LA CRISTOLOGIA MARIANA
Apr 22, 2025
di Emanuele Sinese
La Vergine Maria ha un ruolo fondante nell’esperienza di fede cristiana. Ella è il canale attraverso il quale è avvenuta l’incarnazione del Figlio di Dio. Il Magistero della Chiesa ha riconosciuto l’importanza di tale donna, infatti ha proclamato due dogmi (Immacolata e Assunta) che vanno ad approfondire, ma soprattutto a far comprendere, la centralità di Cristo nella storia. Un cristiano a priori non può eludere Maria, perché anche mediante essa si giunge alla comprensione dell’alleanza ultima che Dio in Cristo ha stabilito.
Maria la Figlia di Sion
Sion è un’altura posta fuori dalla città vecchia di Gerusalemme. Codesto monte per la tradizione ebraica è il luogo scelto da Dio per dimorare con gli uomini, quindi il centro spirituale d’Israele. A livello etimologico di Sion significa “la pura del cuore”. Il salmo 87 chiosa così:
Il Signore ha fondato la sua città sui monti santi. Egli ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. Cose gloriose sono dette di te, o città di Dio! «Menzionerò l’Egitto e Babilonia fra quelli che mi conoscono; ecco la Filistia e Tiro, con l’Etiopia: ciascuno d’essi è nato in Sion!» E si dirà in Sion: «Questi e quello sono nati in essa; e l’Altissimo la renderà stabile». Il Signore farà il censimento e nel registrare i popoli dirà: «Questi è nato là». E cantando e danzando diranno: «Tutte le fonti della mia gioia sono in te».
La figlia di Sion è apoteosi di quanto accadrà: la nascita del Figlio di Dio e la costituzione della Chiesa. Perché Maria è identificata come la figlia di Sion? L’evangelista Luca nella narrazione dell’Annunciazione facendo riferimento ai tre annunci profetici (Sof. 3, 14, 17 Gl 2, 21, 27; Zc 9, 9, 10) rivolti alla figlia di Sion mette in risalto che è Maria suddetta figlia. Ella è la nuova sposa di Dio. In tutta la Sacra Scrittura, con precisione dai primi profeti sino all’Apocalisse, l’alleanza tra Dio e gli uomini è sempre descritta con simboli matrimoniali. Si pensi alla classica formula “sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. Il popolo è Israele sposa di Dio. Israele a sua volta è archetipo del futuro popolo: i cristiani, che si alleano in Cristo con Dio, mediante la sposa per eccellenza che è la Chiesa.
Sposa di Jahvè
Nel libro di Osea (1, 3) si descrive l’esperienza matrimoniale del profeta. La moglie fu infedele. L’infedeltà rimanda al popolo prescelto, che più volte si perverte dimostrando infedeltà verso Dio. Osea non a caso chiama Baal la nuova divinità, ma Dio rinnova la proposta di salvezza:
Tu mi chiamerai Ishi, e non mi chiamerai più Baali – ‘Mio Marito… non più, mio Signore.’ L’affetto è l’idea di spicco di Marito;’ regola, in ‘Signore’. La ragione principale per la sostituzione del marito con il Signore appare nel versetto successivo, cioè, Baali, l’ebreo per il mio Signore, era stato pervertito per esprimere le immagini di Baal, il cui nome non dovrebbe essere preso sulle loro labbra.
Questa alleanza è indicata da un nuovo fidanzamento tra Dio e la figlia di Sion:
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Da un punto di vista teologico ed esegetico il fidanzamento è il tempo del cammino nel deserto e Mosè è il profeta che rinnova l’alleanza sul Monte Sinai. Il popolo più volte lamenta la fatica per l’insufficienza di viveri, la mancanza prossima di prospettiva. A causa del dubbio, esso si corrompe. Il deserto è la coscienza, la quale in circolarità con la volontà si apre al reale divino, che è Jahvè e non il culto pagano. Nel Nuovo Testamento il tema del fidanzamento riappare in Cristo, che è nato da Maria. San Paolo alla comunità di Corinto in relazione alla nuova alleanza ricorda che Dio è geloso. La gelosia divina non è oppressione o possesso, ma simbolo matrimoniale! L’uomo, per essere realmente libero, deve far capo ogni dì a Dio e così avrà reale significato la sua esistenza. Tale simbolo matrimoniale è poi figurato con la Chiesa, che viene istituita nello spasmo sulla croce del Figlio di Dio a cui la Vergine Santissima vi partecipa. Questa dimensione sponsale è ben narrata in un passo dell’Apocalisse:
Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più.
E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Sono versetti escatologici in quanto extra ecclesia nulla salus!
