Pensierini...
Mar 24, 2025
di Giglio Reduzzi
1. Il Civismo degli Orientali
E’ provinciale che gli europei credano di essere al centro dell’Universo.
Così come è provinciale che i francesi pensino di essere al centro dell’Europa.
Le mie nipotine sono appena tornate da un viaggio in Giappone e Singapore, mentre io e le mie sorelle qualche anno fa siamo stati in Cina.
Dopo queste visite (nel mio caso reiterate) siamo tutti concordi in famiglia nel sostenere che il vero centro del mondo sia in quello che noi chiamiamo Oriente.
Anzi Estremo Oriente, quasi fosse una realtà marginale.
Ritenere di essere al vertice della civiltà perché nei nostri bagni c’è il bidet e pensare di esserci sempre stati perché abbiamo il Colosseo è una doppia stupidaggine, in quanto:
-in Giappone i bagni d’albergo offrono anche la possibilità, al semplice tocco di un tasto, di spargere profumo e/o diffondere musica, per non disturbare chi è in camera;
-in Cina i turisti possono ammirare la grande Muraglia e l’Esercito di Terracotta, che, anche disgiunti, fanno impallidire chi volesse assegnare il primato dell’edilizia antica al nostro Colosseo, di cui siamo (giustamente) tanto fieri.
Questo fa pensare che il centro del mondo sia là e che ci fosse anche prima. Non qui.
Aveva ragione Marco Polo a rimanere sbalordito.
E’ vero che per dare un giudizio globale sul livello di civiltà di una città non basta una semplice visita, ma occorre viverci.
E difatti Marco Polo ci stette un bel po'.
Però sul grado di civismo siamo autorizzati ad esprimerci.
Ed allora scopriamo che a Singapore e in molte provincie del Giappone, non solo si trovano gli stessi grattacieli di New York, ma -in più- non c’è nessuna cartaccia per terra, gli studenti vanno a scuola in divisa, sulla metro non si mangia e non si beve (nonostante il caldo), le pagliacciate del “gay pride” sono proibite, i boschi sono trasformati in giardini, le colonne di cemento (necessarie per reggere i ponti) sono forgiate in modo da sembrare alberi.
I senzatetto non li vedi. Se esistono, sono molto bravi a nasconderli.
I giovani non vanno in giro con il coltello in tasca.
I taxisti e capotreni portano i guanti.
I tatuaggi sono assenti e spesso proibiti.
Non c’è immigrazione. Tanto meno quella selvaggia.
Ai controlli di frontiera sono severissimi.
Anche il tuo aspetto ed il tuo abbigliamento sono oggetto si scrutinio.
Eppure a nessun visitatore verrebbe in mente di dedurre che Singapore e Tokio non sono amministrate in modo democratico.
Credo che persino il duo Bonelli Fratoianni si troverebbe bene da quelle parti.
L’ordine piace a tutti.
Solo chi viene da uno slum sudamericano, tornando a casa, dopo una visita a Roma, potrà dire di essere stato al centro del mondo.
Idem per quanto concerne Parigi, Londra, Berlino ecc.
La differenza è che in Oriente, tra un inchino e l’altro, le leggi vengono fatte rispettare.
Da noi i tutori dell’ordine si girano dall’altra parte e fanno finta di non vedere.
Forse è arrivato il momento di abbandonare quel provincialismo che ci fa credere di essere al centro del mondo.
2. Le armi in USA
Chi si scandalizza della facilità con cui in America si può acquistare una pistola deve averne visto solo una piccola parte.
D’accordo: nelle grandi metropoli tipo a New York non si dovrebbe andare in giro armati.
E neanche tenere la pistola in casa.
Ma mettiamo che viviate in Iowa, o in qualsiasi altro Stato del Mid West, dove il supermercato più vicino è a 50 km e la strada per arrivarci non sia illuminata.
Dunque immaginiamo che siate lontani da tutto e spesso al buio.
Non terreste in casa un’arma?
Ebbene la maggior parte degli americani si trova in situazioni di questo tipo.
Le loro towns sono semplici circoscrizioni amministrative, grandi aree ma pochi abitanti: una casa qui ed una casa là, a centinaia di metri distanza l’una dall’altra.
Se la vegetazione è folta neanche le vedi, perché generalmente non si affacciano sulla strada che stai percorrendo.
A dirti dove sei provvede il cartello stradale che, oltre al nome della cittadina, spesso ti indica il numero dei suoi abitanti.
Non è raro il caso che questi siano meno di mille e che l’ultimo carattere numerico sia mobile in modo da poter essere facilmente aggiornato.
Per chi come noi vive in Italia ed abita in un condominio, con il supermercato sotto casa, spesso si è colti da attacchi di panico.
E’ successo anche a me in Canada, anche perché spesso le cartine turistiche sono fuorvianti: mentre le nostre riportano solo le grandi città, le loro evidenziano anche quelle che, avendo un aeroporto, tu credi siano comunità popolose, mentre in realtà ricadono nella categoria di quelle che noi chiamiamo “paesini”.
In conclusione: avere una pistola in casa nelle condizioni che abbiamo descritto è …..il minimo sindacale.
3. E la chiamano microcriminalità
Io credo che se c’è una signora in Italia che meriterebbe di essere convocata al Quirinale per ricevere un’alta riconoscenza “al merito della Repubblica” quella sia la donna che a Venezia, senza rivestire alcuna carica pubblica, ma solamente per il suo elevato senso civico, si intrufola nei folti gruppi di turisti per avvertirli della diffusa presenza di delinquenti specializzati in scippi.
Cari amici: il borseggio (che la signora ha l’avvertenza di chiamare pickpocketing perché anche gli stranieri capiscano), è tutt’altro che microcriminalità, come la definiscono.
Per la ragazzina che viene dal mondo rurale americano e che è abituata a non chiudere mai né casa né auto quando se ne allontana, trovarsi senza portafoglio tra estranei, e senza parlarne la lingua, è un completo disastro.
Significa rinunciare a vedere il Palazzo Ducale che aveva prenotato mesi prima e recarsi invece alla Questura per fare la denuncia, dove passerà (se va bene) l’intera mattinata.
Il pomeriggio invece lo passerà al Consolato Americano per ottenere il duplicato di tutti i documenti rubati.
Quindi niente visita alle vetrerie di Murano, che pure aveva riservato.
Ecc, ecc.
In conclusione vedrà il suo agognato soggiorno a Venezia trasformato da Paradiso in Inferno.
E lo stesso sentimento proverà per l’Italia.
Io ho fatto la mia parte scrivendo, sinora con scarso successo, il libretto in lingua inglese “How to visit Italy without getting screwed” (come visitare l’Italia senza farsi fregare) che, se siete iscritti a questo sito, potete leggere gratis nella Libreria.
ENTRA ANCHE TU NELLA BRIGATA PER LA DIFESA DELL'OVVIO!
Partecipa attivamente nella Battaglia per la difesa della libertà e dell'ovvio!
Iscriviti alla Newsletter!
Rimani aggiornato su tutte le nostre iniziative e novità!
Nessuna spam garantita. Disiscriviti quando vuoi!