I fautori del capovolgimento dell’ordine naturale
Jan 17, 2025di Cinzia Notaro
Nietzsche, Marx, Freud hanno introdotto la moralità soggettiva che ha portato alla dittatura dell’ “io” andando contro l’ordine naturale stabilito da Dio per dare il via libera alla rivoluzione etica, sociale, politica, religiosa. Infatti non sarebbe stato possibile se Dio avesse continuato ad imperare nella vita dell’uomo.
Così come l’ordine dell’universo è regolato da leggi fisiche fondamentali sempre in funzione, immutabili, che vanno da quelle della gravità a quelle energetiche, all’elettromagnetismo così l’uomo porta inciso nel proprio cuore la legge divina, quella legge naturale che lo pone dinanzi ad una scelta: fare il bene o fare il male, perché è consapevole di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.
La filosofia moderna rifiuta la concezione secondo cui in Dio c’è una legge eterna, disconosce la metafisica, la trascendenza in nome di un falso principio di libertà? Risponde Francesco Lamendola laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all’Università di Padova. Già insegnante nella scuola elementare e poi, per più di trent’anni, nelle scuole medie superiori è autore di alcuni libri, tra cui ricordiamo “L’unità dell’essere e Galba, Otone, Vitellio e La crisi romana del 68-69 d.C. “. Numerose le riviste cartacee e informatiche a cui ha dato il proprio contributo (più di 6.000 articoli, soprattutto di natura filosofica, sono presenti in rete).Collabora
con scritti (https://fides-et-ratio.it/) e con video (youtube.com/channel/UC5NSLs_b7PJplg2YU2mgdGA) al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
Tutta la cosiddetta filosofia moderna – che poi filosofia non è, perché appunto disconosce la metafisica e senza la domanda sull’essere in quanto essere non si dà filosofia, ma solo vuota chiacchiera – rifiuta la nozione di legge eterna, per la buona ragione che è tutta protesa ad affermare in modo radicale il principio della libertà soggettiva. Il che è un non-senso, perché consiste in una rivendicazione della libertà in nome di se stessa e quindi senza giustificarla sulla base di una realtà superiore, permanente e oggettiva. È come se l’uomo moderno partisse dal presupposto che egli deve essere libero, perché così vuole la sua idea di libertà (soggettiva), e ciò significa voler piegare il principio di realtà ad una esigenza ideologica. Questo non è fare filosofia, non è nemmeno un ragionare
secondo logica ed è un prendere a calci il senso comune. Ma tant’è: in ultima analisi le sedicenti filosofie moderne nascono per questo fine, per fondare/prescrivere il presunto diritto dell’uomo a esercitare una libertà soggettiva e assoluta (ab-soluta: sciolta da ogni istanza ulteriore), che poi è un voler mettere i desideri al posto dei dati reali. Si tratta di una lotta contro il principio di realtà e contro la ragione bene intesa – la ragione metafisica, contemplativa e disinteressata, non la misera ragione strumentale e calcolante, propria della tecnica; e tutto per il rifiuto irrazionale del proprio statuto ontologico in nome di un orgoglio luciferino, che pretende di fondare ogni cosa su di un radicale immanentismo. Questo nasce dalla volontà di escludere la Causa prima incausata e implica la conseguenza di andare continuamente all’inseguimento delle cause seconde, con l’assurda pretesa di fondare su di esse tutto il reale.
La modernità scavalca Dio e pretende che il diritto sia fondato sul libero arbitrio umano e non sulla legge di natura, in quanto partecipazione di quella eterna?
L’errore iniziale, il dogma dell’immanentismo radicale scaturente dal pregiudizio anti-metafisico, porta con sé, a cascata, tutta una serie di altri errori derivanti da esso, e fra gli altri l’errore di voler fondare il diritto, vale a dire un
principio oggettivo, sulla base, relativa e sempre mutevole, della libertà soggettiva. Il fatto è che se l’uomo riconosce che la legge di natura è assoluta e trascendente, perché viene da Dio, non può non giungere al riconoscimento del proprio legame strutturale, ontologico, sia naturale che soprannaturale, con Dio e pertanto alla presa d’atto che in sé vi è sia un elemento naturale, che ne fa un cittadino di questo mondo, immerso nello spazio e nel tempo (mutevoli), sia una creatura costituzionalmente chiamata a realizzarsi nell’assoluto e nell’eterno, dunque su un altro piano di realtà. Ma per capire questo bisogna riconoscere l’ordine meraviglioso presente in ogni aspetto del reale; mentre il pensiero moderno, pur di negarlo, si dedica ossessivamente al suo sport preferito di negare tale ordine e di predicare il caos, il nulla, la follia, il non-senso e la morte.