La Virgo Sion è la vergine d’Israele
La verginità è una virtù fondamentale. La nostra cultura l’ha però elusa. Sovente, soprattutto fra gli adolescenti e i giovani, ci si adopera al di fuori dell’alleanza coniugale, ci si adopera affinché il prima possibile possa essere persa, quasi fosse un difetto di natura. La verginità è simbolo di integrità matrimoniale. In riferimento alla figlia di Sion, la vergine figlia è Gerusalemme. La città gerosolimitana è definita vergine, perché è rimasta inviolata, ha respinto l’indecenza del re di Assiria rimanendo così la sposa fedele di Jahvè. La verginità è quindi la pura comunione con Dio. La purezza è essenza fisica, ma anche interiore. Chi non è puro non può pretendere che Dio dimori in lui. A livello teologico la verginità della fede è la purezza del credere. Tale purezza si manifesta nell’appartenenza alla Tradizione, nello sforzo costante di mutare, quindi di abbandonare il peccato. Il simbolo per eccellenza di una fede pura è la sacramentalità della fede stessa. L’etimologia del sostantivo “sacramento” è segno. Il segno sacramentale è l’appartenenza in toto a Dio, costituita appunto dalla purezza.
Maria figlia di Sion e archetipo della Chiesa
Maria è il mistero dell’elezione, dell’alleanza e dell’amore di Dio per Israele. Anche a Maria si applicano gli attributi del popolo eletto: sposa, madre e vergine. Maria è nell’economia della salvezza, non come corredentrice (l’unico redentore è Cristo) bensì come fautrice e via verso il Redentore.
La Vergine Maria
La verginità di Maria consta anzitempo nella corporeità. Ella è rimasta intatta. Ella non è stata violata dal peccato di origine, che non fu di impurità, ma di superbia. Dalla superbia scaturiscono i vizi capitali, tra cui la lussuria, quale passione smisurata ed egocentrica di un sublime dono come la sessualità. La verginità di Maria però amplifica notevolmente; essa verte come ricorda sant’Agostino dalla “verginitas carnis” alla verginità “cordis et fidei”.
Verginità “cordis et fidei”
Avendo già esplicitato la questione della verginità corporale di Maria, si pone l’attenzione sulla verginità del cuore e della fede di Ella. La verginità del cuore di Maria la si constata nell’atto dell’Annunciazione. Il saluto dell’Angelo “Chaire Kecharitomené” è il rallegrarsi di Maria, perché piena di grazia. “Chaire” echeggia l’esultanza d’Israele, in quanti è giunto al mondo il Messia profetizzato. Ecco che la figlia di Sion in Maria diviene effettiva ipostasi. “Kecharitomenè” è la santificazione e purificazione che Dio per atto pneumatologico nel grembo di Anna, madre di Maria ha compiuto per la madre del Salvatore. Ecco che si comprende la preoccupazione di Maria: come avverrà questo, poiché non conosco uomo? Dio ha scelto Maria, perché ha mantenuto un cuore puro, propenso alla verginità, affinché le meraviglie dell’amore divino si presentassero all’umanità. Emerge, in proporzione alla verginità, la dimensione sponsale. Maria è sposa di Giuseppe, il padre putativo di Gesù.
La sponsalità di Maria è la docilità allo Spirito, che in Cristo ha aleggiato. La sponsalità di Maria la si evince alle Nozze di Cana, ove Gesù anticipando quanto avverrà in Cena Domini, non chiama Maria madre, ma donna. Perché? Gesù chiamandola donna, definisce Maria la Sion messianica, la sposa di Jahvè che esorta i servi a obbedire, dacché ad ascoltare quanto Gesù proferisce e soprattutto compie. In Maria c’è un costante riferimento e Cristo (“fate quello che vi dirà”) ecco perché Lei è cristologia. Maria è apoteosi del nuovo tempio: la Chiesa. Così concependola Maria, si può affermare, come chiosò il Cardinale Journet che tutta la Chiesa è mariana. La Costituzione Dogmatica Lumen Gentium (Vaticano II) nel riconoscere l’importanza di Maria afferma che è Madre di Dio e del Redentore, legata a Lui da un vincolo indissolubile. Ella, come già riconobbe Pio XII, per la sua purezza è al di sopra di tutte le creature terrestri e celesti (angeli) pur essendo creatura umana. Lo è per la totale dedizione allo Spirito, che le ha consentito di divenire la Madre di Cristo ed anche di Dio. Maria coopera alla carità dei figli di Dio, i quali discendenti di Adamo e quindi caduci nell’essere, perché peccatori hanno costante bisogno di ritornare alla fonte della verità, per essere come Lei assunti nel Regno dei Cieli.
FONTE : Libertà e Persona
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