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Basta gender a scuola: lo ha deciso il Regno Unito (culla di tutte le follie gender)

caterina giojelli ideologia gender regno unito tempi May 31, 2024

di Caterina Giojelli

Goodbye gender: dopo quasi un decennio di attivismo in aula, fratelli che diventano sorelle, drag queen che insegnano l’esistenza di 73 generi, maschi con il cromosoma y e le mestruazioni, testi che seminano il “dubbio”, il governo inglese espelle l’ideologia dalle aule scolastiche.

Nessuno dovrà più insegnare l’identità di genere, nessuno dovrà impararla e nessuno finirà nei guai per non averlo fatto: secondo le nuove linee guida del ministero dell’Istruzione, che aggiornano le precedenti in tema di educazione alle relazioni, al sesso e alla salute (RSHE), nessuno avrebbe dovuto presentare come se fossero dei “fatti” punti di vista contestati come l’idea che il genere sia «uno spettro», o che in forza dell’inclusione transgender chiunque potesse mettere in discussione il proprio.

Goodbye gender a scuola

È la fine dell’era dell’unicorno e di ogni tipo di materiale che suggerisca «che il genere di qualcuno sia determinato dai suoi interessi o dalle scelte di abbigliamento», in quanto «rischia di portare gli alunni che non rispettano gli stereotipi sessuali a mettere in discussione il loro genere quando altrimenti non l’avrebbero fatto», si legge nel testo. Le conseguenze, documentate dalla Cass Review (il rapporto della pediatra inglese Hilary Cass che ha messo fine all’uso di bloccanti e ormoni sui minori con disforia di genere e al servizio dedicato dell’ormai famigerata clinica Tavistock), sono sotto gli occhi di tutti: minori avviati alla transizione troppo presto, troppo in fretta, contagio sociale, genitori in tribunale, insegnanti licenziati per aver sbagliato pronome gender neutral, famiglie devastate, «migliaia di vite alterate senza prove».

Pertanto, chiarito che prima dei 18 anni nessuno può cambiare genere, sotto i 18 anni, dice la guida, «il sesso legale di un bambino sarà sempre lo stesso del suo sesso biologico e, a scuola, i ragazzi non potranno essere legalmente classificati come ragazze o viceversa».

Più scienza meno dettagli sessuali

Basta confusione, basta pasticci, basta schifezze: nata «a seguito di numerose segnalazioni di materiali inquietanti utilizzati nelle lezioni Rshe» (il premier Sunak si è detto «inorridito»), la nuova guida del Dipartimento per l’Istruzione garantisce che d’ora in poi i contenuti saranno «reali, appropriati e che i bambini abbiano la capacità di comprendere appieno tutto ciò che viene loro insegnato». In primis sul sesso: l’educazione sessuale non verrà insegnata prima del quinto anno (quando i bimbi hanno tra i 9 e i 10 anni), e da quel momento in poi lo sarà da un punto di vista «puramente scientifico». E se interrogati in materia dai ragazzi gli insegnanti dovranno attenersi «ai fatti essenziali senza entrare in dettagli inutili».

Non solo sono banditi «materiali che utilizzano cartoni animati o diagrammi che semplificano eccessivamente questo concetto complesso», ma in caso desiderassero adottare “risorse esterne” le scuole dovranno premurarsi di avvisare «in anticipo i genitori e mettere loro a disposizione tutti i materiali su richiesta». Fino ai 16 anni i genitori potranno inoltre decidere di escludere i propri figli da tutte o alcune lezioni di educazione sessuale (ovviamente non da quelle di scienze che affrontano argomenti quali la pubertà e la riproduzione).

La drag queen che insegnava ai bambini: ci sono 73 generi

Non si tratta di un nuovo capitolo della culture war, come pigramente lamentato a certe latitudini laburiste mentre la bozza delle linee guida è aperta, per otto settimane, a consultazione pubblica: il testo riflette ciò che gruppi di genitori come Our Duty, Bayswater Support e Safe Schools Alliance vanno denunciando da anni a proposito dell’approccio ipersessualizzato allo sviluppo infantile e dell’ideologia trans che ha reso i bambini feticcio di adulti a caccia di accettazione sociale. Ricordate cosa è accaduto lo scorso anno alla Queen Elizabeth II High School di Peel, sull’Isola di Man, quando una drag queen ha insegnato a bambini di 11 anni che esistono 73 generi?

