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TRUTH

Il diritto alla dissociazione mentale, il dovere della menzogna, un’altra vittoria

silvana de mari Sep 26, 2022

di Silvana De Mari

Come spiegava Lao Tze nel suo mitico libro sull’arte della guerra, quando il nemico ti ha portato a combattere con le armi e il territorio da lui scelti, hai già perso la guerra. Noi perdiamo la guerra quando permettiamo al nemico di imporci le sue parole, perché così ci ha già imposto i suoi significati.

La neolingua è la base della manipolazione mentale. L’uomo contemporaneo  è sempre solo, isolato, atomizzato. Non condivide  con altri la fede in Dio, né quella nel futuro e quindi nel senso della vita. Condivide slogan, ideologie, neolingua e dogmi, che gli permettono di dividere in mondo in buoni e cattivi. Chi non condivide il dogma è malvagio.

Una massa di individui senza nessuna fede in comune ritrova un barlume di affiliazione al gruppo nell’odio per il reprobo. Il termine transfobia è uno degli esempi più tragici di neolingua, basato su alcuni dogmi assurdi, ascientifici, folli e crudeli. La parola trans indica una transizione da un sesso all’altro ed è completamente priva di senso, non è possibile nessuna transizione da un sesso all’altro. Se usiamo la parola trans, neolingua, già diamo per scontato che la transazione sia possibile. “Nell’affrontare l’argomento va chiarita la fondamentale differenza tra l’intersessualità e la (cosiddetta)  transessualità: la prima riguarda alcune specifiche condizioni mediche di oggettiva ambiguità dal punto di vista biologico; i transessuali si trovano invece ad affrontare un disturbo psicologico. L’idea che il fenomeno transessuale abbia una base biologica è scientificamente infondata l’idea che i transgender siano così dalla nascita: tra i numerosi studi, uno recentissimo condotto da un gruppo  dell’Università La Sapienza smentisce questa teoria Hormone and genetic study in male to female transsexual patients. )”, spiega molto bene l’ex trans Walt Heyer, autore del libro Paper Gender. Il mito del cambiamento di sesso. Il cambiamento di sesso non è possibile. È un mito. Il molti casi il desiderio di cambiare sesso è un sintomo di un’altra patologia, la schizofrenia o il disturbo dissociativo. Accontentare il paziente è evidentemente disastroso. Negli altri casi si è avuta nella vita del paziente un’impossibilità a identificarsi con il proprio sesso.

La mente è plastica e può modificarsi sempre. Occorre rieducarla mente ad accettare il corpo, cioè la realtà. Il corpo non è plastico, se lo si modifica sanguina, e molto, e cicatrizza con dolore. La castrazione e l’amputazione delle mammelle sono irreversibili, mentre il desiderio di cambiare il proprio sesso è reversibile, spesso scompare da solo, lasciando il rimpianto atroce per la propria vita distrutta con la complicità di psicologi e chirurghi molto ma molto malaccorti. Le ferite possono infettarsi e suppurare. Il sistema endocrino alterato è sempre in equilibrio instabile. È quindi necessario smettere di credere, e far credere, che la chirurgia possa offrire soluzioni: farlo significa collaborare con la manifestazione di un disturbo delirante e venire meno alla responsabilità di rendere accessibili trattamenti efficaci. Questo è ciò che ho imparato sulla mia pelle,… E’ stato folle. Per questo ora voglio mettere in guardia altre persone dal ricorso alla chirurgia. aggiunge  Heyer, che nel suo ultimo libro, Gender, lies and suicide (Gender, menzogne e suicidio) tratta il tema atroce dell’aumento vertiginoso dei suicidio nel pazienti sottoposti alla cosiddetta transizione, che in realtà non transita nulla: è una castrazione seguita di un complesso, lunghissimo e dolorosissimo intervento di chirurgia dei genitali per simulare i genitali del sesso opposto.

Chi è contrario a tutto questo è transfobico e deve essere punito, ma è una persona che sta dicendo la verità: non esiste nessuna transizione di un sesso all’altro. Una persona non si riconosca nel proprio sesso biologico sta mostrando una forma particolarmente grave di dismorfofobia. Con questo termine si indica l’odio per il proprio corpo, l’incapacità ad accettarlo. Le forme più gravi di dismorfofobia portano all’anoressia, dove abbiamo l’annientamento dell’istinto più primordiale, quello alla nutrizione e la sopravvivenza, al disturbo di identità corporea, caratterizzato dal fatto che una persona desidera ardentemente un’amputazione, e la cosiddetta disforia di genere in cui una persona non si riconosce con la propria realtà biologica, e odia il proprio sesso.  È evidente che in tutti questi casi occorre aiutare la persona ad odiarsi meno, cercando di ricostruire il trauma o la serie di microtraumi che hanno portato all’odio per se stessi, creando laboratori di armonizzazione mente e corpo. L’ultima cosa di cui ha bisogno una persona che soffre di anoressia è di essere accontentata, di essere aiutata a morire di inedia, l’ultima cosa di cui ha bisogno chi soffre di disforia di genere è di essere accontentato, castrato e bombardato di ormoni.