L’uomo moderno vanta dei diritti che chiama naturali ( matrimoni tra persone dello stesso sesso, adozione di bambini per gli omosessuali e lesbiche, utero in affitto, eutanasia, aborto, divorzio …) , ma tali non sono, perché ?
Per la ragione evidente che non sono secondo natura, ma contro natura. Tanto è vero che, per assicurare il preteso diritto di qualsiasi coppia ad avere dei figli, si arriva a negare, aggirare e beffare la natura, ricorrendo a pratiche come l’utero in affitto, che oltre ad essere radicalmente immorali non esistono in natura.
Insomma si giunge al paradosso di negare la legge naturale in nome di un’idea di natura che è una palese mistificazione, non poggiante affatto sulla realtà (che è ordine e non disordine), bensì su deliranti petizioni di principio. Insomma, si torna sempre allo stesso nodo: si sostiene che l’uomo è assolutamente libero, e per “dimostrarlo” si vorrebbe piegare o addomesticare il dato reale. La buona filosofia ha sempre insegnato che la vera conoscenza è, invece, adeguamento del giudizio alla cosa: adaequatio rei et intellectus.
Dal teocentrismo all’antropocentrismo. La psicanalisi freudiana che ruolo ha rivestito?
Un ruolo fondamentale: Freud ha fatto più male di Marx e Nietzsche messi insieme, anche per la ridicola patina di scientificità con la quale i suoi seguaci pretendono di ammantare le fumisterie psico-analitiche. Il marxismo è da tempo largamente screditato e il nichilismo nietzschiano si annulla da solo; ma il freudismo è penetrato a fondo nella pseudo-cultura moderna, ha colonizzato come un fungo velenoso il nostro immaginario e non c’è semianalfabeta che non si senta un po’ intellettuale appellandosi alle “grandi verità” del suo (in)degno maestro. Freud si è improvvisato filosofo e poiché odiava l’idea di Dio, ha sostenuto che tale idea nasce nella mente umana come trasposizione dell’idea del Padre amato/odiato per le note ragioni (amore incestuoso per la Madre, invidia e
timore per il genitore che spinge a qualche forma, inconscia, di parricidio). Et voilà, il gioco di prestigio è fatto: per essere libero (di amare la propria madre) l’uomo non può che bramare l’assassinio di Dio. Togliersi di dosso quella
ingombrante presenza è appunto ciò cui tende tutta la cosiddetta filosofia moderna. Freud è il più funzionale di tutti i (cattivi) maestri, il più conseguente, il più insidioso; e pur essendo, come filosofo, pateticamente inconsistente è anche il più difficilmente confutabile. Infatti le sue teorie non si richiamano né alla ragione, né ad alcun principio di realtà: con la scusa dell’inconscio, fanno presa a livello viscerale. E noi sappiamo, perché lo abbiamo visto di recente, quanto sia facile spingere gli uomini a comportamenti irrazionali, anzi assolutamente folli, una volta che si sia trovato il modo di colpirli emotivamente, ad esempio facendo leva sulla paura.
Naturale con Freud ha cambiato significato ? Non sarebbe più conforme a razionale e libero?
