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DEO GRATIAS

legge 194 silvana de mari Sep 30, 2022

di Silvana De Mari

Alla radio oggi ho ascoltato la voce di coloro che hanno vinto le elezioni: hanno dichiarato che non sarà toccata nella legge sulle Unioni Civili e la legge 194 sull’Aborto. Deo gratias.

Quando è crollato il ponte Morandi un camion è riuscito a frenare al pelo. Le sue gomme anteriori si sono fermate dieci cm prima del baratro. Ascoltando la radio mi sono sentita quel camion. Ci siamo fermati. La corsa verso il baratro è arrestata.

Le unioni civili non saranno quindi trasformate in matrimonio. La differenza è enorme. Non è solo un insieme di sillabe e riguarda i bambini. Non sarà legale fabbricarli, farli nascere già orfani di un genitore, adottarli, farli vivere con individui dello stesso sesso che si scambiano pratiche erotiche, privandoli quindi del contatto fondamentale con due menti e due anime diverse e complementari come quelle di un padre di una madre. Le unioni civili non saranno trasformate in matrimonio e non saranno quindi nemmeno beatificate. Sarà lecito criticarle, perché è giusto criticarle.

Qual è il senso del matrimonio? La parola viene da madre. Non è difficile capirlo. Gli scopi del matrimonio sono tre. Il primo è proteggere la maternità: una donna mentre ha un bambino, mentre accudisce un bambino o più di uno, ha bisogno di avere di fianco a sé la forza di un uomo la sua capacità di guadagno.

Il secondo scopo è tenere insieme padre e madre per tutta la vita, così che i loro figli possono essere accuditi con una figura maschile e femminile, così da spiegare la sessualizzazione della vita, e nel momento in cui i figli diventano genitori possono contare sui nonni.

Il terzo motivo, giustifica abbondantemente i matrimoni che sono accidentalmente senza figli o inevitabilmente senza figli, come quello delle persone che si sposano in età anziana, è quello di mettere a contatto due intelligenze e due anime diverse e complementari che, quando riescono a trovare l’armonia, vivono meglio, si accudiscono tra di loro, diminuiscono la rispettiva morbilità, aumentano la rispettiva longevità. Due menti e due anime non complementari non hanno gli stessi vantaggi, ma compensano ognuno le mancanze dell’altro.

Il fatto di essere simili permette una grandissima comprensione e questo è un disastro. Come ha dimostrato il professor Gottman non esiste coppia felice e quindi rapporto duraturo senza un conflitto costante e questo è possibile solo tra diversi, perché è nel confronto col diverso che si forma la mia identità e nella faticosa tolleranza della diversità che la relazione si rafforza.

Non è vero che tutti gli amori si equivalgono. Ci sono amori che generano la vita e altri che non la generano. Ci sono amori che tollerano la diversità e altri che non la tollerano: questi ultimi sembrano più facili, ma alla fine sono molto più fragili. L’assenza di contrasti porta a una distanza emotiva totale che esclude qualsiasi autentica relazione.

Per quale motivo lo Stato dovrebbe favorire anche economicamente con la pensione di reversibilità una relazione sterile dal punto di vista biologico che può diventare fertile solo con compravendita di gameti, sofferenze e malattia come per esempio la sindrome da iperstimolazione ovarica nella vendita di ovuli, gravidanze più problematiche, nascite di bambini già orfani di un genitore, relazioni più brevi e meno stabili?

Queste relazioni sono condannate nel Vecchio e nel Nuovo Testamento: anche questo deve avere un suo peso. Lo Stato favorisce l’unione tra uomo e donna perché mette al mondo dei bambini e i bambini sono il futuro del popolo, la sua allegria, la sua speranza, la motivazione dell’aumento del Pil.

La 194 non sarà toccata. Anche qui ci allontaniamo dal baratro: che l’aborto sia dichiarato un diritto, permesso quindi anche al nono mese, con divieto di obiezione di coscienza per tutti. Il nostro scopo, lo scopo di noi pro life, è spiegato benissimo dall’attivista pro life Abby Jhonson, come raccontato nel bellissimo film Unplanned che narra la sua storia.

Noi non vogliamo che l’aborto sia vietato: vogliamo che sia inconcepibile. Possiamo raggiungere questo scopo senza modificare la legge 194, ma semplicemente pretendendo, come giusto, un consenso informato degno di questo nome, decente, completo. Nessun consenso informato può essere completo e decente se la madre non ha preso visione di quello che sta chiedendo di togliere dal suo ventre mediante un’ecografia, se non si è resa conto di cosa sta chiedendo di togliere dal suo ventre ascoltando il battito del cuoricino.

L’aborto è l’assunzione di responsabilità feroce. Una donna stabilisce la morte di un figlio mentre si trova nel luogo che doveva essere il più sicuro al mondo: il suo ventre.

Il giorno 26 settembre ho tenuto una conferenza insieme all’assessore Marrone, alla professoressa Romana Poleggi e al pastore Giardiello sui danni fisici e psichici dell’ aborto. All’interno del bellissimo oratorio della chiesa di San Filippo Neri a Torino si sentivano le urla di donne contro di noi. Uomini della polizia hanno dovuto proteggere  la conferenza.

Nessuna di queste donne però ha pensato di entrare semplicemente nell’oratorio, ascoltare la nostra conferenza, nel caso contestarla, spiegare per quale motivo trovi sbagliato parlare di queste conseguenze. Le donne non hanno protestato per essere state rinchiuse agli arresti domiciliari con i bambini, non hanno protestato perché una malattia che sarebbe stata curabile con vitamine D, aspirina e poco altro è stata trasformata in un motivo di distruzione sociale ed economica, non hanno protestato per l’annientamento dello uno stato sociale.

Hanno urlato insulti per statistiche che parlavano di emorragie, cancro, disturbo post traumatico da stress, perché sono state ingannate. Per decenni non hanno saputo la verità. La verità è un cuoricino che batte, e un piccino che fa le capriole nella pancia di mamma.  Le battaglie si vincono un passetto la volta.

Il primo passetto è stato fatto.

 

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