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Nella "Casa di Chiara", dove la speranza è difendere la vita nascente

chiara corbella petrillo isabella h. de carvalho la casa di chiara pro vita & famiglia vatican news Apr 11, 2025

di Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano

In occasione del Giubileo degli ammalati, la storia di Francesca che, al quinto mese di gravidanza, scopre che il suo piccolo Alessandro è affetto da gravi patologie. Ai media vaticani racconta il suo viaggio per trovare le cure e il sostegno che ha ricevuto nella struttura che accoglie madri che devono venire a Roma a far curare i loro figli al Policlinico Gemelli. “Una vita nuova che nasce è sempre un dono di Dio”

Tutto è iniziato quando Francesca è rimasta incinta a dicembre 2023. Trentadue anni di Agrigento, era felicissima di scoprire che aspettava un bambino. Già aveva deciso il nome: Alessandro. Al quinto mese di gravidanza, però, le cade “il mondo addosso”, come racconta la ragazza ai media vaticani. Al piccolo vengono diagnosticate gravi patologie che avrebbero pregiudicato seriamente la sua vita: spina bifida, idrocefalia e piede torto bilaterale. Francesca racconta il suo viaggio per trovare le cure per il figlio e la speranza e il sostegno che ha ricevuto da “La Casa di Chiara”, un alloggio per madri che devono venire a Roma per far curare i loro figli al Policlinico Gemelli.

La vita è un dono

“In Sicilia non mi avevano dato tanta speranza. Anzi, hanno fatto proprio di tutto per farmi perdere la speranza e procedere in altri modi…”, racconta Francesca. Ma lei voleva combattere per trovare una cura per il suo bambino. “Io sono sempre stata una ragazza molto religiosa e difendo la vita nascente. Per me, una vita nuova che nasce è sempre un dono di Dio”. Una laica consacrata, amica della madre, le indica il reparto Hospice Perinatale del Policlinico Gemelli di Roma. Gestito dal dottor Giuseppe Noia, il dipartimento è formato da medici e personale sanitario di diverse specializzazioni che si occupano di assistere e accompagnare madri che scoprono gravi patologie o malformazioni nei loro figli durante la gravidanza. “Mi sono recata a Roma e lì mi hanno dato tanta speranza e tanta voglia di combattere”, spiega la donna. “Mi hanno affiancata, mi hanno sostenuto sia spiritualmente che psicologicamente in ogni momento".

La Casa di Chiara

Il dottor Noia ha anche istituito la fondazione “Il Cuore in una Goccia” che, insieme all’associazione Pro Vita e Famiglia, ha inaugurato gli alloggi de "La Casa di Chiara" nel maggio del 2024 proprio per ospitare madri che vengono da tutta l’Italia. È dedicata a Chiara Corbella Petrillo, la giovane mamma romana che morì nel 2012 a 28 anni, dopo aver posticipato le cure per combattere un tumore, al fine di proteggere il figlio che portava in grembo e per la quale è in corso la causa di beatificazione. Proprio in questa casa Francesca ha soggiornato da giugno a ottobre del 2024, partorendo Alessandro a luglio. “Mi hanno accolta, sin da subito ci siamo sentiti a casa - racconta - è stato anche un aiuto economico soggiornare lì, oltre che un sostegno spirituale e psicologico. Abbiamo trovato una seconda famiglia”.

Le operazioni di Alessandro

A poche ore dalla nascita, Alessandro ha subito un intervento per la spina bifida, una malformazione della colonna vertebrale. Poi ha dovuto trascorrere del tempo sia in terapia intensiva neonatale che sub-intensiva, e sottoporsi a varie operazioni per affrontare tutte le patologie. “Ogni giorno facevamo andata e ritorno dalla Casa di Chiara fino all’ospedale e viceversa. Poi, quando l’hanno dimesso, siamo comunque rimasti ancora un po’ di tempo perché doveva fare degli ulteriori controlli prima di tornare in Sicilia”. “Le persone della fondazione il Cuore in una Goccia e della Casa di Chiara sono state eccezionali, affettuose, empatiche e sensibili. Ti danno tanta speranza e amore, trattano Alessandro come un nipotino”. Francesca ancora è costretta a venire ogni tanto a Roma per dei controlli e sempre si appoggia alla Casa. A quasi un anno dalla sua nascita, racconta la mamma, "Alessandro sta molto meglio, grazie alle cure e alla bravura dei dottori al Gemelli e anche alla fisioterapia che svolge”.

L’esempio di Chiara e il Giubileo della speranza

Nonostante i vari viaggi a Roma, la ragazza non aveva ancora avuto modo di vivere l’Anno Santo. Invece, il 2 aprile, poco prima di rientrare in Sicilia, con il piccolo Alessandro ha avuto modo di visitare la Basilica di San Pietro e varcare la Porta Santa. “È stato bellissimo e emozionante. Mi ha fatto un bell'effetto poter vedere tutto questo da vicino”, racconta. “Per me il Giubileo è un momento di speranza, di riconciliazione con Dio e di guarigione spirituale. È qualcosa di molto bello e profondo, specialmente se vissuta con la fede nel cuore”. Anche se non è riuscita a rimanere a Roma per il Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, che si svolge il 5 e 6 aprile, Francesca evidenzia l’importanza e la bellezza di dedicare un momento dell’Anno Santo a coloro che sono più fragili e che trovano la forza nella difficoltà della malattia.

Infine, la giovane madre rivolge un pensiero a Chiara Corbella Petrillo: la sua vicenda l'ha colpita molto e le ha restituito speranza e incoraggiamento. “Conoscevo un po’ la sua storia, ma dopo che sono venuta a Roma mi sono dedicata a leggerla con più attenzione. Mi ha colpito molto il suo coraggio, la sua forza, e questo forte e grande amore che ha avuto per suo figlio nel rifiutare di curarsi per mandare avanti la gravidanza. Non ha perso la speranza nonostante avesse già avuto due esperienze negative nella gravidanza – continua – ha fatto un gesto bellissimo di amore profondo”

FONTE : Vatican News

 

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