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TRUTH

Agli Oscar a sorpresa si celebra la famiglia numerosa

il timone kieran culkin raffaella frullone Mar 08, 2025

di Raffaella Frullone

Il discorso che non ti aspetti, non alla notte degli Oscar, non da chi viene premiato come miglior attore non protagonista: pro family, pro life, perfettamente in linea con quella rivoluzione del buonsenso auspicata dal neo presidente americano Trump. Siamo a Los Angeles, nella suggestiva cornice del Dolby Theatre per gli Academy Awards 2025 dove viene premiato Kieran Culkin per il suo ruolo nel film di Jesse Eisenberg, A Real Pain.

Figlio d’arte, nato a Manhattan da Patricia Brentrup e dall’attore Kit Culking, è fratello di Macaulay, che a sua volta ha fatto della recitazione della sua vita. I due hanno altri quattro fratelli, e sono tutti stati cresciuti nella fede cattolica. Il papà prestava servizio come sacrestano presso la chiesa di San Giuseppe di Yorkville, per questo la frequenza alla scuola cattolica dei figli era gratuita fino alla terza elementare.

Un’infanzia segnata dalla povertà,  che però è stata la porta da cui la Provvidenza ha fatto passare il successo. Un vicino di casa, un appartamento per due persone in cui vivevano in sette, Kit e Brentrup incontrarono il direttore di scena all’Ensemble Studio Theatre, che gli presento al direttore del casting Billy Hopkins. Fu lui a dare a Macaulay il suo primo lavoro all’età di 6 anni nel dramma del 1988 Rocket Gibraltar con Burt Lancaster. Dopo qualche anno è Kieran a diventare famoso con il film cult Mamma ho perso l’aereo e i suoi sequel. Quando aveva appena 13 anni i suoi genitori si separarono, un trauma che evidentemente non ha sopito in lui il desiderio, la speranza e la fiducia in una famiglia unita.

«Ti amo, Jazz. Questo è, devo quindi ringraziare mia moglie, Jazz, per tutto, davvero tutto per avermi dato le mie persone preferite al mondo. Per favore non fate partire la musica perché voglio raccontare una storia molto breve. Circa un anno fa, ero su un palco come questo e ho detto un po’ superficialmente, pubblicamente che volevo un terzo figlio da lei perché lei aveva detto che se avessi vinto il premio, mi avrebbe detto sì. Dopo lo spettacolo – ci sono dei testimoni –  mentre stavamo camminando in un parcheggio lei ammette “Be’ immagino di doverti un terzo figlio” E io ho replicato: “Certo! Anzi, ne voglio quattro”. E lei si è girata verso di me –  giuro che è successo veramente – e ha detto “Te ne darò quattro quando vincerai un Oscar”. Te lo ricordi, tesoro, vero? Allora, ho solo questo da dirti, Jazz, amore della mia vita, donna di poca fede, ti amo. L’ho fatto di nuovo! Ho vinto E quindi diamoci da fare con questi figli, no? Ti amo!». La moglie emozionata e imbarazzata ha annuito, applaudendo alla sua famiglia che in quel contesto così mondano stava facendo spazio ad una nuova non pianificata vita.

Un discorso diametralmente opposto a quello della collega Michelle Williams che solo qualche anno fa, con la statuetta dei Globe in mano, ringraziava per aver potuto abortire legalmente considerandolo un passo fondamentale per la sua carriera. Un discorso controcorrente nell’Occidente che fa sempre meno figli ma colleziona innumerevoli famiglie declinate in base alla fluidità. Un discorso che suona strano nella finzione Hollywood, ma ci ricorda che la verità può far breccia ovunque e può esser detta ovunque. Anche dai pulpiti più irrituali ed è proprio da lì, misteriosamente, si può luminosamente far strada. (Fonte foto: Screenshot, ITV, Youtube)

FONTE : IL TIMONE

 

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