Donna nel Degrado Morale e Spirituale dei Nostri Tempi.
Jan 13, 2024di Cinzia Notaro
DONNA NEL DEGRADO MORALE E SPIRITUALE
Dio creò la donna perché fosse di aiuto e di compagnia all’uomo.
” Il Signore disse: Non è bene che l’uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui (Genesi 2,18).
Ma che genere di aiuto? Che genere di compagnia?
Sappiamo che Adamo, peccò perché Eva fu sedotta e lo condusse sul sentiero sbagliato, sulla via della dannazione eterna; la donna cristiana, oggi, invece deve essere colei che guida l’uomo sulla via della salvezza eterna, che ci è stata mostrata dal Signore: ” E del luogo dove io vado, voi conoscete la via” (San Giovanni 14,4); ” Io sono la Via, la Verità, la Vita” (San Giovanni 14,6).
Capite che ruolo e che grande impegno riveste oggi e da sempre la donna?
I due, marito e moglie, devono camminare insieme, portando i pesi gli uni degli altri, con amore e perseveranza secondo il volere divino: a volte il percorso sarà tortuoso, scivoloso, annebbiato, con dossi e curve…. ma poi la grazia di Dio lo rende piano.
Nostro Signore a tal proposito ci ricorda in Matteo 7,13-14: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! ”
Il mondo sarebbe migliore se la donna avesse un atteggiamento casto, puro e se conservasse saldi principi morali. Quanti santi uomini ci sarebbero, se i bambini nascessero e vivessero in contesti familiari, sottomessi al divino volere, e ricevessero il buon esempio di vita cristiana dai propri genitori! Pensiamo a Santa Monica ad esempio, che alla fine ottenne da Dio la grazia della conversione di quello che poi diventò uno dei più grandi padri della Chiesa, Sant’Agostino d’Ippona.
Il suo lavoro in famiglia e nella società deve essere quello di mostrare la bontà, la misericordia di Dio tenendo presente che i propri figli saranno gli uomini di domani.
Come sarebbe piacevole e rasserenante la vita dell’uomo che sposa una donna virtuosa!
Leggiamolo nel libro del Siracide al capitolo 26: ” Beato il marito di una donna virtuosa; il numero dei suoi giorni sarà doppio. Una brava moglie è la gioia del marito, questi trascorrerà gli anni in pace. Una donna virtuosa è una buona sorte, viene assegnata a chi teme il Signore. Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce, in ogni tempo il suo volto appare sereno”.
Per evitare la caduta dell’uomo nell’abisso infernale, il Signore ha voluto dare un aiuto all’uomo, la donna che deve essere un angelo “buono”, ispiratore di buoni sentimenti, propri della donna cristiana, che con la sua dolcezza e mitezza, con la sua vita casta e santa ed il suo esempio, lo riporti sulla via giusta.
La famiglia è sacra! E’ la prima scuola dove s’impara a conoscere sé stessi, ad amare, a condividere per essere luce del mondo. E’ per questo che, i figli non possono essere affidati ai nonni, alle baby sitter, agli asili nido, ecc…; non si puo’ delegare l’educazione sin dai primi anni di vita a degli sconosciuti, seppur esperti in materia d’infanzia e soprattutto non si possono responsabilizzare i nonni, che hanno diritto, giunti ad una certa età, di stare tranquilli.
Non si possono delegare ad altri le proprie responsabilità.
Quindi il posto della donna se sposata e con figli, non è quello di andare fuori a lavorare, senza che ce ne sia il bisogno, per dimostrare spinta dall’orgoglio che anche lei ha un cervello.
Questo discorso è insensato e stolto. Inoltre, apro una breve parentesi, ci sarebbero meno divorzi e separazioni e più posti di lavoro per l’uomo! Dall’inizio dei tempi, secondo la Scrittura, la donna è sempre stata vista come l’angelo del focolare domestico.
Il posto che Dio le ha dato è più importante e privilegiato. Se istruita nella legge divina, diventa una donna saggia e sapiente che con il lavoro delle proprie mani, contribuisce al bene della propria famiglia e nello stesso tempo della società in cui vive, perché fa crescere i propri figli cristianamente, davanti a Dio in sapienza età e grazia; ha cura della casa e del proprio marito, trova il tempo per sé stessa e per il prossimo.
Con i ritmi frenetici, di cui gli uomini sono schiavi, si diviene sempre più egoisti e la carità si spegne gradatamente. E’ la paura infatti a dominare l’uomo di oggi che non conosce Dio, la Sua Parola, che invece dovrebbe essere citata al momento giusto dalla donna: ” Cercate il regno di Dio e il resto il Signore ve lo darà in più, perché sa che ne avete bisogno” (San Matteo 6, 33-34) e ancora: ” Il giusto vive di fede” (Lettera ai Romani, 1,16).
