Pensierini...

giglio reduzzi Mar 31, 2025

di Giglio Reduzzi

Readiness 2030

Purtroppo questa foto gira costantemente nei media, creando nei lettori l’illusione di essere di fronte all’immagine di una dolce fanciulla, tipo santino della Madonna.

In realtà siamo al cospetto di una donna molto determinata, ancor più di quanto non sia stata la lady di ferro inglese (Margareth Thachter).

L’avevamo capito sin da quando si fece rieleggere alla Presidenza della Commissione Europea in fretta e furia per sfruttare gli ultimi scampoli della perdente Socialdemocrazia.

Stessa fretta dimostrata dal suo connazionale tedesco, il neoeletto Friedrich Merz , che, al fine di far approvare il folle piano ReArm Europe, ora rinominato Readiness 2030, lasciò che a farlo fosse il decaduto governo di Olaf Sholtz. perché lui non aveva i numeri per farlo.

(Cosa mai vista prima, ma evidentemente legittima e necessaria.)

Purtroppo l’attaccamento al potere manifestato dalla Von der Leyen al momento dell’insediamento è poi continuato con la messa a punto del citato folle piano, cui la mutata denominazione non è servita a cambiare la sostanza.

Esso è -e rimane- una vera e propria chiamata alle armi intesa a mantenere in vita la morente industria automobilistica tedesca, mediante la non difficile trasformazione degli impianti di produzione da quelli per le auto a quelli per le armi.

Non è un caso che tale piano abbia ottenuto, in Europa, l’entusiastica approvazione di Emanuel Macron, che -grandeur a parte- non vedeva l’ora di trovare all’esterno l’autorevolezza che non ha trovato in Patria.

Che poi si tratti effettivamente di un piano folle, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo rivela lo stesso cambio di nome, passando da ReArm Europe a Readiness 2030”.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che per riarmarci abbiamo tempo cinque anni: dal 2025 al 2030.

Dunque stiamo mandando al nemico (che Ursula Von der Leyen dà per scontato sia la Russia di Putin) il messaggio che prima del 2030 non saremo pronti e che pertanto i russi dovrebbero usarci la gentilezza di non attaccarci prima di allora.

Pura follia.

Alla quale si aggiungono, da parte di Ursula:

dare per certo che Trump, per imprevedibile che possa essere, voglia davvero toglierci l’ombrello NATO immediatamente, senza preavviso.

Cosa fisicamente impossibile (si pensi a tutte le basi americane sparse per il mondo), oltrechè contraria al diritto;

dare per scontato che (passati i cinque anni gentilmente concessi) la Russia vorrà invadere l’Europa o parte di essa;
dare per certo che il successore di Trump (meno di quattro anni) manterrà intatto il progettato disimpegno;
dare per assodato che il successore di Putin (che prima o poi ci sarà) manterrà la sua stessa bellicosa attitudine, ammesso che ce l’abbia e, dulcis in fundo;
dare per scontato che il folle piano Ursula riceverà il placet dell’affollato Consiglio Europeo, unico organo competente per decisioni strategiche di questo tipo.

Alla luce di quanto precede risulta un mistero come la Sinistra italiana, pacifista come dice di essere, possa accettare un piano del genere, se non - come sempre - per un fatto ideologico, cioè pensando ad un’Europa così come dovrebbe essere in astratto e non come essa è di fatto.

Soprattutto immaginando che alla sua guida ci siano persone più valide di quelle attuali.

Purtroppo dobbiamo tenerci quelle che abbiamo.

Che non promettono nulla di buono, perché al comando c’è la stessa persona che, avendo distrutto l’industria automobilistica (per effetto dell’altrettanto folle Politica Green), ora tenta di ricostruirla facendole produrre armi.

Cosa che dovrebbe far saltare sulla sedia sia il Papa, se solo ne avesse la forza, che il nostro Capo dello Stato.

Per non parlare delle altre opere di distruzione (per esempio in campo agricolo) compiute dalla Von der Leyen, che richiederebbero un discorso a parte.

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