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TRUTH

Ideologia Woke, anche Google continua ad allontanarsene

il timone paola belletti Mar 17, 2025

di Paola Belletti

Il brusco risveglio dall’incubo woke prosegue in terra americana, quella dalla quale soffiava prepotente l’ideologia radicalizzata del politicamente corretto. Certo, che avvenga principalmente perché è cambiato il vento che gonfia vele e tasche dei colossi media non è così entusiasmante, sarebbe bello se questo fosse l’esito di indipendenza di pensiero e di identità aziendale eticamente orientata, sganciata da logiche di puro potere; ma anche il potere, a sua volta, può decidere se mettere la propria forza a servizio di ideali che almeno tendano a ciò che è vero. Con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, fin dal discorso del suo insediamento e con la successiva firma di una raffica di ordini esecutivi, l’agenda progressista con tutti i suoi progetti per diffondere d’imperio l’inclusività nella sua peggiore accezione in ogni ambito sembra essere stata chiusa e buttata nella differenziata (carta o residuo secco?).

L’amministrazione del secondo Trump ne ha aperta un’altra e pare che anche i più diligenti nell’applicare i programmi DEI – diversità, equità e inclusione- si stiano rapidamente e con invariato zelo adeguando: Google su tutti. Era solo dicembre scorso quando l’azienda del più grande motore di ricerca internet lanciava un annuncio natalizio con il volto di un influencer non binary – espressione che forse tornerà al suo significato originario, ovvero quello di sintomo di sofferenza esistenziale. «La pubblicità è stata immediatamente criticata da personaggi conservatori come Sean Hannity di Fox News, che l’ha definita “woke” e l’ha paragonata alla controversa campagna del 2023 di Bud Light con Dylan Mulvaney. Sulla piattaforma X, account come “End Wokeness”, con 3,3 milioni di follower, hanno anche espresso il loro disappunto, mentre Pink News ha difeso la pubblicità, accusando i critici di bigottismo. La verità è che questo annuncio sembra essere stato il canto del cigno dell’ideologia woke di Google», si legge in un articolo di infocatolica.

A febbraio, secondo WorldNetDaily e The Verge, Google metteva in atto una drastica riduzione di tutti i programmi interni DEI. È del 6 febbraio un promemoria interno del capo delle risorse umane, Fiona Cicconi, che annuncia l’eliminazione del criterio da utilizzare nelle nuove assunzioni correlato alla diversità. «Inoltre, la società ha rimosso la frase “rendere la diversità, l’equità e l’inclusione parte di tutto ciò che facciamo” dai suoi report annuali alla SEC, segnalando il suo allontanamento dalle politiche woke.» Rimosso anche il mese del Gay Pride da Calendar, anche se Google ha cercato di smorzare le reazioni dicendo che si tratta semplicemente di semplificazione e della scelta di rimuovere tutte le commemorazioni culturali: ora il sistema si basa esclusivamente sui dati forniti dal portale timeanddate.com per determinare quali festività visualizzare di default. Gli utenti che desiderano continuare a seguire eventi culturali o commemorativi possono comunque aggiungerli manualmente al proprio calendario.

Marzo si apre con un’altra rimozione: il 7 vengono tolti «i riferimenti ai gruppi “sottorappresentati” dalla sua pagina web Startup Founders Fund. Questo cambiamento è in linea con una tendenza più ampia tra i giganti della tecnologia come Meta e Amazon, che hanno anch’essi modificato i loro approcci DEI in seguito agli ordini esecutivi dell’amministrazione Trump, ha riportato AP News.» L’8 viene si scopre che sono state rimosse le parole “diversità” e “equità” dalla pagina del team AI  – Responsible AI and Human-Centered Technology (RAI-HCT). Queste mosse hanno tutta l’aria di un sistematico e rapido smantellamento delle strutture ideologiche dell’epoca Biden-Harris – et alii. Una ristrutturazione di massa, senza bonus 110, che speriamo rimuova e renda inoffensive le follie messe in atto dall’ideologia woke in quello che era diventato una specie di manicomio culturale, come mostra con lucidità Giulio Meotti nel libro edito dal Timone, Manicomio Occidente. Gender, multiculturalismo, woke. Anatomia di un suicidio. Il declino procede a passi spediti, l’inizio della fine dell’ideologia progressista nella sua versione estrema era già cominciata, ne avevamo parlato sul numero di gennaio (qui per approfondire). (Foto: Pexels.com/Pexel.com)

FONTE : IL TIMONE

 

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