E invece assistiamo alla disgregazione familiare, alla corsa per raggiungere la felicità materiale, perché non ci si accontenta del necessario per vivere, ma si vuole il superfluo! Cosa suggerisce la donna di oggi ai membri della propria famiglia? Si nutre della Parola di Dio? Risponde con le parole che Gesù ci ha insegnato?
La donna deve ricordarsi che nonostante la sua trasgressione ” Tuttavia – scrive Timoteo (nella sua prima lettera al capitolo 2,15) – sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia”.
Cosa il Signore vuole dalla donna sposata?
” Ugualmente voi, mogli state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla Parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere” (1 Pietro capitolo 3,1-7); in Timoteo 2,9-10 si legge: ” Allo stesso modo le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia, non di trecce e d’oro o di perle e vesti lussuose, ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà”.
E invece quali valori le madri di oggi lasciano alle proprie figlie?
E che future nonne saranno le madri di oggi? Cosa racconteranno ai loro nipoti e cosa gl’insegneranno?
Danno esempio di castità? Di purezza? Di modestia? O forse le spingono, a cercare il successo a tutti costi, rimandando la decisione di sposarsi e di avere figli, e nel frattempo convivendo con il fidanzato di turno? A fare concorsi per diventare Miss Italia…. Hanno cura della loro anima? Non abbiamo solo un corpo, che per i cristiani, è il tempio dello Spirito Santo. Come permettono alle loro figlie di disporre del proprio corpo? La tolleranza, la mancata correzione non sono segni di amore, anzi significa indifferenza, abbandono al proprio destino.
Gran parte di responsabilità della depravazione, in cui si trova il mondo odierno è dovuto all’invito al peccato che gran parte delle donne fanno con un abbigliamento indecoroso, non dignitoso; con l’equipararsi all’uomo e a comportarsi spesso come un uomo (difatti molte di loro, parlano volgarmente e si vestono in modo maschile, perdendo la propria femminilità, e mostrando aggressività.
La donna ha usurpato il ruolo dell’uomo nella famiglia e nella società; non è sottomessa al proprio marito, come prevede la legge del Signore. Sia chiaro che “sottomessa” non significa “schiava”, ma rispettosa del proprio marito; ovviamente anche il marito deve amare la propria moglie. Leggiamolo nella lettera agli Efesini 5,22-23: ” Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola,, alfine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito”.
Non pochi uomini a questa usurpazione del proprio ruolo da parte delle donne hanno risposto perdendo molto della propria virilità, tendendo ad essere femminili.
Penso che anche questo abbia portato all’aumento della omosessualità: l’uomo cerca in un altro uomo ciò che nella donna di oggi non trova più e a causa di ciò, inevitabilmente la donna cerca in un’altra donna, quanto l’uomo ha perso.
Ricordiamo che in ognuno c’è una parte femminile ed una maschile. Quando prevale l’una, viene meno l’altra. In una persona normale le due parti più o meno sono in equilibrio, ma non nei soggetti deviati, la cui parte virile viene schiacciata dalla cultura moderna e dal nuovo modo di porsi della donna nella società e nella famiglia.
La donna cominciò a lavorare fuori casa, a portare i pantaloni, poi scese nelle piazze con la sigaretta in bocca, il suo linguaggio divenne volgare, venne meno pian piano il rispetto verso il proprio marito, trascurò l’educazione dei propri figli, stabilì quanti averne e se averne; poi venne la legge sul divorzio, che segnò non di certo la liberazione da una condizione insostenibile, ma l’inizio della degenerazione morale vera e propria.
Le donne lavorando fuori casa, si lamentano di non avere molto tempo a disposizione; di essere penalizzate perché devono anche occuparsi delle faccende domestiche e prendersi cura dei figli, nonché del proprio marito, non disposto ad ascoltarle il più delle volte, in quanto bisognoso di riposo e di comprensione dopo una dura giornata di lavoro.
Oggi siamo in pieno caos a tutti i livelli.
Da dove ha origine il caos in cui viviamo?
Dalla non sottomissione alle Autorità stabilite da Dio, in quanto esse fanno le veci di Cristo. Ricordiamo le parole che Gesù disse a Ponzio Pilato: ” Tu non avresti alcun’autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto” (vangelo di San Giovanni 19,11).
Dio ha delegato la Sua Autorità, come si può leggere nella Sacra Scrittura; ubbidendo ad ogni singola Autorità, non facciamo altro che sottometterci alla suprema Autorità, Cristo Gesù Signore Nostro, che governa il mondo con la sua infinita Sapienza.
