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Il risveglio di Rosaspina. Riscopriamo le fiabe dei fratelli Grimm

letteratura paolo gulisano ricognizioni Aug 29, 2024

di Paolo Gulisano

La fiaba è uno dei generi letterari più antichi, insieme al mito e all’epica. Le fiabe sono diventate a partire dall’800, dal trionfo dell’Illuminismo e dello Scientismo, l’ultimo rifugio accogliente per le verità contenute nei miti, per il senso religioso profondamente radicato in essi. Questo rifugio da qualche tempo è stato individuato dalla cultura secolarista dominante, ed è oggetto di uno spietato attacco. 

Nelle rappresentazioni dell’industria occidentale dell’intrattenimento, che ha colonizzato e quasi del tutto sostituito l’immaginario popolare tradizionale, si tende a riscrivere le fiabe in senso progressista, trasformando i loro significati originari in un’ottica riduttiva di produzione di determinati modelli sociali. E così si distrugge ciò che, delle fiabe, è sempre stato il cuore, la profondità archetipica e spirituale.

Attraverso la parodia umoristica, il rovesciamento satirico, per cui l’orco è buono, il principe cattivo, e così via, e un generale tono superficiale e spesso demenziale, questa artificiosa leggerezza ha in realtà lo scopo di educare le nuove generazioni ai magnifici valori progressisti occidentali. In particolare, viene presa in carico pesantemente la figura femminile, e spesso quella maschile è messa forzatamente in secondo piano se non apertamente disprezzata.

È un attacco a quell’ultima fortezza letteraria che era stata valorizzata dal Romanticismo come difesa del mito e del Sacro, come reazione alle pretese della nascente Modernità scientista. Non c’è da stupirsi che la Post Modernità liquida e intollerante voglia scagliare l’ultima offensiva contro la fiaba.

Il XIX Secolo fu il secolo delle macchine, del vapore, dell’elettricità, della Rivoluzione Industriale, ma fu anche il Secolo delle Fiabe. Accanto alle locomotive, alle ciminiere, agli ingranaggi meccanici, spuntarono nella Letteratura le fiabe, emergendo dai miti antichi e dai racconti popolari.

L’800, vide la nascita di questo tipo di letteratura, che consegnò ai lettori capolavori immortali. Gli studiosi definiscono questo fenomeno come la reazione romantica allo spirito del tempo, alle idee ereditate dall’Illuminismo, dal Positivismo, dal Meccanicismo, ma l’origine di questa narrativa ha radici ben più profonde. Opere di grande originalità, che si staccavano decisamente dalla novellistica di corte del Settecento, e andavano anche oltre la fiaba d’arte romantica tedesca, di Ludwig Tieck, Novalis, Clemens Brentano.

La fiaba rinacque nel nord dell’Europa. Se le sue origini erano state nel mondo classico, a partire da Fedro, le fiabe ottocentesche videro la luce in Germania, in Danimarca, in Scozia, in Inghilterra, in Bretagna. Nacquero dall’opera di riscoperta dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, che come degli archeologi culturali portarono alla luce i resti di narrazioni e miti antichi di secoli.

In questa impresa furono sostenuti e coadiuvati dagli amici Clemens Brentano e Achim von Arnim, che a loro volta si adoperavano per la valorizzazione del patrimonio letterario e folcloristico tedesco.

Per comprendere chi siano stati i Grimm e l’importanza del loro lavoro, giunge in libreria il volume di Giuseppe Reguzzoni Il risveglio di Rosaspina, Una prospettiva sulle fiabe dei Grimm, dell’editrice Marcianum Press. Il volume del professor Reguzzoni, studioso germanista, docente, traduttore, pubblicista, è una vera e propria guida nel mondo di questi due fratelli nati negli ultimi anni del ‘700, coevi della Rivoluzione Francese, e quindi testimoni degli sviluppi tecnologici del secolo seguente, cui risposero guardando ai misteri conservati e tramandati nei villaggi, nelle antiche foreste della loro terra, e non solo.

