Card. Müller: Una Chiesa che non crede in Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, non è più la Chiesa di Gesù Cristo.
Sep 14, 2023di Sabino Paciolla
Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’importante intervista che il Card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha rilasciato a Javier Arias e pubblicata su InfoVaticana. L’intervista é importante perché mette in evidenza quanto sia erronea la posizione di Mons. Víctor Manuel Fernández, prossimo Prefetto della CDF, il quale afferma l’impossibilità di poter giudicare il Papa senza prima avere un “dono speciale dello Spirito Santo”, e ciò perché il Papa ha “un carisma particolare per questa salvaguardia [del deposito della fede, ndr], un carisma unico, che il Signore ha dato solo a Pietro e ai suoi successori”. Fernández dimentica che, come afferma Müller nell’intervista che trovate sotto, “L’autorità formale del Papa non può essere separata dal legame sostanziale con la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e le decisioni dogmatiche del Magistero che lo ha preceduto. Altrimenti, come Lutero ha frainteso il papato, si metterebbe al posto di Dio, che è l’unico autore della sua verità rivelata, invece di limitarsi a testimoniare fedelmente, nell’autorità di Cristo, la fede rivelata in modo integrale e non adulterato e a presentarla autenticamente alla Chiesa”. L’intervista a Fernández che abbiamo rilanciato oggi la potete leggere qui.
Ecco l’intervista con traduzione automatica.
Si avvicina la fase finale del Sinodo della sinodalità, che inizierà il prossimo ottobre. Tra i 400 partecipanti (cardinali, vescovi, laici e religiosi) ci sarà anche l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Müller.
Poiché il Vaticano ha annunciato che i giornalisti avranno accesso solo alle informazioni da loro stessi fornite, abbiamo voluto parlare con il porporato tedesco di questo imminente evento ecclesiale che mette in fibrillazione gran parte della Chiesa.
Come vedrete nel corso dell’intervista (realizzata per iscritto, dato che il cardinale si trova in Polonia questa settimana), Müller affronta le questioni sollevate senza sottrarsi ad esse e va al cuore della questione.
Intervista al cardinale Müller:
D-Il prossimo ottobre inizierà la fase finale del Sinodo sulla sinodalità: come la sta affrontando?
R-Prego che tutto questo sia una benedizione e non un danno per la Chiesa. Mi impegno anche per la chiarezza teologica, affinché una Chiesa riunita attorno a Cristo non diventi una danza politica attorno al vitello d’oro dello spirito agnostico dell’epoca.
D – Papa Francesco l’ha inclusa nella lista dei partecipanti che avranno voce in capitolo nel Sinodo. Come ha accolto la notizia?
R-Voglio fare del mio meglio per il bene della Chiesa, per la quale ho dedicato tutta la mia vita, il mio pensiero e il mio lavoro fino ad ora.
D – Ha pensato al messaggio che consegnerà durante l’Assemblea?
R- Vorrei soprattutto dire, viste le tante delusioni dei giovani di Lisbona (su questo blog ne abbiamo parlato qui, ndr): una Chiesa che non crede in Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, non è più la Chiesa di Gesù Cristo. Ogni partecipante dovrebbe studiare il primo capitolo della Lumen Gentium, che tratta del mistero della Chiesa nel piano di salvezza del Dio Trino. La Chiesa non è il terreno di gioco degli ideologi dell'”umanesimo senza Dio” o degli strateghi delle conferenze di partito impedite.
La volontà universale di salvezza di Dio, che si trova in Cristo, unico mediatore tra Dio e l’uomo, storicamente ed escatologicamente realizzata, è il programma futuro della sua Chiesa e non il Grande Reboot dell'”élite” ateo-globalista di banchieri miliardari che nascondono il loro spietato arricchimento personale dietro la maschera della filantropia.
D-Cosa pensa della mossa di rendere inaccettabile per i giornalisti seguire ciò che accade in diretta?
R-Non conosco l’intenzione che sta dietro a questa misura, ma di certo 450 partecipanti non terranno le cose chiuse. Molti sfrutteranno i giornalisti a proprio vantaggio o viceversa. Questa è la grande ora della manipolazione, della propaganda per un’agenda che fa più male che bene alla Chiesa.
