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Il Comitato nazionale familiari delle vittime “Covid”: i nostri cari sono morti di altro, restiamo in vigile attesa della Verità

come don chisciotte comitato nazionale familiari delle vittime “covid“ sabrina gualini Sep 19, 2024

Cari amici della Brigata vi proponiamo la lettura di questa lettera pubblicata dalla Redazione di Come Don Chisciotte.

 

Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato nazionale familiari delle vittime “Covid“.

Spett. Redazione,

Sono Sabrina Gualini presidente del comitato nazionale familiari delle vittime “covid”.

Il Comitato, ufficialmente registrato ad agosto 2022, in precedenza era un gruppo Facebook nato grazie a una giovane vedova “covid”, madre di 3 figli, che aveva messo in contatto due gruppi Facebook con alcune centinaia di follower ciascuno, creati rispettivamente da un orfano e una vedova “covid” . Da questo incontro tra chi condivideva lo stesso lutto traumatico, verso la fine del 2021, è nato un unico gruppo Facebook il cui nome è stato spesso modificato dal mio predecessore che gestiva il social fino a decidere per “Comitato nazionale familiari vittime del covid”. In quest’ultimo anno e mezzo, praticamente da quando sono presidente (ruolo confermato quest’anno), accogliendo il pensiero della maggior parte degli associati sul nome stesso del comitato, abbiamo deciso di virgolettare la parola “covid” a voler così sottolineare la nostra distanza dal termine stesso perché sappiamo e crediamo che i nostri Cari sono morti di altro. Sì, proprio così, sono morti anche di mala-umanità, di quella disumanizzazione in ambito sanitario che durante il periodo delle covidfollie si è manifestata in pienezza senza veli proprio in quei luoghi in cui lo spirito che era , ad esempio, di San Giuseppe Moscati, di San Camillo De Lellis ( “Più anima, figlioli miei, più cuore in quelle mani!”) dovrebbe animare nei nostri tempi il personale sanitario di ogni livello, dal medico all’addetto all’accettazione.

Perché questa mia lettera?

Perché troppo spesso leggo articoli su alcuni quotidiani che fanno riferimento ai familiari di vittime covid che hanno presentato esposti alla Procura contro l’ex ministro della salute, Roberto Speranza , contro Giuseppe Conte… contro i vertici della Regione Lombardia . Esposti per mancato rinnovo piano pandemico secondo direttive Oms e non attuazione di quello vecchio. Esposti per la mancata zona rossa ad Alzano e Nembro in Lombardia. Quei familiari di cui si legge su molti titoli giornalistici sono riuniti nella “Associazione Sereni e Sempre uniti”, registrata al Runts (registro unico nazionale terzo settore) in data 4 aprile 2023 mentre prima era un comitato nato a dicembre 2021 dopo la rottura di alcuni parenti delle vittime col “Comitato Noi denunceremo” di cui facevano parte. Anche io iniziai a seguire la pagina Facebook di “ Noi denunceremo” subito dopo la morte di mio padre avvenuta a luglio 2021. Non ritrovandomi appieno in questo Comitato che seguivo senza associarmi, per non frammentate ulteriormente, anziché aprire una mia pagina Facebook indirizzata soprattutto alla mia regione, Abruzzo, ho pensato che era meglio unirmi ad altri familiari di tutta l’Italia – Lorenza, Luca, Antonella C, Antonella N., Danila, Lucia, Filomena, Stefania C.,Sole…

– con cui ho contribuito alla costituzione del Comitato nazionale familiari delle vittime “covid” che è aperto a collaborare con altre realtà aggregative che rappresentano altre vittime del sistema covid.

In occasione del convegno “Covid : tra malasanità e terapie mancate” organizzato il 26 maggio 2023 a Roma dal comitato che rappresento, assieme al direttivo ho fatto una riunione in videochiamata con il direttivo, compreso il presidente, di “Sereni e Sempre Uniti”.

Il motivo della riunione fu invitarli a collaborare, a organizzare eventi comuni pur conservando ognuno la propria identità. Un invito pensato in virtù del fatto che siamo tutti familiari di vittime del sistema covid,uniti da un lutto traumatico. L’invito non fu accettato perché, ci fu detto, la causa della morte dei loro familiari la ricercano nella mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, in un piano pandemico non aggiornato secondo linee guida Oms, nella non attuazione almeno di quello datato 2006. Quindi, a differenza di noi del CNFVC, per il direttivo di tale associazione, la causa di morte non è da ricercarsi anche in ambito terapeutico e assistenziale.

