L'assalto ai pro life è frutto della rivolta sociale targata Cgil
Dec 02, 2024di Andrea Zambrano
L'assalto squadrista all'iniziativa anti aborto in Statale a Milano trova i suoi mandanti morali nella Cgil di Landini che sta aizzando alla rivolta sociale e ha dichiarato guerra ai pro life. E nel Pd di Elly Schlein, che ha invitato alla lotta lo stesso collettivo studentesco coinvolto, l'Udu, il cui ruolo nei disordini di Milano lo proietta come braccio "armato" studentesco sia del Pd che della Cgil.
L’attacco brutale dei collettivi studenteschi di sinistra andato in scena martedì pomeriggio alla Statale di Milano nei confronti di un incontro pro-life organizzato da studenti vicini a Comunione e Liberazione rappresenta chiaramente la volontà della sinistra di alzare lo scontro sui temi della vita nascente oltre che sul fine vita con metodi squadristi tipici da anni ‘70.
Gli studenti hanno fatto irruzione nella sala dove era in corso il convegno «Accogliere la vita - Storie di libera scelta», promosso dalla lista Obiettivo Studenti Unimi Medicina e Sanitarie. Ospiti Soemia Sibillo, direttrice del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli, Chiara Locatelli, neonatologa del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, specialista in cure palliative perinatali e Costanza Raimondi, ricercatrice in bioetica alla Cattolica.
Dopo l’irruzione dei collettivi ci sono stati disordini, spintoni, cori e persino bestemmie, minacce ai relatori e lancio d'acqua contro gli organizzatori, mentre le luci e i microfoni sono stati staccati.
Inutile dire che da parte della galassia della sinistra non è arrivata alcuna solidarietà, mentre ad esprimere la propria vicinanza alle vittime, oltre a condannare i fatti, sono stati alcuni esponenti milanesi di Fratelli d’Italia e Lega mentre Pro Vita & Famiglia, che proprio l’altro giorno ha dovuto fare i conti con l’ennesimo assedio ai danni della sua sede romana, ha espresso parole di biasimo.
Il motivo di questo silenzio da parte dei cosiddetti “democratici” è da ricercare in una precisa strategia che la Sinistra sta portando avanti per criminalizzare il dissenso e che la segreteria di Elly Schlein sta amplificando nei toni della lotta. E con essa la Cgil che proprio ieri con il segretario Maurizio Landini, nel lanciare lo sciopero generale previsto per oggi ha ribadito che «occorre alzare il tiro», mentre non più tardi di un mese fa aveva chiamato a raccolta per una «rivolta sociale».
Per capire il contesto in cui Pd e Cgil sono responsabili moralmente di questo raid fascista dal quale si guardano bene dal prendere le distanze, bisogna andare a vedere chi sono i responsabili dell’assalto di via Celoria, sede della Statale dove si teneva il convegno pro-life.
A stroncare l’incontro dopo pochi minuti dall'inizio e a rivendicarlo successivamente sono stati diversi movimenti studenteschi di sinistra. Nell’ordine: Udu, Studenti Indipendenti, Cambiare Rotta e Rebelot oltre che alcuni attivisti, che hanno occupato un immobile nella zona di Città Studi.
Si tratta di collettivi che si presentano regolarmente alle elezioni studentesche che portano avanti azioni di rivolta e che nel loro programma hanno tutto l’armamentario tipico della Sinistra radicale e che sono letteralmente sostenuti dal sindacato rosso di Landini e dai Dem di Elly Schlein.
Su tutti, per importanza, diffusione negli atenei e organizzazione capillare svetta l’Udu, l’Unione degli Universitari che si definisce nel suo sito «una confederazione di associazioni studentesche presente in 35 atenei italiani. All’Unione degli Universitari aderiscono ogni anno migliaia di ragazzi e ragazze attorno ad un modello organizzativo inedito in Italia: il sindacalismo studentesco».
Non si tratta di una mission casuale. Il collettivo che ha assaltato i pro-life a convegno agisce come un sindacato e come un sindacato rivendica le proprie azioni di lotta. Ora, non è un caso che se il principale sindacato della Sinistra unita, la Cgil, abbia alzato lo scontro fino ad aizzare alla rivolta sociale, anche l’Udu si sente autorizzata ad agire di conseguenza e i temi dell’aborto sono assolutamente centrali in questa strategia di lotta.
L’Udu, infatti, è assolutamente contiguo alla Cgil. Sono loro stessi a scriverlo sul loro sito: «Abbiamo un patto di lavoro con la Rete degli studenti medi e con la CGIL, con la quale collaboriamo sui temi del lavoro e del sociale». Dunque, si è autorizzati a pensare che l’azione di martedì pomeriggio risponda in tutto e per tutto alla campagna che la Cgil ha da tempo imbastito contro il movimento pro-life, dopo anni in cui le attenzioni della Camera del lavoro erano incentrate solo sulla tematica lavorativa dei medici obiettori. Da qualche tempo Landini e soci hanno cominciato a prendere di mira anche i pro-life impegnati nei consultori e in alcuni ospedali per informare correttamente e sostenere le donne che vogliono interrompere la gravidanza. Infatti, le prime reazioni contro le leggi regionali come quella del Piemonte, che fanno entrare i pro-life nei consultori, sono state provocate proprio dalla Cgil.
Il 27 settembre scorso, in occasione della Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro la Cgil ha diffuso un manifesto per chiedere tra le altre cose il «divieto per le associazioni antiabortiste di operare nelle strutture pubbliche dedicate all’Ivg».
E non più tardi di un mese fa, a conclusione della tappa italiana di 40 giorni per la vita promossa dai pro-life a Modena, sono comparsi nella città estense dei manifesti inequivocabili che chiedevano di mettere fuori legge le iniziative di preghiera organizzate davanti agli ospedali. «Liber3 (con tanto di schwa ndr.) di abortire, ostacolare l’aborto è violenza», dove il logo della Cgil faceva bella mostra di sé assieme ad altre sigle come Arci, Udi e Arcigay.
Insomma, l’attacco ai pro life rappresenta per la Cgil della rivolta sociale di Landini un passaggio imprescindibile di questa lotta.
E a proposito di lotta, non è un caso che questo sia lo stesso termine con il quale si è rivolta all’Udu proprio Elly Schlein. Il 4 giugno scorso, la Schlein ha incontrato i vertici del sindacato studentesco che diversi mesi dopo avrebbe fatto irruzione alla Statale di Milano.
«Da quando è stata incoronata leader del Pd – scriveva il Foglio -, la collaborazione con l’Udu (che è sempre stata considerata la sigla universitaria di riferimento dei dem) si è intensificata». La segretaria Dem ha partecipato a diverse azioni dei collettivi studenteschi mentre ad aprile invitò alcuni esponenti Udu in un incontro sul diritto allo studio organizzato allo Spazio Sassoli, a Roma. E chiudendo l’incontro con gli studenti, Schlein li ha salutati dicendo “buona lotta”.
Ecco perché quello che è successo martedì in ateneo a Milano ha radici profonde nel mandato che sia il Pd targato Schlein che la Cgil della rivolta sociale targata Landini hanno affidato ai giovani universitari, sempre più braccio “armato” di scontri, di piazza o di altro genere, per alzare il tono dello scontro, anche sui temi della vita dove la sinistra ha deciso di giocare tutte le sue energie insieme ai cosiddetti diritti, dopo aver abbandonato al suo destino il futuro dei lavoratori.
FONTE : La Nuova Bussola Quotidiana
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