D – Alcune voci hanno criticato la presenza dei laici in questa Assemblea sinodale.
R-I vescovi partecipano al loro ufficio esercitando la responsabilità collegiale per tutta la Chiesa insieme al Papa. Se i laici vi partecipano con diritto di voto, allora non si tratta più di un sinodo dei vescovi o di una conferenza ecclesiastica che non ha l’autorità didattica apostolica del collegio episcopale. Parlare di Concilio Vaticano III può venire in mente solo a un ignorante, perché un sinodo romano di vescovi non è fin dall’inizio un concilio ecumenico, che il Papa non potrebbe dichiarare in seguito senza ignorare il diritto divino dei vescovi a un Concilio Vaticano III, che potrebbe fondare una nuova Chiesa superando o completando quella che si suppone ristagnata nel Concilio Vaticano II.
Quando gli effetti populistici fanno pendere la bilancia verso queste decisioni spontanee, la natura sacramentale della Chiesa e della sua missione viene oscurata, anche se in seguito si cerca di giustificarla con il sacerdozio comune di tutti i credenti e di livellare la differenza di sostanza rispetto al sacerdozio dell’ordinazione sacramentale (Lumen Gentium 10).
D – Ci sono sempre più vescovi e fedeli che esprimono preoccupazione per ciò che potrebbe accadere durante questo Sinodo?
R-Sì, i falsi profeti (ideologi delle nuvole) che si presentano come progressisti hanno annunciato che trasformeranno la Chiesa cattolica in un’organizzazione di assistenza per l’Agenda 2030. Secondo loro, solo una Chiesa senza Cristo si adatta a un mondo senza Dio. Molti giovani sono tornati da Lisbona delusi dal fatto che non ci si concentra più sulla salvezza in Cristo, ma su una dottrina mondana della salvezza. A quanto pare ci sono persino vescovi che non credono più in Dio come origine e fine dell’uomo e salvatore del mondo, ma che, in modo pan-naturalistico o panteistico, considerano la cosiddetta madre terra come l’inizio dell’esistenza e la neutralità climatica come l’obiettivo del pianeta terra.
D – Pensa che i cambiamenti in materia di fede e dottrina possano essere approvati come sostengono alcuni gruppi e movimenti all’interno della Chiesa?
R-Nessuno sulla terra può cambiare, aggiungere o togliere qualcosa alla Parola di Dio. Come successori degli apostoli, il Papa e i vescovi devono insegnare al popolo ciò che il Cristo terreno e risorto, l’unico maestro, ha comandato loro di fare. Ed è solo in questo senso che si applica la promessa che l’esercito e il capo del suo corpo rimangono sempre con i suoi discepoli (Mt 28,19s). Si confonde, e non c’è da stupirsi vista la mancanza di una formazione teologica di base anche tra i vescovi, il contenuto della fede e la sua insuperabile pienezza in Cristo con la progressiva riflessione teologica e la crescita della consapevolezza di fede della Chiesa lungo la tradizione ecclesiastica (DEI verbum 8-10). L’infallibilità del Magistero si estende solo alla conservazione e all’interpretazione fedele del mistero della fede affidato una volta per tutte alla Chiesa (depositum fidei o sana dottrina, l’insegnamento degli Apostoli). Il Papa e i vescovi non ricevono una nuova rivelazione (Lumen gentium 25, DEI verbum 10 ).
D – Cosa succederebbe se, ad esempio, l’Assemblea sinodale approvasse la benedizione delle coppie omosessuali, il cambiamento della morale sessuale, l’eliminazione dell’obbligatorietà del celibato sacerdotale o l’autorizzazione al diaconato femminile? Lo accettereste?
