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Gli embrioni congelati sono bambini: sentenza della Corte Suprema dell’Alabama

renovatio 21 Feb 22, 2024

La Corte Suprema dell’Alabama ha stabilito che gli embrioni congelati sono bambini ai sensi della legge statale e soggetti alla legislazione relativa alla morte ingiusta di un minore, affermando che «si applica a tutti i bambini non nati, indipendentemente dalla loro ubicazione». Lo riporta la testata americana The Hill.

Il tribunale ha emesso questa decisione a maggioranza in una causa intentata da un gruppo di pazienti sottoposti a fecondazione in vitro (IVF) i cui embrioni congelati sono stati distrutti nel dicembre 2020 quando un paziente ha rimosso gli embrioni da un’unità di conservazione criogenica e li ha lasciati cadere a terra.

I querelanti hanno successivamente intentato due azioni legali contro la struttura, il Center for Reproductive Medicine, sostenendo che la clinica aveva violato la legge sull’omicidio di minori dell’Alabama, che si applica ai bambini non ancora nati.

In alternativa, i ricorrenti hanno anche denunciato negligenza da parte della clinica e chiesto un risarcimento dei danni, anche se è stato specificato che le accuse di negligenza sarebbero state fatte valere solo se i tribunali dell’Alabama o la Corte Suprema degli Stati Uniti avessero deciso che gli embrioni congelati non erano bambini.

 La mozione dell’imputato di respingere le cause è stata accolta da un tribunale di prima istanza che ha ritenuto che un embrione congelato non rientrava nella «definizione di “persona” o “bambino”». La corte ha inoltre stabilito che i querelanti non potevano procedere con le loro richieste di risarcimento danni per la perdita di una vita umana e danni emotivi, citando norme legali di lunga data in Alabama.

 Nella sua decisione, la Corte Suprema dell’Alabama non ha affrontato la questione se i «bambini extrauterini» debbano essere trattati come esseri umani, ma ha riscontrato che la legge statale non specifica in quale Stato deve trovarsi un bambino non ancora nato.

 «Il testo normativo in questione è chiaro: la legge sulla morte illecita di un minore si applica a tutti i bambini non ancora nati, senza limitazioni», ha affermato la decisione della corte.

 La corte ha ritenuto che non vi sia alcuna eccezione non scritta, come hanno sostenuto gli imputati, alla legge che si applica ai «bambini non ancora nati che non si trovano fisicamente ‘in utero’ – cioè all’interno di un utero biologico – nel momento in cui vengono uccisi».

 Gli imputati avevano anche sostenuto che considerare gli embrioni congelati come bambini avrebbe avuto numerose conseguenze, tra cui rendere la fecondazione in vitro sostanzialmente più costosa e preservare gli embrioni più «onerosa».

 «Anche se apprezziamo le preoccupazioni degli imputati, questi tipi di argomentazioni incentrate sulla politica appartengono al Parlamento, non a questa Corte», afferma la sentenza.

 La sentenza è stata emessa dal giudice della Corte Suprema dell’Alabama Jay Mitchell, con il consenso di sette degli altri otto giudici.

 Il giudice della Corte Suprema dell’Alabama Greg Cook ha espresso un’opinione dissenziente. Il Cook ha sostenuto, a suo avviso, che non rientrava nel ruolo della corte «espandere la portata di uno statuto e “dargli vita” aggiornandolo o modificandolo». Sosteneva che la legge scritta nel 1872 non avrebbe tenuto conto dello status degli embrioni congelati e sostenere che la legge lo facesse richiederebbe un esplicito emendamento da parte della legislatura statale.

Si tratta di una sentenza rivoluzionaria che minaccia di cambiare lo status quo dell’industria riproduttiva e non solo, considerando che, solo in America, gli embrioni sotto azoto liquido potrebbero essere milioni.

 Tale sentenza era in qualche modo attesa dopo l’abrogazione della sentenza Roe v.Wade da parte della Corte Suprema di Washington, che eliminando l’aborto come diritto federale apriva giocoforza alla difesa dell’embrione nelle legislazioni dei singoli Stati.