Ecco, quindi, dopo diversi articoli giornalistici e una trasmissione televisiva che a mio avviso lasciano intendere, penso inconsapevolmente, che i parenti delle vittime covid in Italia siano tutti rappresentati da tale associazione lombarda, ho pensato, consultandomi anche col direttivo del CNFVC (avv. Eleonora Coletta, dott.sse Stefania Carlotto e Simonetta Filippini), che fosse il caso di fare una precisazione a mezzo stampa.

Ho pensato quindi di alzare la mano per dire che esistiamo anche noi del Comitato nazionale familiari delle vittime “covid” e questo distinguo che vado a fare non è dettato da alcuno spirito competitivo che sarebbe ridicolo in un contesto come quello che viviamo noi parenti dei morti “covid” anzi, sotto certi aspetti, stimiamo l’operato di tale associazione il cui dolore ci accomuna e va reciprocamente rispettato al di là della linea seguita da loro e da noi.

Tuttavia, è giusto che si sappia che , oltre all’ “Ass.ne Sereni e sempre uniti “ a cui si fa riferimento quando si parla di piano pandemico, di archiviazione della denuncia della Procura di Brescia… esistono altri parenti riuniti nel Comitato nazionale familiari delle vittime “covid” che hanno meno, o per nulla visibilità su stampa nazionale, eppure si prodigano a portare avanti la battaglia di verità e giustizia per amore ai propri Cari.

Non abbiamo mezzi economici, le nostre attività cerchiamo di portarle avanti tramite l’ autofinanziamento e nella speranza della generosità di chi desidera supportarci economicamente o tramite altri mezzi come ha fatto il filmmaker Alessandro Amori della Playmastermovie che ringrazio per la sensibilità al tema e che, a ottobre 2023, ha realizzato il documentario “La morte negata “ con la collaborazione anche del nostro comitato. Il documentario ha acceso un faro sulla tragicità vissuta e su certe assurdità difficili da credere siano accadute realmente (magari fosse solo un brutto sogno!). Un documentario che, come il documentario “Dietro il dolore” realizzato sullo stesso tema dal regista Luca Secci in collaborazione col signor Stefano Castenetto e la personale partecipazione di alcuni nostri associati, invita il pubblico a riflettere anche sulla difficile elaborazione di un lutto traumatico come il nostro per il quale spesso ci si sente in colpa per non aver difeso il proprio Caro da una sorta di ingranaggio schiacciapersone.

Noi del Comitato nazionale familiari delle vittime “covid” esistiamo, il nostro comitato ha carattere nazionale e porta avanti una battaglia che, forse, è scomoda per molti , motivo per cui penso venga ignorata anche da chi, per questioni a me poco chiare, preferisce porre l’attenzione solo sul piano pandemico, zone rosse… Piano pandemico che certamente ritengo importante specie in certi suoi punti programmatici/organizzativi , tuttavia, non si può trascurare la ricerca di verità e giustizia portata avanti da noi del CNFVC riguardante i morti nei reparti covid bunker che hanno ingoiato migliaia di persone restituite dentro un sacco messo poi in bara sigillata senza nemmeno il riconoscimento della salma. Mi pare però che forse siano in diversi, sia addetti alla comunicazione che alla politica e alla sanità, a voler far passare tutti i nostri Cari come i morti di covid inevitabili in un contesto emergenziale in cui si è fatto quel che si poteva secondo i mezzi conoscitivi in quella situazione. Scusate, ma l’emergenza, e quindi lo stato confusionale ad esso legato, durano anni o è più lecito pensare durino un istante che può essere ad esempio quantificato in un mese tenendo conto che siamo nell’era della rete informativa internazionale anche sanitaria?

Ebbene, i nostri Morti non sono quelli del “Che vuoi farci, siamo stati colpiti da un microrganismo sconosciuto e si è fatto quel che si poteva… “.

No, invece, non è così.