Quando il processo di identificazione col proprio sesso non ha funzionato, allora si ha la sensazione che la mente e il corpo non coincidano. I cromosomi non sbagliano. L’errore è della mente, ed è la mente che deve essere guarita, la mente, non il cervello. Il cervello maschile e quello femminile sono diversissimi nella lateralizzazione e nella interconnessione, e nelle persone che si definiscono trans sono assolutamente normali. Nella stragrande maggioranza dei casi oltre l’80%, la cosiddetta disforia di genere del bambino si risolve da sola alla pubertà con l’arrivo degli ormoni sessuali. Bloccare la pubertà quindi è un errore medico un abuso di minore lo definiscono i pediatri americani. Sottoporre un corpo sano ad amputazione, bombardamenti ormonali, interventi dolorosissimi e irreversibili, che, secondo le statistiche, moltiplicano i rischi di suicidio, esula dall’ obbligo della medicina di non nuocere. Il sesso biologico non è una costruzione mentale, non è possibile per un uomo sentirsi donna e viceversa perché il loro cervello non è in grado di capire come si sente l’altro sesso.

Il termine transfobia, che il PD vuole trasformare in reato punibile stigmatizza l’affermare che gli uomini sono uomini, le donne sono donne, che ci siano differenze strutturali tra i due e che queste differenze strutturali siano fondamentali non solo per la continuazione della specie ma anche per l’equilibrio delle persone. Per transfobia si intende il dire la verità. negare che una transizione da un sesso all’altro sia possibile, rivendicare il diritto alle parole donna e uomo. Affermare che solo le donne hanno le mestruazioni e partoriscono è transfobia, usare le parole padre e madre è transfobia, ma anche omofobia, l’altro crimine assoluto.  Esiste addirittura una giornata contro la transfobia, una giornata di obbligo alla menzogna.

L’accusa di essere transfobici può distruggere una reputazione, può far perdere il lavoro, annienta qualsiasi carriera accademica, scatena ondate di inenarrabile boicottaggio. Il diritto di essere trans è uno dei nuovi diritti, si tratta di diritti costruiti a tavolino, con una serie di congressi, dove cosiddetti esperti che per partecipare hanno ricevuto cifre da capogiro, stabiliscono una serie di affermazioni che diventano i le parole d’ordine con cui organismi sovranazionali, ONU e comunità europea modificano la società con affermazioni false e dogmatiche.  Esistono menti maschili intrappolati in corpi femminili e viceversa. Il sesso biologico e il genere a cui si ritiene di appartenere possono essere diversi: è giusto che una persona decida il proprio genere e che questo genere possa essere diverso dal sesso biologico.

È un dovere di tutto il mondo accettare questa decisione. Chi non lo fa è malvagio e deve essere stigmatizzato, in quanto persona che non permette agli altri di vivere come vogliono, li sprofonda in un’infelicità totale, rendendosi responsabili quindi di un loro eventuale suicidio. Le persone che lo desiderano, anche se sono bambini, devono avere il diritto a terrificanti trattamenti ormonali e alla castrazione per assecondare quelli che ritengono essere i loro desideri. È tutto falso. È la transizione che moltiplica il suicidio.

La prima urgenza del PD è l’agenda Zan. Dire la verità sarà reato, come già in Canada. Rivolgersi a un uomo che è un uomo ma ha dichiarato di sentirsi donna senza fingere che sia una donna sarà reato, affermare che un uomo e una donna sono diversi e che su questa diversità è basata la vita sarà reato. Si insegnerà ai bambini piccoli questa menzogna, già all’asilo che diventerà obbligatorio. Si insegnerà ai bambini che la loro percezione corretta della realtà, uomo e donna, babbo e mamma, è scorretta, e che quindi non devono fidarsi di se stessi e della propria mente, ma dell’autorità. Questo li renderà manipolabili per tutta la vita. I cittadini ideali del PD.

 

 

 

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