R. Il celibato sacerdotale deve essere eliminato da questa lista, poiché il collegamento del sacramento dell’Ordine con il carisma della rinuncia volontaria al matrimonio non è dogmaticamente necessario, anche se questa antica tradizione della Chiesa latina non può essere arbitrariamente abolita con un tratto di penna, come hanno espressamente sottolineato i Padri conciliari al Concilio Vaticano II (Presbyterorum Ordines 16). E i rumorosi agitatori raramente si preoccupano della salvezza delle comunità senza sacerdoti, ma piuttosto attaccano questo consiglio evangelico, che considerano anacronistico o addirittura disumano in un’epoca sessualmente illuminata. Benedire il comportamento immorale di persone dello stesso o dell’altro sesso è una contraddizione diretta della parola e della volontà di Dio, una bestemmia gravemente peccaminosa. Il sacramento dell’Ordine sacro a livello di episcopato, presbiterato e diaconato può fornire il potere divino.
Solo una persona battezzata, la cui vocazione sia stata verificata dalla Chiesa in merito alla sua autenticità, può ricevere il diritto. Tali requisiti con voto a maggioranza sarebbero obsoleti a priori. Né potrebbero essere attuati nel diritto canonico dall’intero collegio episcopale con il Papa o dal Papa da solo, perché contraddicono la rivelazione e la chiara confessione della Chiesa.
L’autorità formale del Papa non può essere separata dal legame sostanziale con la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e le decisioni dogmatiche del Magistero che lo ha preceduto. Altrimenti, come Lutero ha frainteso il papato, si metterebbe al posto di Dio, che è l’unico autore della sua verità rivelata, invece di limitarsi a testimoniare fedelmente, nell’autorità di Cristo, la fede rivelata in modo integrale e non adulterato e a presentarla autenticamente alla Chiesa.
In una situazione così estrema, da cui Dio può salvarci, ogni funzionario ecclesiastico avrebbe perso la sua autorità e nessun cattolico sarebbe più obbligato a obbedire religiosamente a un vescovo eretico o scismatico (Lumen Gentium 25; cfr. la risposta dei vescovi all’interpretazione errata di Bismarck). del Vaticano I. Vaticano, 1875).
D – Pensa che nella Chiesa si faccia abbastanza per difendere con chiarezza le verità oggi in discussione?
R. Purtroppo no. Il vostro sacro compito è quello di proclamare con coraggio la verità del Vangelo dentro e fuori la Chiesa. Anche Paolo una volta si oppose apertamente al comportamento ambiguo di Pietro (Gal 2), senza ovviamente mettere in discussione il suo primato stabilito da Cristo.
Non dobbiamo lasciarci intimidire all’interno della Chiesa o sedurre dalla prospettiva di una gara di buona condotta voluta dall’alto. Vescovi e sacerdoti sono nominati direttamente da Cristo, cosa di cui i rispettivi superiori gerarchici devono tenere conto. Tuttavia, essi sono in comunità tra loro, il che include l’obbedienza religiosa in materia di fede e l’obbedienza canonica nel governo della Chiesa. Ma questo non esime nessuno dalla propria responsabilità di coscienza nei confronti di Cristo, pastore e maestro, la cui autorità santifica, insegna e guida i credenti.
Occorre inoltre distinguere rigorosamente tra il rapporto del Papa con i suoi nunzi e dipendenti vaticani e il rapporto collegiale del Papa con i vescovi, che non sono suoi subordinati ma suoi fratelli nello stesso ufficio apostolico.
D – Quale ruolo dovrebbe svolgere il Papa in questo momento?
R-Nella storia della Chiesa, ogni volta che i Papi si sono sentiti o comportati come politici, le cose sono andate male. In politica si tratta del potere del popolo sul popolo, nella Chiesa di Cristo si tratta del servizio della salvezza eterna degli uomini, a cui il Signore ha chiamato gli uomini come suoi apostoli. Il Papa siede sulla cattedra di Pietro. E il modo in cui Simon Pietro viene presentato nel Nuovo Testamento, con tutti i suoi alti e bassi, dovrebbe essere un incoraggiamento e un monito per ogni Papa. Nel Cenacolo, prima della sua Passione, Gesù dice a Pietro: Quando ti sarai convertito, rafforza i tuoi fratelli (Lc 22,32), cioè nella fede di Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16,16). Solo così egli è la roccia su cui Gesù costruisce la sua Chiesa, le porte dell’inferno non possono essere superate.
A cura di Javier Arias
FONTE : IL BLOG DI SABINO PACIOLLA
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