Pasqua, la notizia più strepitosa di tutte
Apr 19, 2022di Stefano Bimbi
Noi non seguiamo Gesù perché ci piace la croce, o perché ci piace soffrire; non perché desideriamo rinnegare noi stessi ed obbedire ai comandamenti, ma perché quello che ci dà Gesù nessun pubblicitario ce lo può dare. Solo Gesù Cristo realizza esattamente quello che promette: salva, dona vita nuova, purifica totalmente dai peccati, dà senso alla malattia e alla morte perché ci fa risorgere per la vita eterna.
Ogni anno la Pasqua ci ricorda la notizia più strepitosa di tutte: Gesù Cristo è risorto dai morti! Eppure questa notizia così straordinaria per ogni vero cristiano, potrebbe non interessare agli altri. In che modo possiamo portare l'annuncio pasquale a chi ci sta a cuore? Analizziamo come agisce la pubblicità in modo da capire i suoi segreti per poi utilizzarli per annunciare Gesù efficacemente.
In che modo la pubblicità ci convince all'acquisto di prodotti che magari neppure ci sono necessari? Proviamo a fare una piccola analisi. In genere in uno spot pubblicitario non ci viene indicato il valore del prodotto in sé stesso, né le sue caratteristiche tecniche come ad esempio le dimensioni, la durata, i materiali di fabbricazione, ecc. Il marketing in generale si avvale di un espediente, un trucchetto per così dire, che gli esperti chiamano "tecnica dello sviamento".
Tale tecnica consiste nel far focalizzare l'attenzione dello spettatore su un aspetto che faccia da leva emotiva e lo spinga all'acquisto. Ad esempio, per reclamizzare dei biscotti, si mette in scena una famiglia dove tutti si alzano e sono felici, amorevoli, servizievoli l'un l'altro. Così una donna che vede questo spot è inconsciamente portata a pensare: "Affinché la mattina nella mia famiglia ci sia tranquillità e serenità devo comprare tali biscotti, ed otterrò come risultato la famiglia felice!".
Facciamo un altro esempio: per pubblicizzare delle scarpe sportive si sceglie come testimonial un campione (un calciatore famoso o un vincitore olimpico o comunque un detentore di un qualche record mondiale) e si mostra che con quelle ai piedi vince le gare. Di conseguenza lo sportivo amatoriale che vede lo spot inconsciamente si dice: "Grazie a quelle scarpe il campione ha vinto, se le compro anch'io le mie prestazioni saranno migliori". La realtà però è che, ovviamente, anche indossando quelle scarpe, non diventerà mai un campione.
Quindi vediamo che con la tecnica dello sviamento, la pubblicità promette ciò che non è possibile: promette di realizzare un desiderio irrealizzabile.
In che modo questo discorso può farci capire meglio la festa della Pasqua? Perché il Vangelo ci presenta Gesù Cristo crocifisso, la massima antitesi della suddetta tecnica pubblicitaria! Quanti nuovi "clienti" si potrebbero acquisire, infatti, dicendo che l'obiettivo del cristiano è prendere su di sé la croce e abbandonare i propri desideri?
Gesù dice chiaramente: "Rinnega te stesso" e non: "Realizza te stesso", come suggerisce invece il Mondo. Il Signore, a chi vuol seguirlo, propone una via che non prevede le comodità della vita, la realizzazione dei desideri e nemmeno di poter fare la propria volontà se contrastante con quella di Dio.
Sul piano del marketing i pubblicitari direbbero che il cristianesimo è destinato al fallimento sicuro! E senza essere esperti di marketing lo dicevano anche i discepoli: "Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?".
Ma Gesù è stato sincero fino in fondo: "Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi" e infatti chi segue davvero Cristo è perseguitato. Vuoi essere cristiano? Allora prendi la tua croce, accetta la sofferenza, rinnega i tuoi desideri.
Una barzelletta dice che ad un uomo, prima di andare nell'aldilà, viene data la possibilità eccezionale di andare a vedere com'è, così può rendersi conto prima di morire come stanno le cose e scegliere di conseguenza. Può visitare sia il paradiso che l'inferno. Quindi va in cielo e un angelo gli fa da guida e gli spiega che lì tutti si vogliono bene, si amano, e sono felici. Poi va all'inferno dove un diavolo lo accompagna e gli dice che lì tutti si vogliono bene, si amano, e sono felici. L'uomo gli chiede se ha capito bene perché gli sembra strano che l'inferno sia come il paradiso, ma il diavolo gli risponde che anzi l'inferno è meglio perché puoi fare quello che ti pare nella vita, tanto poi starai comunque bene anche nell'aldilà. L'uomo torna sulla terra e di conseguenza comincia a vivere nel peccato appagando tutti i suoi desideri fin quando ne ha la possibilità. Passano gli anni, muore e si presenta al cospetto di Dio che lo spedisce all'inferno, ma lui non si preoccupa. Arrivato dal diavolo che lo aveva accompagnato nella visita che aveva fatto lo saluta affettuosamente, ma lui, anziché ricambiare cortesemente il saluto come aveva fatto allora, gli dà una pedata, lo butta tra le fiamme, ed inizia per lui un'eternità fatta di tormenti, sofferenze e solitudine. Allora l'uomo va a lamentarsi dal diavolo: "Scusi, ma mi era sembrato che l'inferno era diverso da come lo vedo adesso", ma il diavolo gli risponde: "Certo! Noi siamo campioni in pubblicità".
È proprio così, il diavolo è un ottimo pubblicitario. Egli promette di soddisfare il desiderio più profondo dell'uomo che consiste nella beatitudine eterna: un'esistenza di realizzazione vera senza sofferenza, né morte. Ma quello è il paradiso! Eppure il diavolo ci vuol convincere del contrario. Così fu nel paradiso terrestre: il tentatore non disse che con la disobbedienza i progenitori avrebbero conosciuto il dolore, la malattia e la morte, bensì convinse Eva dicendole che non solo sarebbe rimasta nel paradiso terrestre, ma che sarebbe diventata come Dio potendo quindi realizzare ogni suo desiderio. Tutti proviamo la tentazione di vivere a nostro piacimento, stabilire le nostre leggi e dimenticarci di Dio.
Il diavolo, da abile pubblicitario, continua a promettere un desiderio che non è realizzabile: vivere senza Dio e fare quello che ci pare e piace. Ma senza Dio la vita non trascorre meglio, anzi, diventa un incubo!
Noi non seguiamo Gesù perché ci piace la croce, o perché ci piace soffrire; non perché desideriamo rinnegare noi stessi ed obbedire ai comandamenti, ma perché quello che ci dà Gesù nessun pubblicitario ce lo può dare!
Solo Gesù Cristo realizza esattamente quello che promette: salva, dona vita nuova, purifica totalmente dai peccati, dà senso alla malattia e alla morte perché ci fa risorgere per la vita eterna. Il Vangelo quindi non è una pubblicità, non è una realtà piacevole da sentire o ascoltare e non è nemmeno uno stile di vita leggero e senza problemi. La vita cristiana è un fatto serio: siamo su questa terra per conoscere, amare e servire Dio e goderlo per tutta l'eternità, come ci ricorda sapientemente il catechismo di San Pio X. Avendo chiara questa verità si possono affrontare bene anche la malattia e la morte perché sappiamo che Gesù Cristo, morendo sulla croce e risorgendo, ci ha salvato dal male, dal Maligno, da una vita senza senso e dalle pene infernali, come possiamo fare a meno di Lui?
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