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La tiepida risposta vaticana all’oltraggio olimpico di Parigi

catholic culture il blog di sabino paciolla olimpiadi di parigi 2024 phil lawler sabino paciolla Aug 08, 2024

di Sabino Paciolla

Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Phil Lawler, pubblicato su Catholic Culture.

Cosa c’è di sbagliato nella dichiarazione del Vaticano sulla blasfemia olimpica? Quasi tutto.

A cominciare dalla tempistica. È passata più di una settimana tra le cerimonie di apertura delle Olimpiadi di Parigi e la pubblicazione della tiepida risposta vaticana. Durante quella settimana migliaia di persone hanno espresso il loro shock e la loro rabbia per un insulto deliberato al Santissimo Sacramento, fonte e culmine della fede cattolica. Così il mondo si è naturalmente rivolto a Roma per avere una risposta autorevole, e per diversi giorni non ha sentito nulla.

Poi, quando il Vaticano ha rilasciato una breve dichiarazione, l’ha resa nota al mondo nel pomeriggio di sabato. È questo il momento solitamente scelto dai pubblicisti che si sentono obbligati a mettere qualcosa a verbale, ma non vogliono catturare l’attenzione dell’opinione pubblica: il momento di “insabbiare” una notizia.

Una dichiarazione ragionevolmente forte, a quel punto, avrebbe potuto essere classificata come “troppo poco, troppo tardi”. Ma questa non era una dichiarazione forte. Si comincia con “La Santa Sede è rattristata”. Rattristata? Siamo “rattristati” solo dalla pubblica derisione di qualcuno che amiamo?

In realtà il Vaticano ha (deliberatamente?) mancato il punto essenziale. La dichiarazione prosegue “deplorando l’offesa arrecata a molti cristiani e credenti di altre religioni”, e in seguito fa riferimento ad “allusioni che ridicolizzano le convinzioni religiose di molte persone”.

Lo spettacolo in questione non aveva incluso alcune “allusioni” che deridevano la religione; si trattava di un attacco prolungato. Ancora più importante, lo spettacolo non era solo un’offesa contro i cristiani; era un’offesa contro Dio. Ciò che il Vaticano ha trattato come una violazione delle buone maniere era in realtà una deliberata blasfemia, una violazione del primo comandamento di Dio.

Certo, c’erano altri motivi per essere disgustati dalle cerimonie di apertura delle Olimpiadi. I commentatori laici potevano, e lo hanno fatto, deplorare l’offesa alla normale civiltà e i limiti della libertà di parola in una società sana. Ma il mondo si aspetta che la Santa Sede veda gli eventi con gli occhi della fede. Da questo punto di vista, il peccato di blasfemia è molto più grave dei sentimenti feriti dei credenti.

Alla fine della settimana scorsa, sia il presidente della Turchia che il governo dell’Iran avevano esortato Papa Francesco a parlare. La tempistica della tardiva dichiarazione vaticana solleva una domanda: Il Vaticano era più preoccupato della reazione dei leader musulmani che dell’indignazione dei fedeli cattolici del mondo?

Anche dopo un appello diretto del presidente turco Erdogan, Papa Francesco non ha ancora rilasciato una sua dichiarazione. Presumibilmente la dichiarazione non firmata della Santa Sede non poteva essere emessa senza la sua approvazione. Resta il fatto che un insulto a nostro Signore Gesù nell’Eucaristia è stato accolto con il silenzio del suo Vicario a Roma.

Come possiamo spiegare il silenzio del Papa su questo oltraggio di Parigi? Forse fa parte di uno schema. Si tenga presente che Papa Francesco non celebra la Messa in pubblico da più di due anni. Il Papa spesso “presiede” la Messa e tiene le omelie, ma non ha agito come celebrante principale della liturgia eucaristica. È una questione di priorità? Se sì, cosa c’è di più importante dell’Eucaristia per il Sommo Pontefice, il “Sommo Sacerdote” della Chiesa cattolica?

FONTE : Il Blog di Sabino Paciolla 

 (FOTO di myshoun da Pixabay)

 

 

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