 Come riportato da Renovatio 21, un caso che ha tenuto banco negli anni scorsi, la procace attrice colombiano-statunitense Sophia Vergara ha combattuto una causa con il suo ex fidanzato Nick Loeb per i diritti di custodia dei embrioni congelati che la coppia aveva prodotto insieme. La giurisprudenza, quindi, è chiamata ad affrontare ulteriori casi dei piccoli sotto azoto, a dimostrazione ulteriore che la mentalità di morte oramai installatasi nella società considera i figli come «proprietà» dei genitori.

 In Arizona invece il giudice ha assegnato gli embrioni congelati ha una donna che desiderava figli anche dopo il divorzio.

 Otto anni fa si ebbe un caso, negli USA, in cui una coppia fu uccisa, lasciando, oltre che un figlio, anche 11 embrioni crioconservati. Il tribunale di successione ha stabilito che, poiché i suoi genitori sono morti senza lasciare un testamento, il loro figlio di 2 anni dovrebbe «ereditare» gli embrioni, che sono i suoi fratelli. 11 embrioni crioconservati orfani affidati alle cure di un orfano di due anni: è la legge.

 Nel 2022 si è avuto il record mondiale per l’embrione congelato più a lungo: due bambini sono nati dopo essere stati congelati per trenta anni. Il padre «adottivo» aveva cinque anni al momento in cui gli embrioni dei figli venivano prodotti in laboratorio. La crioconservazione, da un punto di vista cronologico, fa nascere neonati vecchi di decenni.

 In Cina il governo del Partito Comunista Cinese sta spingendo pazzamente per la riproduzione artificiale per evitare l’implosione demografica. Se ogni anno in Cina nascono oltre 200.000 bambini con fecondazione in vitro, ciò significa che milioni di embrioni possono essere congelati durante la conservazione. Un ospedale di Zhengzhou, una città di 10 milioni di abitanti, sostiene di avere in gestione 100 mila embrioni congelati. La megalopoli, di badi bene, costituisce solamente l’1% della popolazione cinese.

 In Italia, secondo una stima dell’Istituto superiore di Sanità, nel 2020 gli embrioni abbandonati erano 37.500. «Ognuno dei 320 centri italiani – in Lombardia sono 51 – è tenuto a conservarli e a custodirli in bidoni di azoto liquido a -196° per mantenerli vitali. Fino a quando? Non si sa. Il “problema” è stato affrontato varie volte dalla politica e dai tribunali ma mai risolto» scrive un’inchiesta dello scorso ottobre la giornalista Gioia Locati.

 Nel processo di riproduzione artificiale, ora a carica della Sanità pubblica, alcuni embrioni sani vengono impiantati, nella speranza che almeno uno «attecchisca» cioè si sviluppi. A volte attecchiscono due, tre o più: i tanti parti plurigemellari di cui sentite, e tanti dei bambini gemelli eterozigoti che magari vedete al parchetto, provengono direttamente dalla provetta che uccide, ogni anno, più di 170 mila embrioni.

 Come ripetiamo su Renovatio 21, in altri casi gli embrioni impiantati vanno a fondersi, formando quelle che si chiamano chimere umane: esseri composti da tessuti e organi di due DNA diversi; molte persone sono chimere senza saperlo, e hanno parti di loro (i genitali, perfino) che in realtà derivano da un fratello mai nato.

 Per gli altri, tuttavia, il destino non è meno oscuro: congelati nell’azoto liquido, questi milioni di esseri affogati nel gelo non si trovano solo negli ospedali e nelle «biobanche». Essi sono situati, letteralmente, in un «limbo» – e non parliamo solo di un limbo sanitario, giuridico, sociopolitico e perfino teologico.

 Sono vivi o sono morti? Le Pontificie Accademie non rispondono. I giudici del profondo Sud degli Stati Uniti hanno invece cominciato a farlo.

FONTE : RENOVATIO 21

 

 

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