I Nostri sono invece i Morti dei protocolli, delle fredde linee guida fatte di criteri di inclusione ed esclusione a discapito della persona che diventa un numero qualunque senza radici, senza storia, senza affetti,senza diritto ad accedere a una terapia che un medico cosciente e libero da condizionamenti aziendali darebbe. I Nostri sono i Morti della sedazione data anche senza firma di consenso veramente informato, data addirittura a dei pazienti che non dovevano essere intubati ma erano “scassamaroni”.

I Nostri sono i Morti degli esami radiologici mancati, dei ricoveri coatti in contrapposizione ad altri tardivi.

I Nostri sono i Morti dell’isolamento dal mondo, dagli affetti e quindi non resilienza alla situazione che stavano vivendo talvolta perfino legati a letto.

I Nostri sono i Morti delle infezioni intra ospedaliere che sono stato il primato del nostro servizio sanitario con oltre 50.000 morti/annui.

I Nostri sono i Morti della vigile attesa finché il virus non prendeva il sopravvento.

I Nostri sono i Morti che finché erano persone vive e potevano parlare, esprimevano il loro desiderio di voler tornare a casa ma, in una Nazione in cui si parla di libertà di decidere della propria vita e della propria morte (eutanasia) , i nostri parenti invece non sono stati liberi di poter disporre della propria vita né di morire a casa se proprio dovevano morire.

A loro non è stato permesso di “tornare a casa” ed essere curati secondo scienza e coscienza, e quindi secondo una trasparente comunicazione medica non zerbino delle leggi di mercato che, per indirizzare il popolo verso certe (non) scelte, utilizzano la strategia del terrore : “Se non ti vaccini, ti ammali, muori.”

Volevo solo tornare a casa”(ed. Graus) è il libro che ho curato raccogliendo e valutando alcuni racconti dei familiari delle vittime “covid” (vaccinati e non) che rappresentano uno spaccato di quello che è accaduto a livello nazionale a molte persone. Una raccolta di racconti che sono un atto di amore per i nostri Cari che non hanno più voce, e l’ultimo atto pietoso che possiamo fare è raccontare coraggiosamente la verità dei fatti in onore alla loro memoria.

Noi sappiamo la verità però vogliamo che siano le Istituzioni, politiche e giudiziarie, a dirla. Di qui il riconoscimento dello status di vittime di un sistema che non ha saputo proteggere la vita di tanti padri, madri, figli… (Proposta di legge di E. Coletta)

Come ho detto in diverse occasioni, noi del comitato nazionale familiari delle vittime “covid” non siamo giustizieri ma giusti, quindi è giusto che chi ha maltrattato, chi non ha curato, chi non ha visitato, chi ha guadagnato sulla pelle dei nostri poveri Cari… paghi secondo giustizia senza scudi penali offensivi.

È giusto che chi ha messo in atto la strategia del terrore diffondendo menzogne si assuma la sua responsabilità perché, oltre ai sospesi da lavoro e zero stipendio, oltre ai danneggiati di un vaccino che non evitava il contagio… ci sono i morti che, usati a mo’ di numeri diramati per mezzo dei bollettini quotidiani, spaventavano ulteriormente le persone inasprendo il distanziamento e l’odio sociali sempre utili per governare in pace senza troppi elementi ribelli, dissenzienti .

Noi del Comitato nazionale familiari delle vittime “covid” auspichiamo, anche se mi verrebbe da dire che esigiamo, di essere ascoltati dalla Commissione di inchiesta gestione pandemica come testimoni degli errori e degli orrori del sistema covid sui nostri Cari defunti e come rappresentanti di chi si riconosce nelle nostre istanze e nel nostro agire che è sia in ambito giudiziario (cause penali e civili) e sia in ambito culturale per diffondere quanto accaduto perché non si dimentichi e non accada mai più.

Noi restiamo in vigile attesa della verità e della giustizia e, chi di dovere, ossia, la Magistratura e la già citata Commissione, accolgano il nostro grido di dolore. Il tempo scorre e, a voler ripetere una profonda frase di San Giovanni Paolo II che ho fatto nostra: “Non c’è pace senza giustizia”

 

Sabrina Gualini, presidente del CNFVC – Comitato nazionale familiari delle vittime “covid”

[email protected]

https://www.facebook.com/groups/comitatonazionalefamiliaridellevittimecovid/?ref=share

FONTE : Come Don Chisciotte

 

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