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Cristicchi, la poesia dell’aver cura nonostante tutto

federica di vito il timone sammy basso simone cristicchi Feb 13, 2025

di Federica Di Vito

La prima serata del Festival di Sanremo 2025 è andata. Dopo aver letto i testi già diffusi da qualche settimana, abbiamo così potuto ascoltare i primi brani. C’erano grandi aspettative sul brano di Simone Cristicchi, che non si smentisce mai per delicatezza e profondità dei temi trattati. Il cantautore vanta ben cinque partecipazioni al Festival, una delle quali lo ha portato, nel 2007, a vincere con la canzone Ti regalerò una rosa, con un racconto sempre impegnato sulla salute mentale. Anche questa volta, la sua interpretazione è stata al livello del testo, paragonabile ai versi di una poesia.

Quando sarai piccola, questo il titolo del pezzo scritto da Simone Cristicchi insieme ad Amara e a Nicola Brunialti, affronta il delicato momento in cui il ruolo tra genitori e figli si inverte. Passano gli anni, i genitori si invecchiano e nella loro fragilità necessitano delle cure che un tempo loro stessi hanno riservato ai figli. «Racconto una cosa che mi è successa e mi succede quotidianamente», così il cantante aveva presentato alla stampa il brano sanremese.

Il testo infatti nasce da un’esperienza personale dell’artista, quando nel 2012 la madre Luciana a 63 anni è stata colpita da un’emorragia cerebrale mentre era da sola in casa. Da lì la terapia intensiva per settimane, aspettando il miracolo del risveglio. «La scienza non riesce a spiegarsi certi risvegli, ma riesce a fare i suoi miracoli», aveva scritto Cristicchi aggiungendo: «Da quando si è risvegliata però, non è la stessa Luciana di prima. È tornata bambina, ma Luciana sorride, sorride comunque». Cristicchi ha raccontato di averla vista più vulnerabile e aver scorto in quell’esperienza la possibiltà di restituirle l’amore che, da bambino, aveva ricevuto da lei.

Rientrato già tra i favoriti della stampa, il brano ha anche vinto per questa edizione del Festival il Premio Lunezia. La giuria ha motivato la sua scelta per l’argomento «umanitario e familiare a cui non aveva pensato mai nessuno per una canzone, un’elaborazione emozionante tra passato e presente del sentimento figlio-madre». «Dopo la sola uscita del titolo», ha raccontato l’artista romano, «tantissime persone mi hanno scritto per dirmi che si sentivano toccati da questo argomento e si riconoscevano in quelle parole: nell’idea che i genitori, a un certo punto, tornino come bambini».

«Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare. Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole. C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare. Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare», con questo passo nostalgico che non nasconde anche la fatica che richiede l’aver cura, Cristicchi racconta che la vita custodisce la sua bellezza fino alla fine.

L’altro momento della prima serata che ha fatto da filo conduttore alla narrazione dell’artista lo dobbiamo a Jovanotti, che ha dedicato un ricordo a quell’«essere umano meraviglioso» che è stata la persona dell’anno per il Timone: Sammy Basso. Anche Carlo Conti ha voluto ricordarlo quando fu ospite al Sanremo del 2015 e «con poche parole ci fece capire quanto amava la vita, nonostante tutto. Ci ha insegnato cosa vuol dire amare la vita».

Proprio il tema scelto da Cristicchi e l’energico ricordo di Sammy stridono con la giornata di ieri. Si celebrava la giornata del malato che mai fu meno adatta, vista l’approvazione della legge mortifera sul suicidio assistito in Toscana. Se da una parte qualcuno si esibisce per cantare la bellezza della cura o fa della sua stessa esistenza un inno alla potenza della vita con tutte le sue sfaccettature, qualcun altro definisce “incurabile” una patologia irreversibile. Che può essere forse inguaribile, sì, ma mai incurabile. Perché la cura va oltre la medicina, la scienza. Cura è prepararti la cena, stringerti forte per non aver paura della morte, rallentare il passo, ripeterti le cose quando la memoria perde il suo vigore. Grazie, Simone Cristicchi, per averlo ricordato a tutti noi. (Fonte foto: Ansa)

 

 FONTE : IL TIMONE

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