In Romani 13:1, Egli ha stabilito l’ ordine nella famiglia; tra gli sposi (in Efesini 5:21-24); tra i genitori in (Efesini 6:1-3); nella Chiesa (Ebrei 13: 17); tra i leaders spirituali (1 Corinzi 16:15-16); nella Nazione e nei governi (1 Pietro 2:13-17; Tito 3:1); tra i capi o datori di lavoro (l Pietro 2:18; Efesini 6:5-7).
Con la Sua sapienza, Dio ha dettato un ordine in cui l’uomo potesse essere felice, ma l’uomo nella sua stoltezza e superbia, nonché orgoglio ha voluto essere l’artefice della propria felicità, mettendosi al posto di Dio e decidendo cosa, attraverso chi e in che modo raggiungere la felicità.
Sebbene a volte ci riesca, illude se stesso, perché egli considera felicità il successo, il potere, il denaro, il sesso: tutte cose effimere che lo conducono sulla strada dell’egoismo e della perdizione eterna, in quanto noi siamo stati creati per i beni eterni e il nostro cuore non avrà pace fin quando non riposerà in Cristo (Sant’Agostino d’Ippona).
Al centro del mondo non viene messo Dio, ma l’uomo con i suoi diritti e il suo libertinaggio, con una coscienza assopita e che tende a soddisfare i propri bisogni.
E’ questo il messaggio che il mondo manda e inculca ai giovani, ai bambini.
Il mondo è pieno di persone spiritualmente morte, che non conoscono il vangelo e/o che non vi credono. Oggi non ci si scandalizza più se una persona divorzia o convive, o se è ragazza-madre, o se fuma ogni tanto la marijuana…… è diventato tutto nella norma, è scomparso il senso del peccato.
La miseria materiale dei nostri giorni è la conseguenza della nostra povertà spirituale, perché ci si è dimenticati che per essere benedetti dal Signore, dobbiamo fare la Sua volontà, essere sottomessi alla Sua Autorità.
Se fossimo vivi dentro, se non fossimo morti spiritualmente, se davvero fossimo nati di nuovo dall’acqua e dallo Spirito, se capissimo che osservando i comandamenti amiamo Dio, noi stessi e il prossimo facciamo la nostra felicità, la nostra casa non cadrebbe mai, perché edificata sulla roccia: “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Matteo cap. 7,26-27).
Abbiamo bisogno di pastori che insegnino di nuovo la Verità secondo Cristo, di pastori che curino le anime e che le sveglino dal loro torpore, e vivifichino la loro fede, che non è tradizione o sentimentalismo e passività.
I legittimi pastori devono predicare il ravvedimento e devono dire ai cattolici “fai da te ” che si sono creati un falso concetto di salvezza, che i Sacramenti se non si vivono sono nulli; non servono se non accompagnati dall’ubbidienza al Magistero per una santificazione personale.
La Chiesa ci aiuta a salvarci, a santificarci, ma il lavoro lo dobbiamo fare noi con la preghiera, i Sacramenti, le buone opere che testimoniano la nostra fede.
Dobbiamo essere un vangelo vivente, per essere luce del mondo e sale della terra. Il disordine regna nella società odierna, perché l’avanzata del relativismo guidato dall’orgoglio, non ammette leggi che educhino le proprie coscienze ad essere sottomesse all’ Autorità Divina.
La nostra coscienza deve essere educata dalla Parola di Dio.
Ricordiamo le parole di Joseph Ratzinger, il 28 aprile 1990, in occasione del centenario della morte di Newman, dichiarò: «… fu la sua coscienza che lo condusse dagli antichi legami e dalle antiche certezze dentro il mondo per lui difficile e inconsueto del Cattolicesimo. Tuttavia, proprio questa via della coscienza è tutt’altro che una via della soggettività che afferma se stessa: è invece una via dell’obbedienza alla verità oggettiva. Il secondo passo del cammino di conversione che dura tutta la vita di Newman fu infatti il superamento della posizione del soggettivismo evangelico (nel senso del Protestantesimo, che nega il valore della Tradizione), in favore d’una concezione del Cristianesimo fondata sull’oggettività del dogma».
Non c’è, nei cuori dei più, il timore del Signore, un dono dello Spirito Santo che non ci fa anteporre nulla all’amore del Cristo (come insegnava nella sua regola, San Benedetto da Norcia) e che c’ispira un grande desiderio di uniformare la nostra volontà alla Sua, con amore di figli ubbidienti alla Sua legge e non come schiavi che temono la punizione.
La donna se non rigenerata dallo Spirito Santo, porterà sempre più uomini al macello interiore, spirituale fino a farli sprofondare nell’abisso dell’inferno. Se non viene risanata in lei la ferita mortale procurata dal peccato originale, attraverso il lavacro battesimale, seguito da una vita che testimonia il vangelo, non collaborerà con il Signore alla salvezza dell’umanità, perchè continuerà a comportarsi come Eva.
FONTE : Stilum Curiae
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