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Garante europeo della privacy: Green Pass ingiustificabile

covid green pass politica Mar 19, 2022

di Ruben Razzante

L’obbligo di Green Pass non può più giustificarsi con la protezione della salute individuale e collettiva. Le autorità garanti europee per la privacy hanno richiamato gli Stati ad adottare misure a tutela della salute conformi alle normative vigenti in materia di riservatezza. Finito lo stato d'emergenza non sono più ammissibili deroghe. 

Anche questa volta l’Italia arriva per ultima. Il nuovo decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri smantella gradualmente, anzi ancora al rallentatore, tutti i divieti e le restrizioni che hanno limitato la vita degli italiani e che in altri Stati sono già stati eliminati da settimane o non erano mai stati introdotti.

Ieri, in conferenza stampa, il premier Mario Draghi ha tessuto gli elogi del Ministro della Salute, Roberto Speranza, sostenendo che tutti gli italiani dovrebbero ringraziarlo per quello che ha fatto. Ha rivolto i complimenti ai cittadini italiani per essersi vaccinati nella stragrande maggioranza e per aver rispettato i divieti con grande senso civico. Una narrazione a senso unico che ignora dati inconfutabili, come il numero di morti di Covid e con Covid, che in Italia è stato tra i più alti al mondo, oppure come il numero di attività produttive e commerciali chiuse a causa di misure eccessive e contraddittorie, che hanno finito per generare grande confusione nell’opinione pubblica.

Da una parte il Presidente del Consiglio ha annunciato il graduale ritorno alla normalità, la conclusione dello stato d’emergenza il 31 marzo, senza la possibilità che venga rinnovato, e quindi lo smantellamento del Comitato tecnico-scientifico, della struttura commissariale e del sistema delle ordinanze del venerdì in base ai colori. Non ci saranno più le regioni in giallo, in arancione e in rosso, ma andrà avanti il monitoraggio dei casi, dei decessi e dei ricoveri, che continuerà ad essere comunicato in maniera ossessiva dopo le 17 di ogni giorno agli italiani attraverso i mezzi d’informazione, non sia mai che un giorno si dimenticassero del Covid.

Dall’altra, però, Draghi ha auspicato la creazione di una struttura permanente che possa prevenire e gestire eventuali nuove emergenze come la pandemia. Che cosa può voler dire questo? Un commissariamento senza fine che possa consentire al governo di bypassare in qualunque momento il Parlamento nell’assunzione di decisioni che andrebbero a impattare ancora una volta sulla vita dei cittadini?

Peraltro il tema privacy sembra ormai essere stato accantonato, nel senso che la gente si è un po' assuefatta a rinunciare a sfere importanti della propria riservatezza. Tuttavia, è di qualche giorno fa l’ennesimo monito delle autorità garanti europee per la privacy, che hanno richiamato gli Stati ad adottare misure a tutela della salute dei cittadini conformi alle normative vigenti in materia di riservatezza. Anche questo merita una precisazione. Se lo stato d’emergenza ha legittimato, secondo alcuni, il varo di decisioni limitative delle libertà delle persone e quindi anche del diritto a veder tutelata una propria sfera di privacy, il superamento dello stato d’emergenza fa automaticamente cadere queste deroghe.

Quindi, tanto per andare al sodo, l’obbligo di Green Pass non può più giustificarsi in alcun modo con le esigenze di protezione della salute individuale e collettiva. Appare sproporzionato e non fondato su parametri di necessità ed equilibrio. Nonostante questo, è stato prorogato almeno fino al primo maggio. Peraltro, in caso di eventuale peggioramento della situazione epidemiologica, potrebbero essere nuovamente introdotte, ovviamente con legge ordinaria o con decreto legge, nuove limitazioni, destinate a incidere ancora una volta sulle libertà e quindi anche sulla privacy.

Il superamento delle misure anti-Covid arriva comunque fuori tempo massimo, perché la strategia di tracciamento, con conseguente illusoria rincorsa al Covid zero, ha ritardato la ripartenza delle attività e il ritorno alla normalità, che altrove è avvenuto già da tempo. Le prenotazioni turistiche per la Pasqua e il mese di aprile si sono già indirizzate verso mete esotiche nelle quali l’uso del Green Pass e anche quello della mascherina sono molto più flessibili o sono scomparsi. Ora bisogna puntare sull’estate, ma intercettando fin da subito i flussi di vacanzieri provenienti dall’Europa e anche da altri continenti. Se si continuerà ancora a parlare di possibile ritorno alla pandemia, di prolungamento dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori o, come ha fatto qualcuno anche ieri, di possibile quarta dose di vaccino per tutti, difficilmente nell’immaginario collettivo all’Italia si assocerà un’immagine di meta ideale per le vacanze. Dopo il danno, quindi, rischia di arrivare anche la beffa.

 

 

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