Alcune delle fiabe, come ad esempio Cenerentola o La bella addormentata nel bosco, sono parte del patrimonio europeo da molto prima dei fratelli Grimm. Le storie dei fratelli Grimm hanno spesso un’ambientazione oscura e tenebrosa, fatta di fitte foreste popolate da streghe, goblin, troll e lupi in cui accadono terribili fatti di sangue, così come voleva la tradizione popolare tipica tedesca. L’unica opera di depurazione che sembra essere stata messa consapevolmente in atto dai Grimm riguarda i contenuti sessualmente espliciti, piuttosto comuni nelle fiabe del tempo e ampiamente ridimensionati nella narrazione dei fratelli tedeschi, cristiani riformati piuttosto devoti, come ci rivela il professor Reguzzoni. In effetti, il grande interesse suscitato dalle fiabe dell’800 fece nascere al tempo un vero e proprio genere letterario.

L’espressione letteratura per ragazzi o letteratura per l’infanzia si riferisce a un vasto insieme di opere e generi letterari che, in qualche modo, si ritengono adatti per un pubblico molto giovane. Si possono intendere come opere letterarie per ragazzi quelle pensate esplicitamente per la lettura da parte di giovani, oppure opere giudicate adatte ai minori da parte di una autorità riconosciuta come competente – un tempo gli educatori, oggi molto più spesso gli editori – da destinarsi a questo tipo di pubblico. Molto spesso questa scelta è frutto di una valutazione fatta prendendo in esame i contenuti morali delle opere, in particolare rilevando messaggi potenzialmente diseducativi.

L’insieme di tutti i testi pensati e pubblicati per un pubblico di bambini e ragazzi fa riferimento a un insieme complesso, variegato e contradditorio tanto che è difficile definire univocamente questa disciplina: sono molte le strade che si possono percorrere per operare un discorso critico su questa letteratura. Essa è comunque da considerarsi come letteratura tout court, che, per essere compresa, ha bisogno di strumenti e conoscenze che si rifanno alla critica letteraria, alle conoscenze storiche, filologiche, pedagogiche e artistiche. Non sono necessari soltanto strumenti educativi e pedagogici per studiarla e comprenderla, ma è fondamentale un’impalcatura critica e artistica che la consideri come letteratura e arte a tutti gli effetti.

Oggi, spesso, l’etichetta “letteratura per ragazzi” viene affibbiata a opere nelle quali mancano due tipi di ingredienti: il sesso e la violenza. Se un romanzo è privo di questi elementi, viene derubricato a opera per ragazzi. Il romanzo occupa una vasta categoria della letteratura per ragazzi, e tale categoria può essere ulteriormente suddivisa a seconda del genere delle storie, come il romanzo fantastico, uno dei generi più famosi, che narra storie ambientate in luoghi immaginari, popolati da personaggi fantasiosi e magici.

Come si è detto, l’800 fu dominato dalla tecnica, dallo scientismo, ma anche da un crescente agnosticismo. Nelle fiabe dei Grimm, così come in quelle dei loro migliori allievi, si riscontra un forte senso religioso, una profonda dimensione del Sacro, magari precristiano. Nell’immaginario dei Paesi nordici riformati, (curiosamente tranne il cattolico Clemens Brentano non solo i Grimm, ma tutti i grandi autori di fiabe furono protestanti) erano rimaste sopravvivenze del Paganesimo nordico, delle divinità del Walhalla, o in altri luoghi del Tir nan Og celtico. Questa religiosità è evidente nei fratelli Grimm Le Fiabe dei fratelli Grimm, raccolte in un momento in cui la cultura europea entrava nella fase più acuta del processo di secolarizzazione e di disincantamento, che vennero in seguito interpretate in modi diversi, soprattutto in chiave psicoanalitica, sono in realtà una splendida testimonianza di ciò che alberga nell’animo umano: una profonda nostalgia di Bene, di Buono, di Vero.

FONTE : RICOGNIZIONI

 

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