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Mercoledì delle ceneri, in Francia è stato boom di giovani

federica di vito il timone Mar 12, 2025

di Federica Di Vito

I giovani il bello e il vero lo fiutano, e questo, prima o poi, viene fuori anche dove la speranza sembra svanire. Così accade che in una nazione oramai scristianizzata come la Francia, il Mercoledì delle Ceneri riveli qualche bella sorpresa. Quest’anno le chiese francesi hanno visto un afflusso di giovani senza precedenti, e senza distinzioni tra le città e i piccoli centri. Per esempio a Parigi molti studenti e giovani hanno partecipato alle celebrazioni organizzate appositamente per loro, soprattutto nella basilica del Sacro Cuore di Montmartre dove in seguito alla Messa ci sono stati momenti di preghiera e adorazione.

Anche altre diocesi, come Rouen e Aix-Arles, hanno visto la stessa fioritura. Gruppi di studenti e giovani hanno organizzato liturgie adatte ai loro orari lavorativi o di studio, al fine di facilitare una partecipazione più ampia. La diocesi di Nîmes ha riunito poco meno di 1.000 persone nella chiesa di Saint-Paul, di cui il 70% di giovani (tra i 6 e i 40 anni). L’imposizione delle ceneri è stata fatta da Sua Eccellenza Brouwet, il vescovo che aveva presieduto la Messa di riparazione dopo l’offesa all’Ultima Cena delle Olimpiadi del 2024.

È stato il settimanale Famille Chrétienne a raccontare di come da Nantes a Nizza, da Parigi a Bordeaux, le parrocchie siano state sommerse da una folla di fedeli dall’età media straordinariamente bassa, con tanti giovani che per la prima volta entravano in una chiesa. Siamo di fronte a una gioventù francese che ha visto la decadenza delle generazioni precedenti, le quali, perso ogni punto di riferimento e di trascendenza, hanno distrutto le radici del Paese.

La rinascita della fede tra i giovani è un segno per tutta la nazione. Ed è anche nel tentativo di contrastare un sempre più crescente orgoglio musulmano che va letta questa riscoperta – quest’anno ancora più evidente dato che l’inizio del Ramadan ha coinciso con l’inizio della Quaresima. «È anche dovuto alla presenza dell’Islam in Francia, che durante il Ramadan propone qualcosa di abbastanza forte […]. Tra i giovani, c’è l’idea che se sono cristiani, bisogna che si veda. Non vogliono essere tiepidi o insipidi. Ed è qualcosa di molto bello, proprio di questa nuova generazione», racconta all’HuffPost padre Benoît Pouzin, della diocesi di Valence.

Ruolo cruciale lo svolgono anche i social, se pensiamo al successo del canale YouTube Le Catho de service, e di altri influencer francesi cristiani. È infatti su TikTok che si moltiplicano i video di giovani o influencer che raccontano la propria «routine quaresimale» seguendo un linguaggio di tendenza: «POV fai la Quaresima e dici una parolaccia», «la mia routine quaresimale per ridurre al massimo il trucco», si legge scrollando il feed. Curioso che sui social gli adolescenti sembrano alla ricerca di precise istruzioni per vivere la Quaresima, alla ricerca di un’ascesi più profonda dei loro genitori o nonni. «È divertente», commenta padre Pouzin, «perché normalmente è sempre un momento che i cristiani temono un po’, in cui bisogna fare degli sforzi». Sembrano gridare i giovani: «Io voglio vivere una vera Quaresima».

Di sicuro la richiesta di regole precise rientra in un preciso trend di sviluppo personale e consigli di vita dal sapore americaneggiante. Sebbene possa sembrare un format prestabilito che nulla ha a che vedere con la fede, è incoraggiante pensarla allo stesso modo di padre Pouzin, che afferma essere un modo dei giovani di «lavorare su se stessi». Il sacerdote legge questo slancio giovanile una ricerca di senso: «Dieci o quindici anni fa, far pregare i giovani era complicato. Oggi ne hanno una versa sete. Quando si fanno ritiri, ciò che li segna di più è il tempo di preghiera e di silenzio, dove si spengono tutti i cellulari».

In questo contesto, precisa, è chiaro che la missione della Chiesa è ricordare loro il significato della Quaresima e le sue «tre dimensioni» inseparabili: «Pregare di più, quindi rivolgersi a Dio, purificare la nostra vita tagliando con certe abitudini e la condivisione, l’elemosina, fare cose per gli altri». In quest’ottica, chapeau perfino al social che possono fare da veicolo all’azione dello Spirito Santo. (Foto: screenshot AleteiaFR, YouTube)

FONTE : IL TIMONE

 

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