Tempi ve lo aveva raccontato qui: i bambini erano stati stati esposti a contenuti sessuali espliciti «scioccanti, sproporzionati e indecenti», tanto da rimanerne «traumatizzati». Un bimbo che aveva osato rispondere alla drag queen che «i generi sono solo due: maschio e femmina» era stato cacciato dall’attivista dall’aula: «Mi hai fatto arrabbiare».

Gender, sesso orale e anale a 11 anni e masturbazione come compito a casa

A un gruppo di bambini di 11 anni della stessa scuola sarebbe anche stato insegnato come fare sesso orale e anale. A un altro sarebbe stato spiegato nel dettaglio come funzionano le operazioni per il cambio di sesso: gli alunni avrebbero imparato come la pelle presa dal gomito di una bambina può essere utilizzata per realizzare un pene artificiale. Non solo, secondo le ricostruzioni del Times una bambina sarebbe stata costretta a mettere il preservativo a un pene di gomma insieme ad alcuni ragazzi. Un’insegnante ha affermato di aver dovuto spiegare ai bambini come masturbarsi. Un’altra ha dichiarato che i contenuti del curriculum sono così forti che si è trovata costretta, prima di esporli, a dire ai suoi ragazzi: «Per piacere, non ascoltatemi».

Poche settimane dopo i giornali indagarono sulla protesta di una mamma di Londra, Clare Page, a proposito dei contenuti delle lezioni obbligatorie di RSHE subite dalle figlie e restarono inorriditi: masturbazione data come compito a casa a partire dai 9 anni, guide al sesso orale e anale per quelli di 12, immagini esplicite di bambini e bambine nudi che si masturbano, crucipuzzle con i nomi delle malattie veneree, normalizzazione dei rapporti sessuali prima dei 13 anni e dei pronomi gender neutral. Da qui l’ordine del premier Sunak di una immediata revisione delle linee guida.

Il prof che osò profanare i “pronomi preferiti”

Un dossier di prove presentato da Miriam Cates, deputata conservatrice, su quanto veniva insegnato ai ragazzi tra gli 11 e i 13 anni nelle scuole del Kemnal Academies Trust (uno dei più grandi trust nel sud e nell’est dell’Inghilterra), attraverso il diagramma dell’”unicorno di genere”, e cosa venisse chiesto loro a proposito di sesso anale e orale, aveva completato il quadro, scioccante, dell’indottrinamento nelle statali. Dove ai genitori non era dato di sapere cosa venisse insegnato a scuola, tanto meno – ordini di lobby e charity, da Stonewall a Mermaids – se un figlio avesse deciso col supporto degli insegnanti di assumere una nuova identità di genere.

In quella stessa confusione il professor Kevin Lister veniva licenziato dal New College Swindon per “condotta riprovevole”. Cosa mai aveva fatto Lister, aveva messo le mani addosso a uno studente, era arrivato a scuola drogato o ubriaco? No, nel 2022 Lister, da professore che credeva nella scienza e nei fatti, non voleva usare un nome e un pronome maschile riferendosi a una studentessa. E per non offenderla si limitava a chiamarla con dei cenni: una profanazione del “pronome preferito” che gli è costata il posto allora e oggi l’umiliazione in tribunale, dove un giudice ha deciso che stava bene così, era giusto esiliare un professore «dalla professione di insegnante per aver detto che una ragazza non è un ragazzo».

Bambini, non cavie gender fantasy

Oggi il rapporto della pediatra inglese Hilary Cass mette fine all’uso di bloccanti e ormoni sui minori con disforia di genere. La revisione delle linee guida del sistema sanitario nazionale (Nhs) ha chiarito che per “sex” si intente “biological sex” e che ogni paziente ha il diritto di non dormire «con pazienti del sesso biologico opposto», che le donne che hanno un bambino si chiamano “madri”, e non “persone che partoriscono”, e che si allatta “al seno” non “al petto”. La normativa sui bagni prevede inoltre che gli uffici di nuova costruzione in Inghilterra dovranno avere bagni divisi in base al sesso, basta bagni gender neutral.

Dieci anni dopo il Regno Unito, ormai popolato da menstruator, corpi con la vagina, persone incinte o con la cervice, armati di moduli sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sul sesso assegnato alla nascita, i pronomi preferiti, torna a scuola. E dopo aver seminato il dubbio per dieci anni il paese non ha dubbi su cosa fare: riparare agli errori, lasciare che i bambini siano bambini e non cavie di un genere fantasy. Un programma e una lezione per tutti.

FONTE : TEMPI

 

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