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TRUTH

LA FOLLIA DEI BAGNI “GENDER FLUID” E LA DITTATURA ARCOBALENO

angelo mandelli Feb 20, 2024

di Angelo Mandelli

Perché i cessi sono di due tipi, maschile e femminile? Perché i maschi sono diversi  dalle femmine. I primi fanno pipì dall’alto, mentre le femmine la fanno da sedute. Se i bagni fossero unici, ciò sarebbe molto antipatico sopratutto per le donne. Dovrebbero sedersi laddove ci sono le gocce di urina prodotte dall’altro sesso. Una cosa assolutamente anti igienica e foriera di malattie.

I bagni “gender neutral” sono poi un nonsenso assoluto, Infatti chi entra in questi cessi o è maschio o è femmina, quindi i problemi sopra descritti e derivanti dal bagno unico si ripresentano tutti.

L’ unico scopo dei bagni “gender neutral” è ideologico . Si vuole dare ad intendere che il genere (sesso percepito) è  la stessa cosa del sesso biologico, anche se ciò non è vero (e sono proprio i bagni a mettere in evidenza la cosa).

Qualcuno dirà che chi la pensa così, è sempre libero di andare nel cessi classici, suddivisi  fra maschi  e femmina (sempre che rimangano). Certo. Ma qualcosa di intrinsecamente anti igienico e pericoloso non può essere lasciato sussistere, nemmeno per la “libera scelta” di qualcuno. I cibi scaduti all’ interno di un supermercato vengono ritirati e non venduti a chi li vuole.

Qualcun’ altro dirà che questi bagni sono solo uno scherzo. Un modo per accondiscendere alla follia della ideologia gender. Ma anche questa giustificazione non regge. Sarebbe come mettere per le strade dei palloncini a forma di asino per blandire chi crede che asini volano. Cosa assurda e ingiustificabile, anche perché comporterebbe un notevole spreco di risorse pubbliche per cosa totalmente inutile.

L’ unica alternativa è sperare nel ritrovato buon senso. Cioè sperare che prima o poi l’imbroglio venga smascherato e che questi bagni “neutri” vengano considerati per quello che sono, cioè una cosa inutile e dannosa.

Ma anche questa via è molto difficile da praticare. Infatti tutti i regimi proteggono le loro menzogne con forme di repressione. Anzi, più la bugia è grande, più serve un regime repressivo per sostenerla. E’ successo così in tutta la storia. I regimi nazista e fascista sono andati avanti per decenni prima che la gente potesse dire che il mito della razza e dell’uomo forte erano sbagliati.  Il regime marxista leninista pure ha dominato il mondo prima che la gente potesse dire che comunismo era una cosa mostruosa.  Quella che prevale oggi è l’ideologia  LGBT , che per certi versi è ancora peggio di quelle passate. Pretende l’assurdo,  che i sessi non esistano o che possano essere intercambiabili.   Che un uomo possa essere una donna e viceversa. Che i bambini possano nascere da due donne o due uomini. Pretende, appunto, perfino l’ assurdità dei bagni “gender”.

IL CASO DELLA BOCCONI

Tutto quanto descritto sopra è esemplificato perfettamente da quanto successo in Università Bocconi. dove l’ateneo non solo ha creato l’assurdità e anti-igienicità bagni “gender neutral”, ma ha pure sospeso per 6 mesi 3 studenti che avevano fatto la cosa giusta e contestato la cosa.

In questa università sono emerse anche ulteriori aggravanti al regime poliziesco LGBT.
Si è scoperto che esistono all’interno dell’ateneo della procedure discrezionali e senza controllo che conferiscono alla dirigenza dei poteri assoluti. In pratica potere di vita o di morte sugli studenti.

La democrazia non funziona così. Per condannare una persona non bastano delle dichiarazioni a senso unico. Occorre fare dei processi con regole e procedure codificate. Ci devono esser garanzie per gli imputati. Serve un PM,  un giudice, un avvocato, delle udienze, convocate in modo formale, ecc. ecc. Una università, per inchiarsi ai dittatori arcobaleno e alle loro follie non può buttare nel cesso secoli di cultura giuridica e pretendere di operare come in regime assoluto.

Quello che è stato intentato in Bocconi è un processo farsa, totalmente a senso unico dove il PM fa anche il giudice e l’avvocato (di se stesso). Ed emette pure la sentenza. Roba da regime. Che va benissimo per i dittatori LGBT, abituati ad imporre il loro diktat, ma non per le persone civili, per cui vale ancora l’ art. 21 della costituzione e le altre garanzie costituzionali.

L’ università afferma che gli studenti avrebbero violato l’ “Honor Code” con “messaggi e commenti contenenti pesanti allusioni sessuali e contenuti provocatori e offensivi nei confronti delle persone con disabilità”. Ma questo lo dicono loro.

Ecco alcuni di commenti dei ragazzi”:

“.. .ma non diciamo pagliacciate, L’ orientamento sessuale è una cosa, il sesso biologico un’ altra; Può piacerti o meno, ma  se hai ìl pesce resti maschio, e se hai la patafiocca resti femmina. E vai nel bagno adatto…”

Questa sarebbe una offesa? No, è la semplice verità. Perché dovrebbe essere vietato dirla, o avere sanzioni? 

E qui veniamo all’altro punto. Quello per cui nel regime LGBT non vengono condannate le offese effettive, ma quelle che la parte offesa ritiene come tali.  Se tu dici “buon giorno” l’altro potrebbe sentirsi offeso e obbligarti a dire “buona giornata”. In questo modo il regime LGBT diventa sempre più dispotico e intollerante. impone sempre di più una visione del mondo a suo uso e consumo.

Non solo , ma un sistema del genere le accuse viaggiano sempre a senso unico. Chi ha violato più pesantemente il cosiddetto “Honor Code”? Magari è stata proprio l’ università, nel momento in cui ha creato la sciocchezza dei bagni “gender fluid”. Una cosa inutile, ideologica e anti igienica, per adeguarsi alla visione del mondo LGBT. Altro che “Honor code”?

Qualcuno dice che addirittura per creare questi bagni “gender-fluid” sono stati usati i bagni per disabili. Se fosse vero sarebbe la ciliegina sulla torta della ipocrisia e del mal costume a servizio della dittatura arcobaleno.

FONTE : SAMIZDAT MILANO

 

 

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