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TRUTH

MARIA DONNA E MADRE PER ECCELLENZA

emanuele sinese libertĂ  e persona Dec 09, 2024

di Emanuele Sinese

Scrivere un articolo sul dogma dell’Immacolata Concezione significa riscoprire la propria identità cristiana. Maria è la donna perfetta, che non si è disdegnata di seguire il Figlio. Maria è colei che indica la via maestra per divenire puri e mondi in questo pellegrinaggio terrestre che è la vita. Lei che è stata preservata dal peccato originale è la madre di Dio, ma anche dei cristiani e sovviene ad ogni esigenza spirituale con lo scopo di condurre a Cristo che è la somma sapienza. 

Che cosa è il peccato originale? 

E’ la ribellione che commisero Adamo ed Eva con la conseguente estromissione dal Paradiso. Si illustra la questione. 

Agli albori 

Va anzitutto precisato che l’espressione peccato originale non è presente nel testo biblico. I primi due capitoli di Genesi narrano la modalità perfetta e armonica attraverso la quale Dio crea la terra e quanto essa contiene. Al capitolo 3 del suddetto libro della Bibbia, che è il primo si narra dell’azione nefasta del serpente e la conseguente caduta di Adamo ed Eva, i quali irrisoriamente pensavano di poter divenire come Dio. Si riporta una stralcio di quanto accaduto: 

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».

Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». 

Questione del serpente 

Erroneamente si pensa e sostiene che il serpente sia il simbolo del demonio. Il serpente nei culti cananaici e di altri popoli della Mezzaluna Fertile è il dio della fertilità, quindi della propensione da parte degli umani a procreare, per garantire la specie. Nella concezione biblica il serpente è simbolo dell’astuzia, della razionalità, che però è stata utilizzata a danno delle creature umane. La sua astuzia si manifesta per gradi, esso si avvicina a Eva ponendogli differenti interrogativi: E’ vero che Dio vi ha proibito di mangiare di tutti i frutti? Non morirete affatto! I vostri occhi si apriranno e voi sareste come Dio. Il serpente quindi insinua nella donna il dubbio, il risentimento, quasi a sostenere che Dio abbia loro celato una notevole possibilità: divenire come Lui. 

Azione divina 

Poi udirono la voce dell’Eterno DIO che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno DIO fra gli alberi del giardino. Allora l’Eterno DIO chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?» 

Dio pur essendo onnipotente, si prostra dinnanzi all’uomo attraverso delle semplici azioni:

1) passeggia: l’atto del camminare da parte di Dio sta indicare la volontà di voler accompagnare l’uomo giorno per giorno. Il cammino di Dio rimanda al cammino del popolo eletto nel deserto, come anche alla venuta di Cristo che dal martirio della croce chiamerà l’intera umanità a se.  

2) Parola: Dio si rivela alla creature umane in virtù della parola. La parola è il linguaggio verbale, la capacità di relazionarsi con l’altro. Dio infatti è essere di relazione e la sua parola verrà resa manifesta anzitutto mediante il Decalogo e poi attraverso l’incarnazione ultima e definitiva del Figlio, quale parola per eccellenza. 

Dio non esprime un giudizio di condanna nei confronti di Adamo ed Eva. Essi vengono allontanati dall’Eden per aver infranto la relazione con il loro creatore, il quale però si prende cura di loro, infatti li riveste dando così a essi la dignità perduta. Certo da questa inettitudine si è poi originata la sofferenza, la morte, la fatica, che però Dio ha vinto mediante la morte gloriosa di Cristo Gesù.  

Ermeneutica del peccato originale 

Il racconto di Adamo ed Eva è certamente mitologico, ma vuole porre in risalto il reale peccato che è poi l’origine degli altri: la superbia. Da un punto di vista biblico, la superbia è la scissione volontaria da parte del popolo eletto (Israele) nei confronti di Dio. Codesta superbia si evince nella ferma volontà di concedersi ai culti pagani, di Baal perché incapaci di sopportare il lungo silenzio di Dio. I quarant’anni nel deserto sono stati la prova che Israele come ha definito il profeta Osea si è prostituita, ossia ha creato una divinità umana, il vitello d’oro a dispregio dell’unico Dio: Jahvè. Dio però non ha cessato di amare questa sua creatura, infatti attraverso Mosè nuovamente ha ristabilito la pace, l’alleanza interrotta.  

Peccato originale in Sant’Agostino di Ippona

Agostino ritiene che l’uomo è creato simile a Dio, ma non in tutto. Dio quale amore infinito conosce il male, ma non lo compie; anche l’uomo conosce il male e può compierlo in virtù del libero arbitrio. L’uomo ribadisce Agostino non può salvarsi da se e in relazione al peccato originale, egli sostiene che si eredita grazie all’atto sessuale, quindi all’unica e lecita forma di procreazione. L’atto generativo per Agostino è bonum, perché garantisce il genere umano, altrimenti si estinguerebbe, ma è anche malum perché pone il nascituro nel peccato originale. Egli nel “Le nozze e la concupiscenza” chiosa così: «I bambini sono tenuti come rei dal diavolo, non in quanto nati dal bene, che costituisce la bontà del matrimonio, bensì perché nati dal male della concupiscenza, di cui indubbiamente il matrimonio fa buon uso, ma di cui anche il matrimonio deve arrossire». È «l’ardore della passione» che accompagna l’amplesso a macchiare sin dall’origine ogni essere umano: «chiunque nasce da questa concupiscenza della carne… è in debito del peccato originale» (sul concetto di concupiscenza scriverò in seguito). 

