente al Nord) e coloro che dallo Stato pretendono tutto, compreso il posto di lavoro (e questi li troviamo prevalentemente al Sud).

Spiegato così l’aforisma risulta abbastanza chiaro perché è evidente che, di fronte ad uno Stato che non ti dà quello che ti aspetti, tu lo veda come assente.

Ciò avviene soprattutto là dove lo Stato assume anche la funzione, spesso unica, di datore di lavoro.

E’ proprio qui, nelle aree dove mancano le iniziative aziendali private, che si incontrano le maggiori battaglie per le cariche elettive, tipo sindaco o presidente di Regione.

Nonché quelle per la ricerca di un semplice posto di lavoro nella pubblica amministrazione.

Nelle zone ad alta concentrazione industriale, dove ancora vige il culto della fabbrica, l’aspirazione dei giovani è di farne parte e magari di assumerne la direzione.

Mai, o quasi mai, quella di fare il sindaco del paese.

Tanto meno di fare il capostazione.

Mentre un impiego fisso nelle ferrovie è il sogno di molti giovani del sud, laureandi compresi.

Tutto qua.

 

3. La sfasatura

Ciò che era nell’aria, con l’elezione di Trump a Presidente degli USA, è diventata realtà.

Parlo della sfasatura tra il modo di governare in USA e quello di governare in Europa e, segnatamente, nell’Unione Europea a guida Ursula von der Leyen.

La Destra-destra contro il Centro-sinistra.

Infatti, pur con tutte le correzioni adottate negli ultimi mesi,  la Commissione europea rimane pur sempre il frutto di una  coalizione di Centro-sinistra, mentre con Trump al potere siamo in presenza di una guida che difficilmente potrebbe essere più a destra.

Mi pare evidente che la divaricazione dovrà essere al più presto ricucita e che dovrà esserlo nell’unico modo possibile, vale a dire con il totale riallineamento della politica europea a quella americana.

Per strano che possa apparire, sinora solo l’Italia, dei grandi Paesi fondatori dell’alleanza europea, ha avvertito questa esigenza e non è un caso che Giorgia Meloni sia stata l’unica leader europea presente all’insediamento di Donald Trump.

Il mancato allineamento comporterebbe infatti il rafforzamento delle potenze orientali ed in particolare della Cina, ormai presente in tutti i continenti.

E’ però una fortuna che all’Italia stiano ora per aggiungersi le due nazioni, Francia e Germania, che, dopo l’uscita della Gran Bretagna, hanno costituito l’ossatura dell’UE.

E’ solo questione di attendere un’altra manciata di mesi.

Infatti sono anni ormai che la Destra sta bussando alla porta della Francia e se finora non ha conquistato il potere è solo perché Macron gode immeritatamente di una legge elettorale cucita sulla personalità immarcescibile di Charles De Gaulle.

Quanto alla Germania, l’attesa della svolta è destinata ad essere ancora più breve. Cioè sino alle prossime elezioni nazionali.

I segnali dell’atteso riallineamento sono già visibili nelle sue regioni orientali (Sassonia e Brandeburgo) e sono realtà in molti Paesi “minori” dell’UE (Austria, Ungheria, Polonia).

Che poi si tratti di un buon riallineamento politico indipendentemente dalle ripercussioni sull’assetto mondiale, cioè per il suo merito intrinseco, lo si vede dai valori che difende.

Esso infatti altro non fa che far riemergere i valori tradizionali dell’Europa (Dio, Patria, Famiglia) troppo a lungo abbandonati e spesso combattuti in nome di un mal concepito e mal attuato progresso.

 

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