Il rapporto di Freud con la nozione di naturale è contraddittorio, quasi schizofrenico: da un lato egli sostiene che le pulsioni inconfessabili dell’inconscio sono “naturali”, dall’altro constata che la loro attuazione porterebbe al
disordine e metterebbe in crisi la società. Quindi, facendo un apparente passo indietro, afferma che è giusto porre dei tabù sulle pulsioni più distruttive, ma al tempo stesso che la loro repressione genera le nevrosi. Certo, è molto comodo per lui e per la setta dei suoi seguaci che vivono facendosi pagare per “curare” le persone affette da nevrosi: perché se la nevrosi, dopotutto, è il male minore rispetto all’incesto, all’assassinio e così via, e dunque si configura come una realtà ineliminabile, permanente, allora ci sarà sempre bisogno di quel genere di “medici”. In tal modo il loro futuro economico e professionale è assicurato in perpetuo, qualunque cosa accada. In conclusione Freud asserisce che le pulsioni distruttive sono naturali, ma che non le si può assecondare oltre un certo limite,
e quindi crea le premesse per il passo successivo: cambiare d’imperio il concetto di “naturale” e rimodellarlo a piacere, finché non si pieghi a significare quel che vogliamo noi. Lui però, ripeto, fa come colui che scaglia il sasso e subito dopo nasconde la mano che lo ha lanciato. Di fatto, sostiene che l’uomo deve convivere con la nevrosi per non cadere, o ricadere, nella barbarie: e dice che tale è il prezzo della “civiltà”. Così facendo, contrappone il concerto di civiltà a quello di natura, portando a conclusione un processo che era iniziato con Francesco Bacone e Cartesio. Ed è un esito drammatico, perché crea una scissione insormontabile all’interno dell’uomo stesso: dal momento che l’uomo è sia civiltà che natura, e pertanto non può andare contro la natura se non andando contro se stesso. Forse nessun autore cristiano, neppure fra i più pessimisti, si era spinto così lontano: a calunniare la natura come se fosse una maledizione.
La legge positiva umana in cosa si distingue dalla legge positiva divina?
La legge positiva umana dovrebbe fondarsi su quanto vi è di perenne e assoluto nella legge naturale, che viene anch’essa da Dio. La legge positiva divina è un superamento e un perfezionamento della legge naturale, ma senza negarla o sopprimerla. Gratia non tollit, sed perficit naturam. Accade però che, quando le premesse filosofiche sono totalmente sbagliate, come nella cultura moderna, la legge positiva umana non solo non rispetta la legge naturale, ma la sovverte deliberatamente. E quindi si configura obiettivamente come una mostruosa, diabolica contraffazione dell’ordine naturale, che a sua volta è un riflesso dell’ordine divino.
A quali conseguenze ha portato la post-modernità nei diversi ambiti?
Alla formazione graduale di una contro-natura che tiene gli uomini disancorati dalle realtà e impedisce loro di vedere il mondo reale per quel che è effettivamente, compresi se stessi, e li tiene prigionieri di una sorta di
allucinazione collettiva, di una ipnosi di massa sistematica e pressoché permanente.
Nella Chiesa stiamo assistendo al completo disorientamento dottrinale causato proprio dalle varie aperture moderniste?
Sì. Con lo spirito della modernità non si può dialogare né scendere a patti: sarebbe come stringere un patto col Diavolo. O meglio, è proprio di questo che è accaduto. E la perfidia del Nemico sta nel fatto che un tale patto suicida viene travestito di nobili intenzioni, e la resa è mascherata da dialogo, inclusione, accoglienza ecc. Come osservava Chesterton, il mondo moderno è spazzato dalle schegge di antiche verità cristiane “impazzite”. Naturalmente questa resa si attua su due livelli: quelli che tradiscono la Chiesa deliberatamente e quelli che
non se ne rendono conto e sono solo degli utili idioti. Il risultato però è lo stesso, in entrambi i casi. Ma qui appunto si vede la differenza fra chi ha un’idea moderna, cioè sbagliata, di ciò che è la Chiesa, e vede di essa solo le strutture esteriori, e chi invece ne ha l’idea giusta: il corpo mistico di Cristo, sostenuto dalla presenza illuminante e consolatrice dello Spirito Santo.
L’uomo creato per conoscere, amare e servire Dio, a cosa va incontro se continua a credersi il padrone del mondo sostituendosi a Dio come creatore, legislatore e giudice di se stesso ?
Alla propria distruzione fisica, intellettuale e morale. Dobbiamo pregare affinché sia tenuta lontana una simile sciagura; e al tempo stesso operare il possibile per difendere la Verità.
FONTE : La Fiaccola
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