Posizioni del Magistero della Chiesa  

La dottrina cattolica ribadisce che solo mediante il Battesimo si elimina il peccato originale e di conseguenza si è nuovamente in unione con Dio, pur rimanendo la propensione a compiere atti peccaminosi sia veniali, che mortali. A suddetti atti peccaminosi, la Chiesa offre la grazia sacramentale, quindi i mezzi grazie ai quali si può giungere alla salvezza. I sacramenti sono il dono più sublime che la Chiesa possiede per elargire grazie su grazie, la prima è come già citato sopra la salvezza. Anselmo d’Aosta nel considerare i sacramenti, in particolare l’Eucaristia afferma che solo attraverso la morte di Cristo si restituisce all’uomo l’identità di uomo: quella eterna, ove nuovamente sarà unito al suo creatore.  

Maria la donna Immacolata 

Maria pur essendo la madre di Cristo, di Dio e dei cristiani è sempre una creatura umana. Sorge l’istanza di come possa essere stata preservata dal peccato originale. La Sacra Scrittura già nei libri veterotestamentari offre una comparazione tra Eva e la nuova Eva, appunto Maria.  In Genesi 3, 15:  

E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno. 

Maria è colei che si pone al servizio di Dio, tale da generare suo Figlio. Ella partecipa seppur in modo subordinato alla vittoria di Cristo sul peccato, in quanto ha scelto in coscienza di darlo alla luce, ha proferito il suo sì! 

Nel Cantico dei Cantici, come nei Proverbi vi sono chiari riferimenti a Maria: Proverbi 8, 24: 

Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua 

Cantico dei Cantici 4, 7 

Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia 

Maria nella Patristica 

Giustino martire, Ireneo di Lione e Cirillo di Gerusalemme, come molti altri, svilupparono la dottrina sulla figura di Maria. Ella è presentata come pura, immacolata, incorrotta ed innocente. Di conseguenza immune dal peccato. Sant’Agostino la definì una donna speciale. Egli sosteneva che l’umanità è una massa di dannati, Maria però non appartiene a questa massa perché preservata interamente dal peccato originale.  

Teologia scolastica e Maria 

L’epoca medioevale vede l’insorgere alcune dispute circa la purezza di Maria, in quanto essendo creature non può a detta di alcuni pensatori essere immune dal peccato originale. 

Anselmo d’Aosta sostiene che Maria è stata concepita come tutti gli uomini nel peccato originale, ma prima della nascita del Salvatore è stata dallo stesso redenta. Le dispute si acuiscono sempre più, ad esempio il carmelitano Giovanni Baconthorpe chiosa così:  

La beata Vergine, in quanto figlia di Adamo, contrasse di fatto il peccato originale. Aggiungo questo contro alcuni, si pensi a Scoto, il quale dice che la beata Vergine non contrasse il peccato originale; e contro l’opera dell’Aureolo. 

Il carmelitano fa riferimento al filosofo e Arcivescovo francese Pietro Aureolo che negava la purezza di Maria. 

L’intervento di Papa Pio IX 

A distanza di secoli e dopo numerosi attriti, Papa Pio IX l’8 dicembre 1854 mediante la Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus, afferma il dogma dell’Immacolata Concezione. Non mi soffermo ulteriormente in quanto ho scritto in passato, ma ribadisco che questo dogma mette in risalto una verità di fede indiscutibile, ossia Maria non è stata toccata dal peccato originale e di conseguenza Ella non ha commesso alcuna forma di peccato, che da quello antico derivano. Maria prima ancora della creazione del mondo fu pensata da Dio per essere la madre del Messia e quindi fu già in quel momento preservata dalla colpa antica. Si riporta di seguito il paragrafo dell’enciclica che esplicita il dogma dell’Immacolata Concezione:  

Perciò, dopo aver presentato senza interruzione, nell’umiltà e nel digiuno, le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l’assistenza dell’intera Corte celeste e dopo aver invocato con gemiti lo Spirito Paraclito; per sua divina ispirazione, ad onore della santa, ed indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certa ed immutabile per tutti i fedeli. 

Papa Benedetto XVI e Maria Immacolata 

Papa Benedetto XVI reputa Maria una dolce e rassicurante presenza, in quanto con il suo stile discreto dona a tutti pace e speranza nei momenti lieti e afflitti dell’esistenza. Cosa dice Maria? Joseph Ratzinger ricorda che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (Rm. 5, 20). Ella ricorda che Gesù ha vinto il male. Tutti hanno bisogno di Maria, perché è fonte di speranza. Maria Immacolata aiuta a difendere l’identità divina delle

persone, in quanto in Lei si è manifestata la purezza dello spirito, dell’anima e del corpo, coerenti con la volontà di Dio. Maria ci insegna anzitutto a guardare a Dio con i suoi occhi, a guardare agli uomini come destinatari della fede nel Dio che salva.

Maria è un dono prezioso per tutti.

Gesù dall’alto della croce prima di portare a compimento il cruento sacrificio dona Maria come madre. 

FONTE : Libertà e Persona

 

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