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Pensierini...

giglio reduzzi Mar 14, 2025

di Giglio Reduzzi

Perché il progetto ReArm Europe è folle?

Perché, a parte l’infelice etichetta, che mi pare sia cambiata od in procinto di esserlo, nasce in fretta e furia, come se fosse la risposta ad un’emergenza e quindi la mente del pubblico corre immediatamente all’Ucraina, che è l’unica emergenza europea in atto.

Il che è fuorviante.

Primo, perché è vero che gli USA hanno minacciato di non mandare più aiuti militari all’Ucraina, ma è altrettanto vero che, nel contempo, essi stanno facendo di tutto (certo più di quanto abbiano fatto in passato) per porre fine alla guerra in corso.

Secondo, perché finora si è trattato solo di una minaccia, che, anche a prescindere dall’istintività tipica del suo attuale Presidente, richiederebbe tempi lunghi per trasformarsi in realtà. Afghanistan docet.

Terzo, perché la sostituzione dell’aiuto militare USA con un accrescimento dell’impegno europeo non sarebbe attuabile in tempi brevi.

Ci vorrebbero anni, non giorni e neppure mesi!

Quarto, dove sta scritto che USA e Europa si sono impegnati ad assistere l’Ucraina ad infinitum?

E se anche disgraziatamente l’avessero scritto, non avrebbero forse diritto dopo tre anni, di dire adesso basta, non vogliamo incorre in una situazione tipo Afghanistan?

Dunque è chiaro che il progetto ReArm Europe non può aver nulla a che fare con l’Ucraina.

Il piano di Ursula Von der Leyen acquista valore solo se viene assunto come un progetto strategico da attuare con calma e solo dopo aver risolto altri importanti problemi, come quello di avere una comune politica estera, e  -perché no?-  una comune politica interna, che però presupporrebbe di avere un vero governo, che però vorrebbe dire avere un vero parlamento, ecc, ecc.

Come si vede la strada è lunga ed è incompatibile con la fretta e furia dimostrata.

Specie considerando che:

  • la signora Von der Leyen è frutto di un accordo di centro-sinistra che non è più compatibile con le tendenze affiorate nelle ultime elezioni nazionali,
  • fra tre anni e mezzo il sig. Trump andrà in pensione e nulla lascia prevedere che il suo successore vorrà continuare nella stessa politica di disimpegno,
  • neanche Putin è eterno e quanto è stato detto per Trump vale, mutatis mutandis, anche per lui.

 

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