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Educazione sessuale nelle scuole, l’83% degli italiani vuole il consenso informato

il timone jacopo coghe Feb 20, 2025

FONTE : IL TIMONE

L’83% degli italiani chiede che le famiglie vengano informate preventivamente, nel dettaglio, su progetti inerenti sessualità e affettività; il 76% ritiene che l’educazione sessuale e affettiva sia responsabilità primaria dei genitori, e non della scuola – con un picco dell’87% tra gli over 55; solo il 35% degli italiani è favorevole alla presenza di attivisti Lgbt nelle scuole per parlare di orientamento sessuale e identità di genere, mentre la metà degli italiani, il 50%, si oppone fermamente a questa possibilità. Sono dati davvero molto netti, quelli emersi nell’indagine demoscopica di “Noto Sondaggi” promossa da Pro Vita & Famiglia ed illustrata stamane all’Hotel Nazionale di Roma, dove si è tenuto l’evento Gender: tempo scaduto-appello al Governo.

Illustrando questa forte opposizione degli italiani alla propaganda gender nelle scuole – opposizione risultata particolarmente elevata tra gli elettori dei partiti di maggioranza (il 78% degli elettori di Fratelli d’Italia, il 75% di quelli della Lega e il 70% di quelli di Forza Italia si dichiarano contrari) -, Pro Vita & Famiglia ha fatto presente come vi siano una serie di priorità non più rimandabili e di cui le istituzioni devono farsi carico: dal «divieto di introdurre nelle scuole iniziative sulla fluidità di genere» al «diritto di consenso informato per le famiglie», dal «diritto di opt-out: i genitori devono poter esonerare i propri figli da corsi o attività che non rispettano i loro principi educativi» allo «stop all’ingresso di attivisti nelle scuole», dalla «supervisione ministeriale per controllo più stringente sui contenuti educativi» all’«abolizione della carriera alias nelle scuole».

Proprio per stimolare la politica ad agire in questo senso – annunciando «affissioni, campagne visive e una grande petizione popolare», ha dichiarato stamane Jacopo Coghe, portavoce della Onlus e rubricista del nostro mensile, Pro Vita «lancia una mobilitazione nazionale per chiedere al Governo, al Ministro Valditara e ai leader del centrodestra di mantenere le promesse fatte agli italiani: tutelare la libertà educativa e fermare l’indottrinamento gender nelle scuole. Con la campagna Mio Figlio No, daremo voce alle famiglie nelle piazze e nelle istituzioni con incontri pubblici, manifestazioni e azioni di sensibilizzazione. Chiederemo una legge che garantisca la libertà educativa e impedisca la propaganda ideologica in classe. Il Governo ha il dovere di agire subito e rispettare gli impegni presi con i cittadini» (Foto: Imagoeconomica)

 

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