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L’attacco a Shalom? Perché distingue il bene e il male

comunità shalom la nuova bussola quotidiana piazza pulita roberto marchesini suor rosalina ravasio Apr 27, 2023

di Roberto Marchesini

Ormai da decenni vivo serenamente senza un televisore in casa. Questo mi porta diversi vantaggi, tra i quali: silenzio, più tempo per leggere e ascoltare buona musica, maggior facilità al dialogo familiare. E, ultimo ma non ultimo, l’oscurità più totale a proposito di reality, talk-show e «trasmissioni d’approfondimento» come Piazza Pulita, condotta da Corrado Formigli.

Ho dovuto interrompere il mio felice e volontario digiuno televisivo su richiesta del direttore della Nuova Bussola, i desideri del quale sono un ordine per il sottoscritto. Così mi sono sciroppato la registrazione dell’ultima, interminabile puntata di Piazza Pulita, dedicata quasi interamente alla Comunità Shalom di suor Rosalina Ravasio (che conosco e stimo).

A uno sguardo (il mio) completamente vergine di televisione, la faccenda è risultata grottesca. Ad esempio, l’unica cosa alla quale riuscivo a pensare guardando gli ultimi video proposti da Fanpage (prima di presentare i quali Formigli ha raccomandato - giuro - di mettere a letto i bambini), è stata: beh, ma chi filmava? Se fosse una scena reale, si sarebbe svolta davanti a un estraneo, quale sarebbe un reporter in incognito? Di fronte alle nuove testimonianze, solo io ho avuto l’impressione di espressioni (verbali e no) caricaturali? Non mi esprimo sugli ospiti in studio; osservo solo che hanno fatto apparire Mario Adinolfi come un gigante. Intendo: dal punto di vista dell’onestà intellettuale e del buon senso.

Mi soffermo un pochino, invece, sui tre temi che - anche a detta dei presenti in studio - hanno fatto da filo rosso della trasmissione. Il primo: l’assenza dello Stato. I presenti in studio (dimentichi evidentemente dell’articolo 118 della Costituzione più bella del mondo che richiama esplicitamente il principio di sussidiarietà) erano concordi sul fatto che il vero problema era uno Stato poco presente sia in funzione terapeutica e preventiva, che di controllo e vigilanza. Insomma: il popolo italiano (a maggior ragione se cattolico) non avrebbe diritto di costituire comunità terapeutiche e di organizzare forme di prevenzione e cura del proprio benessere. Tutto nello Stato, nulla al di fuori dello Stato, insomma. Mi ricorda qualcosa che ora mi sfugge... Non solo: lo Stato dovrebbe trasformarsi in un Grande Fratello e vigilare continuamente anche all’interno delle realtà private (anche le nostre case? Anche sotto le nostre lenzuola?) per controllare che tutto si svolga secondo alcuni criteri. Quali?

Ecco il secondo punto: la scientificità. Non importa se suor Rosalina ha salvato la vita di migliaia di ragazzi e ragazze, di giovani: importa se segue o meno protocolli scientifici. La scienza è diventata il criterio per distinguere ciò che è permesso dire, fare e pensare e cosa no. Cosa fa la scienza? Una cosa sola: misura. Dice come le cose sono a livello materiale. Non dice nulla di come le cose dovrebbero essere, tanto meno le persone. Non si può misurare il dolore, la disperazione, la vicinanza, la compassione. Neppure il bene e il male.

Ed è questo il terzo filo rosso: gli abusi derivano sempre dal fatto che qualcuno pensa di sapere cosa è il bene e il male. Chi pensa di sapere cosa è il bene e il male finisce per imporli agli altri e, quindi, di commettere violenza. Questa è pura modernità, è puro Popper (vedi qui per approfondire): tolleranza per tutto e per tutti, questa è la Società Aperta, l’Open Society. Tranne, ovviamente, per gli intolleranti, per chi ha una chiara idea di cosa sia bene e cosa sia male. Per loro - ah ah - nessuna tolleranza.

Così funziona la televisione: killeraggio mediatico nei confronti di suor Rosalina e della Comunità Shalom; e - già che ci siamo - indottrinamento su 1) statalismo; 2) scientismo; 3) relativismo morale. La trasmissione si è conclusa con la promessa, da parte di Formigli, di continuare a massacrare l’immagine della Comunità Shalom. L’obiettivo non era quindi lo scoop, risollevare gli ascolti della trasmissione giocandosi la carta del solito buon vecchio anticattolicesimo: l’obiettivo è proprio l’impegno di suor Rosalina. Ci sarebbe da chiedersi come mai...

Chiudo con due piccole riflessioni a margine. Innanzitutto: qualcuno vieti ai preti di comparire in TV. Infine: buttate il televisore.

 

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